Vlahovic e il peso dei gol
I gol, in fondo, non si contano soltanto, ma si pesano anche. E i grandi attaccanti sono quelli che si scoprono in grado di risolvere (anche) le sfide più complicate. Quanto il club bianconero chiede al suo bomber, dall’alto di uno stipendio extralarge – ormai prossimo ai 12 milioni a stagione – che, almeno alla Continassa, non conosce eguali. I big match, invece, rappresentano in questo momento il palcoscenico cui più si rivelano sensibili i nervi di DV9, tanto talentuoso nel convertire in rete i palloni ricevuti quanto ancora dipendente dai suoi umori e dalla sua altalenante serenità emotiva.
L’aveva dimostrato la “sfida scudetto” – tra rigorose virgolette – di San Siro, in cui si era ben presto fatto ammonire per le scaramucce con i difensori dell’Inter. L’ha confermato, non più tardi di sabato pomeriggio, il derby della Mole, con troppi fantasmi che hanno iniziato ad aleggiare sulla testa del serbo dopo il clamoroso gol fallito in apertura. Certo, segnare è statisticamente più semplice contro un’avversaria dai valori modesti, quando l’area di rigore viene irrorata da più palloni. Ma il digiuno di Vlahovic da reti pesanti, classifica alla mano, dura ormai dallo scorso 26 novembre addirittura, notte del pareggio allo Stadium contro l’Inter firmato proprio da DV9 e da Lautaro. Dopo la trasferta di venerdì a Cagliari, gli scontri diretti non faranno difetto al calendario dei bianconeri: al serbo il compito di trascinare i suoi verso la qualificazione alla prossima Champions League (anche) a suon di gol.