Perin, il racconto della mental coach: "Durissima per lui, una lezione di vita"

Il portiere bianconero è stato tra i protagonisti della conquista della Coppa Italia, un successo anche personale per l'ex Genoa

TORINO - Mattia Perin è stato uno dei protagonisti del successo della Juventus in Coppa Italia, Massimiliano Allegri lo aveva designato portiere titolare dei bianconeri nella competizione e l'ex Genoa non ha tradito con prestazioni importanti e di personalità. Per Perin un successo anche personale arrivato dopo un periodo di difficoltà raccontato su Instagram dalla sua Mental Coach Nicoletta Romanazzi.

“Dietro le quinte di una grande Vittoria”

6 anni di lavoro insieme in cui Mattia Perin si è messo in gioco in ogni modo, soprattutto quando le sfide diventavano più impegnative. Quest’anno, però, ha fatto qualcosa di veramente straordinario e voglio raccontarvelo, affinché la sua storia sia d’ispirazione per tutti. Mattia ha uno spirito molto competitivo e ama follemente il suo lavoro. Ha scelto, comunque, di essere il secondo portiere alla Juventus, perché ne riconosce la grandezza e sa di poter sempre imparare tantissimo e contare sul fatto che, grazie alle varie Coppe, avrebbe comunque trovato uno spazio per giocare.
Ma quest’anno, dopo i punti di squalifica, la Juventus è stata esclusa dalle competizioni europee e Mattia si è ritrovato a giocare solo 7 partite in tutta la stagione, tra cui le 5 della Coppa Italia, rimasto l’unico trofeo che avrebbe potuto vincere la Juve.
È stata durissima per lui e inevitabilmente sono arrivati i momenti di sconforto, di frustrazione, di rabbia. E in quei momenti normalmente la voglia è quella di chiudersi in se stessi, ci si demoralizza, si perde entusiasmo.
Ma non Mattia!
Lui ha mantenuto il focus, ha continuato a lavorare per rimanere centrato, ha respirato, si è preso la responsabilità di supportare sempre i suoi compagni di squadra. Questo ragazzo ha preparato ogni singola partita come se dovesse giocare, senza MAI trovarsi scuse. E ce l’ha fatta, è riuscito a conquistare la Coppa Italia, l’ha fatto dando tutto se stesso, mettendo corpo, mente, cuore e anima. Ha raggiunto il suo obiettivo NONOSTANTE tutto, dimostrando che gli ostacoli possono essere trasformati in opportunità. Una lezione di vita, non solo di sport. Mattia si è innamorato della crescita personale, ha compreso quanto sia vitale per un atleta professionista, ma anche per l’uomo, lavorare sulla propria mente. Ed è un tema che ci tocca cosi profondamente da aver messo in piedi insieme un progetto strepitoso di cui non vediamo l’ora di parlarvi.

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