Locatelli nero di rabbia, Motta lo cambia: altro ruolo nella nuova Juve

Il centrocampista è reduce da una stagione opaca con anche la mancata convocazione in Nazionale

Di certo tornerà il bianco, accanto al nero di cui Manuel Locatelli aveva dipinto completamente la story postata su Instagram giovedì, per descrivere il suo umore dopo il mancato inserimento nei 30 preconvocati di Spalletti per l’Europeo. Se però sarà soltanto il bianco concreto delle strisce della maglia della Juventus 2024-25, o se avrà anche il significato simbolico della luce di cui il centrocampista tornerà a brillare, lo dirà il campo, e non certo oggi nell’ultima sfida di campionato tra Juve e Monza.

La stagione di Locatelli

Una volta sbollita la rabbia accanto alla sua Thessa e al loro piccolo Theo, trasformato lo sconforto per l’impossibilità di difendere l’Europeo conquistato nel 2021 in voglia andare a giocare il suo primo Mondiale nel 2026, a metà luglio Locatelli si getterà nella nuova stagione juventina con le energie forzatamente risparmiate a giugno e con la voglia di tornare protagonista prima in bianconero e poi, di conseguenza, in azzurro. Di energie ne ha sicuramente bisogno, visto che con 3343 minuti è stato il giocatore più impiegato da Allegri (e Montero) dopo Bremer (3594) e di tornare protagonista anche, perché seppur inamovibile, come si è appena visto, è reduce dalla peggiore delle sue tre stagioni nella Juve.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un nuovo Locatelli

In quella nuova si tufferà anche con la speranza che la rivoluzione annunciata di Thiago Motta possa aiutarlo a rinascere. Anzi, una doppia speranza: da un lato legata al ruolo, che non dovrebbe più essere quello di perno davanti alla difesa in cui lo ha utilizzato Allegri, ma quello di uno dei due centrali del 4-2-3-1 o di mezzala in un 4-3-3, in ogni caso libero - anzi, incaricato - di scambiarsi di frequente posizione con i compagni di reparto; dall’altro una speranza legata al tipo di gioco, basato sul possesso palla come lo era quello del Sassuolo di De Zerbi in cui era esploso. Un tipo di gioco che ha anche invocato nelle ultime dichiarazioni,: «Dovremo tenere più la palla, per le mie caratteristiche è importante».

Nel Sassuolo peraltro si giovava della presenza al suo fianco di un giocatore molto tecnico come Maxime Lopez, spalla preziosa che nella passata stagione - in cui il suo rendimento era stato decisamente più alto che in questa - aveva trovato in Nicolò Fagioli. Lo ha ritrovato sabato a Bologna e lo ritroverà nella prossima stagione: spalla preziosa, come i nuovi acquisti che alzeranno il tasso qualitativo del centrocampo bianconero, ma anche concorrente pericoloso, come proprio giovedì Locatelli ha appurato, visto che Fagioli è uno dei centrocampisti che Spalletti gli ha preferito. D’altra parte, nell’Italia come nella Juve, è normale che la concorrenza sia di alto livello: quello a cui Locatelli conta di tornare, per far sì che il nero resti solo quello accanto al bianco delle strisce sulla maglia, e che la sua maglia torni a tingersi anche d’azzurro.

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Di certo tornerà il bianco, accanto al nero di cui Manuel Locatelli aveva dipinto completamente la story postata su Instagram giovedì, per descrivere il suo umore dopo il mancato inserimento nei 30 preconvocati di Spalletti per l’Europeo. Se però sarà soltanto il bianco concreto delle strisce della maglia della Juventus 2024-25, o se avrà anche il significato simbolico della luce di cui il centrocampista tornerà a brillare, lo dirà il campo, e non certo oggi nell’ultima sfida di campionato tra Juve e Monza.

La stagione di Locatelli

Una volta sbollita la rabbia accanto alla sua Thessa e al loro piccolo Theo, trasformato lo sconforto per l’impossibilità di difendere l’Europeo conquistato nel 2021 in voglia andare a giocare il suo primo Mondiale nel 2026, a metà luglio Locatelli si getterà nella nuova stagione juventina con le energie forzatamente risparmiate a giugno e con la voglia di tornare protagonista prima in bianconero e poi, di conseguenza, in azzurro. Di energie ne ha sicuramente bisogno, visto che con 3343 minuti è stato il giocatore più impiegato da Allegri (e Montero) dopo Bremer (3594) e di tornare protagonista anche, perché seppur inamovibile, come si è appena visto, è reduce dalla peggiore delle sue tre stagioni nella Juve.

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