Sesto pareggio nelle prime dieci giornate di campionato, e la vetta che ora è distante 7 punti. Tante le analisi in casa Juve nel day after della gara con il Parma, terminata per 2-2 all'Allianz Stadium. Tra i temi dibattuti a Sky Calcio Club dopo la partita dell'Allianz Stadium, che ne sono due che vengono approfonditi in maniera particolare. La solidità difensiva persa dalla squadra di Thiago Motta (6 gol subiti nelle ultime 2, 7 nelle ultime 3 considerando anche la Champions League) e le difficoltà riscontrate da Dusan Vlahovic.
Juve e la solidità difensiva persa
Si parte dalla questione difesa, con Giancarlo Marocchi che spiega: “Il 2-2 è un risultato giusto. Poi la Juve ha preso il possesso della gara dalla metà del secondo tempo in avanti, ma pericolosa così così. Sembra che nelle ultime 3-4 gare abbia cercato di fare qualcosa di diverso, di aggiungere alla solidità una certa pericolosità in avanti. Ha aggiunto pericolosità perché i gol sono arrivati, ma ne ha anche subiti: non è più in controllo della partita”.
Sui motivi delle reti incassate Beppe Bergomi si esprime così: “Difficile da spiegare. Un passaggio così repentino, da una squadra che non subiva nulla a una squadra che subisce tanto… Sicuramente incide l’assenza di Bremer, si nota dal fatto che Motta continua a cambiare la coppia di difensori centrali. Penso che i centrali più si conoscono e meglio è. Se influisce la rotazione? Non lo so, io sono per una linea difensiva che abbia continuità coi calciatori, ma lui ci ha abituato a cambiare, anche l’anno scorso al Bologna. Quando la Juve si allunga diventa pericolosa effettivamente, ma la pericolosità gliela danno Conceicao e gli inserimenti di McKennie: per il resto, per esempio, Vlahovic poco pericoloso”.
Su Vlahovic e i bianconeri Luca Marchegiani aggiunge: “Lui poco pericoloso, in generale è il ritmo che non è cresciuto. È cresciuta intraprendenza nella squadra, sono d’accordo con Beppe sugli uomini che danno più imprevedibilità. Parma insidioso e ha fatto una grande partita, di qualità: sono coraggiosi. Rimangono negli occhi i contropiedi subiti dalla Juventus. Secondo me l’aspetto grave è quello dei gol e delle azioni pericolose subiti nel primo tempo: prima non succedeva perché la squadra era velocissima nel riposizionarsi, erano sempre in superiorità numerica. Ora questa cosa la fanno meno bene. Se dipende dal fisico e dalle tante partite? Forse un po’ di applicazione in meno: ti entra nella testa la consapevolezza di ‘Tanto non ci tirano in porta non ci fanno gol’, e inconsapevolmente magari lo fai con meno attenzione rispetto a inizio campionato quando devi ancora affermarti”.
Marocchi si sofferma sul centrocampo: "McKennie tocca 5 palloni a partita, ha fatto un gol e un’altra occasione: è quel tipo di calciatore lì. Koopmeiners è un giocatore che, con Locatelli, può tenere di più la palla ed evita le ripartenze perché tiene il pallone con logica”. Il discorso poi si posta su Vlahovic...