Irrompe Tether ma la famiglia Agnelli non vende: qual è il futuro della Juve

L’ingresso di un nuovo azionista alimenta le voci, per il momento tutte smentite: cosa dobbiamo aspettarci

Solo il tempo ci dirà se i brillanti imprenditori dietro a Tether diventeranno qualcosa di più importante per la Juventus di quello che sono ora: ricchissimi azionisti di minoranza. Lo slogan "Make Juve Great Again", quasi una parodia del motto trumpiano, fa sognare, anche in virtù delle sconfinate possibilità economiche della proprietà di Tether, ma c’è un piccolo particolare: la famiglia Agnelli non ha intenzione di vendere la Juventus in questo momento storico. E, soprattutto, non ha venduto a Tether che ha acquistato sul mercato il 5% del club. E sul cosiddetto flottante, ovvero le azioni che circolano (ovvero il 35% del totale) la Juventus e la sua proprietà non possono farci molto. Insomma, John Elkann è stato spettatore, per quanto interessato, della vicenda, e non ha intenzione di cambiare il suo ruolo con uno più attivo e dinamico. John è consapevole che la Juventus rappresenta un asset di inestimabile valore emotivo per la famiglia e di discreto valore economico; condivide la passione per la Juventus con i figli (tifosi molto appassionati dei colori bianconeri) e non sta cercando un compratore o ascolta offerte per l’acquisto del club.

 

La famiglia Agnelli saldamente al comando della Juve

Insomma, Elkann e i suoi uomini hanno osservato la mossa di Tether e ne seguono con attenzione le prossime, ma ne restano saldamento al comando della società, con il 65% delle azioni e il 78% dei voti in assemblea, una maggioranza schiacciante che impedisce in questo modo qualsiasi velleità di “scalata” del club. Quindi, non ci sono possibilità di cedere il club nell’orizzonte a medio termine degli Agnelli e se Tether volesse contare di più dovrebbe comunque parlarne con loro. Ma, quindi, qual è il futuro di medio periodo della Juventus? Exor vuole risanare i conti del club (obiettivo abbastanza vicino) e proseguire la politica di contenimento dei costi per rendere il club un business sostenibile, senza comprometterne la competitività. E, anche se Elkann non si tirerebbe indietro in una eventuale situazione difficile (come non lo ha mai fatto in tempi recenti) non sono in agenda degli aumenti di capitale.

 

 

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L'arrivo di Tether non cambia nulla nel futuro della Juve

Quindi l’arrivo di Tether non cambia nulla nel presente e nel futuro della Juventus? Sostanzialmente sì, non cambia nulla, perché la loro presenza come azionisti di minoranza non ha effetti diretti, se non quello di rendere “appetibile” il titolo del club e, chissà, qualche collaborazione futuro (ipotesi al momento non contemplata dal club) sul fronte dell’intelligenza artificiale e delle biotecnologie, due fronti sui quali Tether sta investendo moltissimo e che, come ha effettivamente fatto notare l’amministratore delegato, stanno diventando cruciali anche nel mondo del calcio. Più che altro, la riflessione più generale andrebbe fatta su come il mondo del calcio stia attirando l’attenzione della finanza (dai fondi alle criptovalute), nonostante non abbia ancora dimostrato di essere un business profittevole (si perdono ancora molto soldi), ma evidentemente è un settore dove molto intravedono possibilità di grande crescita.

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Solo il tempo ci dirà se i brillanti imprenditori dietro a Tether diventeranno qualcosa di più importante per la Juventus di quello che sono ora: ricchissimi azionisti di minoranza. Lo slogan "Make Juve Great Again", quasi una parodia del motto trumpiano, fa sognare, anche in virtù delle sconfinate possibilità economiche della proprietà di Tether, ma c’è un piccolo particolare: la famiglia Agnelli non ha intenzione di vendere la Juventus in questo momento storico. E, soprattutto, non ha venduto a Tether che ha acquistato sul mercato il 5% del club. E sul cosiddetto flottante, ovvero le azioni che circolano (ovvero il 35% del totale) la Juventus e la sua proprietà non possono farci molto. Insomma, John Elkann è stato spettatore, per quanto interessato, della vicenda, e non ha intenzione di cambiare il suo ruolo con uno più attivo e dinamico. John è consapevole che la Juventus rappresenta un asset di inestimabile valore emotivo per la famiglia e di discreto valore economico; condivide la passione per la Juventus con i figli (tifosi molto appassionati dei colori bianconeri) e non sta cercando un compratore o ascolta offerte per l’acquisto del club.

 

La famiglia Agnelli saldamente al comando della Juve

Insomma, Elkann e i suoi uomini hanno osservato la mossa di Tether e ne seguono con attenzione le prossime, ma ne restano saldamento al comando della società, con il 65% delle azioni e il 78% dei voti in assemblea, una maggioranza schiacciante che impedisce in questo modo qualsiasi velleità di “scalata” del club. Quindi, non ci sono possibilità di cedere il club nell’orizzonte a medio termine degli Agnelli e se Tether volesse contare di più dovrebbe comunque parlarne con loro. Ma, quindi, qual è il futuro di medio periodo della Juventus? Exor vuole risanare i conti del club (obiettivo abbastanza vicino) e proseguire la politica di contenimento dei costi per rendere il club un business sostenibile, senza comprometterne la competitività. E, anche se Elkann non si tirerebbe indietro in una eventuale situazione difficile (come non lo ha mai fatto in tempi recenti) non sono in agenda degli aumenti di capitale.

 

 

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