Thuram-Koopmeiners, Motta e il "pretendere senza dare": la sceltà è fatta

I numeri dei centrocampisti bianconeri a confronto: l'allenatore e le probabili scelte per la prossima sfida di campionato contro il Verona

TORINO - Ci sono comunque certezze a cui appigliarsi, anche in un momento in cui sembra effettivamente tutto perduto, o semplicemente in preda al caos. La Juventus vede la classifica e non può non sentirsi ulteriormente responsabile per come andrà a finire l’annata. Per questo, e non solo per questo, Thiago Motta ha la più seria intenzione di contare soltanto sulle sicurezze accumulate in stagione. Sui giocatori cresciuti. Su chi sta oggettivamente meglio di altri. Khephren Thuram, ad esempio: non è più tempo di metterlo in un angolo, è arrivata anzi l’opportunità di renderlo parte centrale del progetto Juventus, che ha davanti a sé dodici partite per riscrivere il finale della stagione. Come il futuro. Se Motta è legato a crescita e obiettivi, un passo fondamentale potrebbe compierlo proprio con il francese, relegando in maniera quasi definitiva Teun Koopmeiners a ruolo di comprimario.

Thuram al posto di Koopmeiners: lo dicono i numeri

Non c’è altra strada. Né sembra intenzionato a perseguirne diverse lo stesso tecnico, pronto ad affidarsi ancora a capitan Locatelli, e stavolta affiancandogli l’autore del gol - e che gol - nell’ultima sfida contro l’Empoli in Coppa Italia. Una decisione non solo forte, ma necessaria. A raccontarlo sono prevalentemente i numeri raccolti fino a questo punto del percorso: Koop ha giocato più match dal primo minuto eppure ha realizzato meno reti e meno assist, pur essendo stato schierato (molto spesso) più avanzato rispetto al figlio d’arte. Dati semplici, però emblematici. Cioè, hanno una forma e un contenuto. Diverso è stato l’approccio dell’olandese, più attendista. Un uragano, invece, l’ex Nizza: nella sua progressione, nelle sue idee, nel fare da diga e però anche nel giocare bene tra le linee. La rete in Coppa Italia dimostra come possa abbinare qualità purissima a una struttura fisica imponente. Sogno di ogni allenatore. Ecco, e perché non lo è mai stato davvero per Motta? A domanda diretta, il mister aveva risposto, ormai qualche settimana fa: "Non tutte le sfide sono uguali - le parole -. Sono contento del lavoro che sta facendo. Le scelte dall’inizio e i cambi sono però in funzione a cosa ritengo adatto per la partita e per arrivare alla vittoria".

 

 

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Nuove garanzie

Evidentemente, KT non gli ha mai dato abbastanza garanzie, specialmente in quelle gare in cui Thiago riteneva di avere le carte in regola per raggiungere il risultato attraverso il possesso. Situazioni in cui Koopmeiners diventa certamente più affidabile. O forse no. Altro sguardo ai numeri: Thuram registra un 13% in più rispetto a Koop per tocchi riusciti nell’area avversaria, e giganteggia rispetto al compagno per duelli vinti (+10%). Soprattutto, il dato sulle palle perse è decisamente emblematico: 9.5 di media per Teun, un terzo in più rispetto alle 6.1 di Khephren. Insomma: non esattamente palla in banca, in particolare quando il ritmo si alza, la pressione si fa forte. E la Juventus è chiamata ugualmente alla vittoria, come lo sarà domani sera e come lo sarà da adesso in poi. Il campionato ha fatto un assist pazzesco, quasi insperato, e perciò tocca cercare di correre il più possibile. Dimenticando le scommesse e tornando ad avere il potere di controllare quel che è possibile controllare. Come le scelte, appunto. E come l’undici iniziale, dove inevitabilmente torneranno a figurare il numero e il nome di Thuram. Uno a cui non si può certo dire che abbia "preteso senza dare". Anzi.

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TORINO - Ci sono comunque certezze a cui appigliarsi, anche in un momento in cui sembra effettivamente tutto perduto, o semplicemente in preda al caos. La Juventus vede la classifica e non può non sentirsi ulteriormente responsabile per come andrà a finire l’annata. Per questo, e non solo per questo, Thiago Motta ha la più seria intenzione di contare soltanto sulle sicurezze accumulate in stagione. Sui giocatori cresciuti. Su chi sta oggettivamente meglio di altri. Khephren Thuram, ad esempio: non è più tempo di metterlo in un angolo, è arrivata anzi l’opportunità di renderlo parte centrale del progetto Juventus, che ha davanti a sé dodici partite per riscrivere il finale della stagione. Come il futuro. Se Motta è legato a crescita e obiettivi, un passo fondamentale potrebbe compierlo proprio con il francese, relegando in maniera quasi definitiva Teun Koopmeiners a ruolo di comprimario.

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Non c’è altra strada. Né sembra intenzionato a perseguirne diverse lo stesso tecnico, pronto ad affidarsi ancora a capitan Locatelli, e stavolta affiancandogli l’autore del gol - e che gol - nell’ultima sfida contro l’Empoli in Coppa Italia. Una decisione non solo forte, ma necessaria. A raccontarlo sono prevalentemente i numeri raccolti fino a questo punto del percorso: Koop ha giocato più match dal primo minuto eppure ha realizzato meno reti e meno assist, pur essendo stato schierato (molto spesso) più avanzato rispetto al figlio d’arte. Dati semplici, però emblematici. Cioè, hanno una forma e un contenuto. Diverso è stato l’approccio dell’olandese, più attendista. Un uragano, invece, l’ex Nizza: nella sua progressione, nelle sue idee, nel fare da diga e però anche nel giocare bene tra le linee. La rete in Coppa Italia dimostra come possa abbinare qualità purissima a una struttura fisica imponente. Sogno di ogni allenatore. Ecco, e perché non lo è mai stato davvero per Motta? A domanda diretta, il mister aveva risposto, ormai qualche settimana fa: "Non tutte le sfide sono uguali - le parole -. Sono contento del lavoro che sta facendo. Le scelte dall’inizio e i cambi sono però in funzione a cosa ritengo adatto per la partita e per arrivare alla vittoria".

 

 

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