Pagina 2 | Scossa Elkann, dai dirigenti alla squadra: a giugno la Juve rischia il ribaltone

Tecnicamente è un «prudenziale rafforzamento patrimoniale». In pratica è un avvertimento da 15 milioni di euro e un segnale forte da parte della proprietà a tutta la Juventus. John Elkann dimostra ancora una volta la vicinanza al club (altro che distaccato silenzio) aprendo il portafoglio per mettere in sicurezza i conti del club, rendendosi disponibile a rifarlo nel giro di pochi mesi, qualora la squadra non raggiungesse il quarto posto. Nello stesso tempo, John fa capire a tutti che non ci sono più margini di errore e, come filtra dagli ambienti Exor, che «mancano nove partite alla fine del campionato: tutti, dirigenti, staff tecnico e giocatori, devono sentire la responsabilità di essere della Juve e dare il massimo». È ora di pedalare, perché se c’è bisogno di una pezza da 15 milioni significa che qualcosa è andato storto nel progetto varato in estate. Il fatto che i conti bianconeri abbiano avvicinato pericolosamente il patrimonio netto ai limiti consentiti è legato ai mancati introiti di Champions League (ottavi falliti), di Supercoppa Italiana (finale mancata) e di Coppa Italia (eliminazione prematura ai quarti), oltre che i soldi da accantonare per l’esonero di Thiago Motta e i soldi spesi sul mercato di gennaio per rimediare agli infortuni e a qualche carenza del mercato estivo.

 

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Tutti sotto esame

A questo punto sono tutti sotto esame. Dalla dirigenza alla squadra, passando per l’allenatore, che forse era consapevole di esserlo fin dal momento in cui ha firmato il breve contratto che lo lega alla Juventus. Tudor, plasmato nel ruvido pragmatismo balcanico, uomo di prosa e non di poesia, e sa che deve conquistarsi la riconferma con le vittorie, la capacità di gestire il gruppo in un momento critico e rilanciando i giocatori che, nei primi otto mesi della stagione, hanno perso valore. Dalle 18 di oggi, quando suonerà il fischio d’inizio di Juve-Genoa, inizia una nuova stagione per i bianconeri: due mesi in cui andare al massimo, conquistare i soldi della qualificazione Champions, riconquistare la fiducia della proprietà e rinfocolare l’entusiasmo dei tifosi. Poi ci sarà il Mondiale per club, altra occasione per rimpinguare il gruzzoletto (considerati i ricchi premi appena annunciati dall’Uefa), ma nel frattempo verrà avviata una profonda analisi della stagione da parte della proprietà insieme alla dirigenza per pesare gli errori e le responsabilità.

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Infortuni e imprevisti

Ci sono stati eventi sfortunati che hanno condizionato pesantemente la stagione, come l’infortunio di Gleison Bremer a ottobre che non solo ha influito in modo determinante sui risultati della squadra, ma ha anche obbligato i dirigenti ad affrontare investimenti imprevisti sul mercato di gennaio (anche per fare fronte al contemporaneo infortunio di Cabal), Ma ci sono stati anche errori di valutazione, a partire da Thiago Motta, allenatore che - a essere onesti - in estate aveva convinto tutti, ma poi si è rivelato inadatto al compito che gli era stato assegnato. John ha seguito le vicende della stagione senza interferire, com’è suo costume, ma i dirigenti sanno di dover rendere conto del loro operato a fine stagione.

Elkann, altra scossa all'ambiente

Senza la qualificazione Champions non è da escludere un ribaltone a ogni livello. Ma anche la qualificazione in Champions potrebbe non garantire l’immunità a tutti. Nessuna caccia alle streghe, soprattutto se con i soldi di Champions e Mondiale, ci fosse un riallineamento economico sul progetto triennale di pareggio di bilancio, ma una valutazione dei motivi per cui la società è dovuta ricorrere a soluzioni di emergenza come quella annunciata ieri. Dirigenza, allenatore, ma anche la squadra deve dimostrare qualcosa di più rispetto a quanto emerso finora, anche se delle varie componenti è certamente la meno colpevole. L’intervento di Elkann è un’altra scossa all’ambiente dopo l’arrivo di Tudor, un richiamo ai codici juventini e un segnale anche per l’esterno: John non ha intenzione di vendere la Juventus e, anzi, come ha ribadito ai suoi collaboratori: «Ribadiamo il nostro impegno a rafforzare la Juve in campo e fuori, come abbiamo fatto negli ultimi 102 anni». In giorni in cui si parla molto dei progetti e dei sogni di Tether di acquisire la Juventus, quasi una risposta. Ma di risposte, Elkann, più che darne, ne vuole ricevere. A partire da quelle della squadra che scenderà in campo questo pomeriggio con la «responsabilità di essere Juventus».

 

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Tutti sotto esame

A questo punto sono tutti sotto esame. Dalla dirigenza alla squadra, passando per l’allenatore, che forse era consapevole di esserlo fin dal momento in cui ha firmato il breve contratto che lo lega alla Juventus. Tudor, plasmato nel ruvido pragmatismo balcanico, uomo di prosa e non di poesia, e sa che deve conquistarsi la riconferma con le vittorie, la capacità di gestire il gruppo in un momento critico e rilanciando i giocatori che, nei primi otto mesi della stagione, hanno perso valore. Dalle 18 di oggi, quando suonerà il fischio d’inizio di Juve-Genoa, inizia una nuova stagione per i bianconeri: due mesi in cui andare al massimo, conquistare i soldi della qualificazione Champions, riconquistare la fiducia della proprietà e rinfocolare l’entusiasmo dei tifosi. Poi ci sarà il Mondiale per club, altra occasione per rimpinguare il gruzzoletto (considerati i ricchi premi appena annunciati dall’Uefa), ma nel frattempo verrà avviata una profonda analisi della stagione da parte della proprietà insieme alla dirigenza per pesare gli errori e le responsabilità.

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