Rigore inesistente all’Inter, la Juve tuona: “Roba da Kung Fu Panda!”

Il direttore generale delle Women, Stefano Braghin, interviene dopo il ko con le nerazzurre: “Campionato riaperto per colpa dell’arbitro”
Rigore inesistente all’Inter, la Juve tuona: “Roba da Kung Fu Panda!”
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Quante cose possono accadere in tre minuti? Per esempio, si può riaprire un campionato? Sì, secondo il direttore della Juventus Women Stefano Braghin che a bocce ferme – e a vantaggio notevolmente ridotto – torna su quanto accaduto domenica nel finale di gara in casa dell’Inter. Su quel rigore che è valso il pari e poi sul ribaltone al minuto 95. Dall’1-2 al 3-2, con le parole di Canzi che ancora risuonano: “Ci stiamo giocando lo scudetto e voi date un rigore così, dovete vergognarvi. Ci guarda tutta l’Italia”. Direttore Braghin, da +13 a +7 in tre minuti… crede che il campionato sia davvero riaperto? “Domenica al 90’ il campionato era virtualmente chiuso, in tre minuti si è riaperto anche perché adesso le inseguitrici stanno molto meglio di noi dal punto di vista psicologico e perché abbiamo ancora lo scontro diretto con entrambe”. A differenza di Canzi, non abbiamo potuto vedere la sua reazione live su quel rigore. “Un episodio che ha influito tantissimo non solo sulla partita, ma sulla storia di questo campionato: è stato un palese abbaglio dell’arbitro. In trent’anni di calcio non ho mai visto un calciatore che contemporaneamente riesce a colpire di testa e a sgambettare volontariamente un avversario. Forse solo in Kung Fu Panda… Seriamente, credo che per dare un rigore al 93esimo in una sfida scudetto servano evidenze ben diverse, posto che qui di evidente c’era ben poco”.

 

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"Reagito con il cuore all'ingiustizia"

È una conferma della necessità di introdurre (almeno) il VAR a chiamata, previsto dalla prossima stagione?

“Ben venga il VAR a chiamata e speriamo anche che la “crisi vocazionale” all’arbitraggio possa essere risolta: non è facile avere un livello alto, ma so che si sta lavorando per alzare la concorrenza e, di conseguenza, il livello delle prestazioni arbitrali in coerenza con quanto accade sui campi del calcio femminile”.

Teme le ricadute psicologiche sul gruppo? E questa imminente sosta per le Nazionali può aiutare o tutt’altro? 

“Poter rigiocare dopo sette giorni forse sarebbe stato più semplice, avere due settimane per pensare a quanto è accaduto potrebbe non essere d’aiuto. Ma la nostra è una squadra genuina e appassionata. Si è visto nei due minuti successivi proprio a quel rigore…”.

In che senso?

“Le ragazze hanno cercato di reagire all’ingiustizia rimediando anziché ragionando per conservare il pareggio, cosa che sarebbe stata più logica. In quel momento il cuore ha prevalso sulla ragione, questa è una cosa bellissima che non potrò mai rimproverare loro. Poi, è vero, dobbiamo crescere in questo tipo di letture perché certi slanci si pagano cari e proprio l’episodio del rigore ci insegna che in alcuni frangenti dobbiamo imparare anche noi, come fanno gli avversari, a essere più furbi e meno immacolati”. 

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"Juve, il double è ancora possibile"

Che cosa ha detto alle ragazze a fine gara?

“Che di fronte alla sconfitta e a un’ingiustizia come questo bisogna trangugiare il veleno in silenzio e trasformarlo in energia e voglia di riscatto, senza parlare troppo e lavorando duro, trovando conforto nei nostri principi. La classifica dice che siamo a +7, lo stesso vantaggio che avevamo all’inizio della Poule Scudetto, ma con quattro gare in meno da giocare. Ho detto che dobbiamo ripartire da qui. Le ragazze non devono perdere la fiducia e soprattutto devono isolarsi dalle sentenze che possono arrivare dall’esterno. Il carro dei vincitori in questo mondo si riempie e svuota velocemente”.

Ha parlato anche con Canzi subito dopo la partita? 

“Siamo due vecchi bucanieri del calcio, abbiamo vissuto almeno 60 campionati in due ed entrambi abbiamo navigato in mari ben più tempestosi. Al di là del suo sfogo imminente, è bastato uno sguardo, non aveva certo bisogno del mio aiuto…”.

Chi teme più adesso tra Inter e Roma?

“Sono entrambe pericolose, la Roma nelle ultime stagioni ha imparato a vincere e a livello individuale ha giocatrici che possono decidere le gare in qualsiasi momento. Quest’estate, nell’incredulità generale, avevo messo l’Inter tra le favorite per lo scudetto e non mi ero sbagliato, ha un allenatore che sa tirare fuori il meglio dalle ragazze”.

Quanto crede ancora nella possibilità del double scudetto-Coppa Italia? 

“Siamo ancora in ballo su due fronti e quindi adesso cercheremo di completare l’opera. Con un tecnico nuovo e un totale di 14 inserimenti onestamente la situazione attuale va oltre le aspettative di inizio stagione, quando i nostri obiettivi erano l’accesso al Group Stage e la qualificazione alla prossima Champions. Entrambi raggiunti”. 

 

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Quante cose possono accadere in tre minuti? Per esempio, si può riaprire un campionato? Sì, secondo il direttore della Juventus Women Stefano Braghin che a bocce ferme – e a vantaggio notevolmente ridotto – torna su quanto accaduto domenica nel finale di gara in casa dell’Inter. Su quel rigore che è valso il pari e poi sul ribaltone al minuto 95. Dall’1-2 al 3-2, con le parole di Canzi che ancora risuonano: “Ci stiamo giocando lo scudetto e voi date un rigore così, dovete vergognarvi. Ci guarda tutta l’Italia”. Direttore Braghin, da +13 a +7 in tre minuti… crede che il campionato sia davvero riaperto? “Domenica al 90’ il campionato era virtualmente chiuso, in tre minuti si è riaperto anche perché adesso le inseguitrici stanno molto meglio di noi dal punto di vista psicologico e perché abbiamo ancora lo scontro diretto con entrambe”. A differenza di Canzi, non abbiamo potuto vedere la sua reazione live su quel rigore. “Un episodio che ha influito tantissimo non solo sulla partita, ma sulla storia di questo campionato: è stato un palese abbaglio dell’arbitro. In trent’anni di calcio non ho mai visto un calciatore che contemporaneamente riesce a colpire di testa e a sgambettare volontariamente un avversario. Forse solo in Kung Fu Panda… Seriamente, credo che per dare un rigore al 93esimo in una sfida scudetto servano evidenze ben diverse, posto che qui di evidente c’era ben poco”.

 

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