TORINO - La Juventus è interessata a Thiago Motta. No, nessuna retromarcia dalle parti della Continassa: Tudor resta saldamente al timone fino al termine della stagione, quando verrà presa una decisione sulla guida tecnica del futuro. E nella lista dei papabili per sedere sulla prossima panchina fa semmai capolino il nome del croato, certo non quello dell’italo-brasiliano: i dirigenti bianconeri hanno pochi dubbi sul suo potenziale, che d’altronde li aveva persuasi a puntare su di lui per inaugurare un nuovo progetto tecnico meno di un anno fa, ma l’evoluzione negativa degli scorsi mesi in casa bianconera ha fatto calare una pietra tombale su quel corso. Il club, così, resta sì interessato a Motta, ma nella sola declinazione relativa al suo futuro professionale. Un aspetto legato a doppio filo ai conti bianconeri.
L'addio di Motta
La storia è tanto recente quanto semplice. Nel corso dell’ultima sosta per le Nazionali, infatti, Motta è stato sollevato dall’incarico e la Juventus, di conseguenza, costretta a “caricare” a bilancio le spese future per l’allenatore e per il suo robusto staff. Di quanto parliamo? Di circa 15 milioni, il costo al lordo di tutte le figure legate alla società da contratti in scadenza soltanto al 30 giugno 2027. Una cifra, non a caso, del tutto simile a quella garantita dall’iniezione di liquidità voluta dalla proprietà per scongiurare il rischio di erodere il patrimonio netto, tra mancati incassi per le premature eliminazioni nelle coppe e superiori costi nel mercato di gennaio al fine di tamponare l’emergenza infortuni. In aggiunta, appunto, alla decisione – forse inevitabile, di certo dispendiosa – di sostituire Motta con Tudor in panchina. Il club, per ragioni strettamente legate alla compilazione del bilancio finanziario, ha dovuto accantonare per intero i costi dell’esonero nella trimestrale di inizio anno. Ma non è detto che, in concreto, l’avvicendamento in panchina costi così caro alla Juventus. Anzi.