Motta di nuovo in panchina, la Juve esulta: rispuntano 15 milioni

L’italo-brasiliano sta trascorrendo le giornate in famiglia a Cascais, ma non vede l’ora di tornare: tutti i dettagli

TORINO - La Juventus è interessata a Thiago Motta. No, nessuna retromarcia dalle parti della Continassa: Tudor resta saldamente al timone fino al termine della stagione, quando verrà presa una decisione sulla guida tecnica del futuro. E nella lista dei papabili per sedere sulla prossima panchina fa semmai capolino il nome del croato, certo non quello dell’italo-brasiliano: i dirigenti bianconeri hanno pochi dubbi sul suo potenziale, che d’altronde li aveva persuasi a puntare su di lui per inaugurare un nuovo progetto tecnico meno di un anno fa, ma l’evoluzione negativa degli scorsi mesi in casa bianconera ha fatto calare una pietra tombale su quel corso. Il club, così, resta sì interessato a Motta, ma nella sola declinazione relativa al suo futuro professionale. Un aspetto legato a doppio filo ai conti bianconeri.

L'addio di Motta

La storia è tanto recente quanto semplice. Nel corso dell’ultima sosta per le Nazionali, infatti, Motta è stato sollevato dall’incarico e la Juventus, di conseguenza, costretta a “caricare” a bilancio le spese future per l’allenatore e per il suo robusto staff. Di quanto parliamo? Di circa 15 milioni, il costo al lordo di tutte le figure legate alla società da contratti in scadenza soltanto al 30 giugno 2027. Una cifra, non a caso, del tutto simile a quella garantita dall’iniezione di liquidità voluta dalla proprietà per scongiurare il rischio di erodere il patrimonio netto, tra mancati incassi per le premature eliminazioni nelle coppe e superiori costi nel mercato di gennaio al fine di tamponare l’emergenza infortuni. In aggiunta, appunto, alla decisione – forse inevitabile, di certo dispendiosa – di sostituire Motta con Tudor in panchina. Il club, per ragioni strettamente legate alla compilazione del bilancio finanziario, ha dovuto accantonare per intero i costi dell’esonero nella trimestrale di inizio anno. Ma non è detto che, in concreto, l’avvicendamento in panchina costi così caro alla Juventus. Anzi.

 

 

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L'ascesa dell'italo-brasiliano

Già, perché da qui al 2027 c’è la possibilità che Motta torni ad allenare, uscendo dal contratto con i bianconeri per intraprendere una nuova avventura professionale. Di più: c’è l’alta probabilità che questo accada, anche alla luce del momento della carriera che sta vivendo l’ormai ex allenatore bianconero. Che ha preso la rincorsa tra vivaio del Psg, Spezia e Bologna, raccogliendo ampi consensi, prima della difficile esperienza a Torino. E che all’anagrafe figura come un tecnico in ascesa di appena 42 anni. La sua figura, insomma, fa gola a tante società: alle qualità già messe in mostra nelle ultime stagioni, infatti, l’italo-brasiliano potrà ora aggiungere l’esperienza maturata alla Juventus. Magari dolorosa, ma certamente utile alla sua crescita. E, infatti, il telefono ha già iniziato a squillare in quel di Cascais, località affacciata sull’Atlantico a poco più di 30 chilometri da Lisbona, lì dove l’allenatore sta trascorrendo le giornate in famiglia, circondano dall’affetto della moglie Angela e delle figlie Sophia, Larissa e Beatriz.

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Due club interessati a Thiago

I contatti già avvenuti, tutti con squadre straniere, hanno inevitabilmente assunto i connotati delle perlustrazioni preliminari, all’insegna dei “se” e dei “forse”. Ma nell’ambiente, telefonate o non telefonate, circolano voci sempre più insistenti riguardo l’interesse per Motta da parte di club di primo piano. Come l’Atalanta, che sta valutando il suo profilo - al pari di quello di Sarri - in caso di probabile addio di Gasperini a fine stagione, alla luce di un rapporto che si sta facendo logoro e che rischia ora di influenzare la volata Champions degli orobici. E come il Tottenham, mestamente 14° in Premier League e prossimo a sancire la rottura con Postecoglou: in pole position per la successione figura Iraola, artefice del miracolo Bournemouth, ma la concorrenza e ampia e il nome dell’ex bianconero scatta subito in seconda fila. Sotto gli occhi attenti della Juventus, naturalmente, che a giugno potrebbe trovare un bottino di 15 milioni in più nelle casse rispetto a quanto preventivato. E, di questi tempi, non si tratta di un dettaglio.

 

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TORINO - La Juventus è interessata a Thiago Motta. No, nessuna retromarcia dalle parti della Continassa: Tudor resta saldamente al timone fino al termine della stagione, quando verrà presa una decisione sulla guida tecnica del futuro. E nella lista dei papabili per sedere sulla prossima panchina fa semmai capolino il nome del croato, certo non quello dell’italo-brasiliano: i dirigenti bianconeri hanno pochi dubbi sul suo potenziale, che d’altronde li aveva persuasi a puntare su di lui per inaugurare un nuovo progetto tecnico meno di un anno fa, ma l’evoluzione negativa degli scorsi mesi in casa bianconera ha fatto calare una pietra tombale su quel corso. Il club, così, resta sì interessato a Motta, ma nella sola declinazione relativa al suo futuro professionale. Un aspetto legato a doppio filo ai conti bianconeri.

L'addio di Motta

La storia è tanto recente quanto semplice. Nel corso dell’ultima sosta per le Nazionali, infatti, Motta è stato sollevato dall’incarico e la Juventus, di conseguenza, costretta a “caricare” a bilancio le spese future per l’allenatore e per il suo robusto staff. Di quanto parliamo? Di circa 15 milioni, il costo al lordo di tutte le figure legate alla società da contratti in scadenza soltanto al 30 giugno 2027. Una cifra, non a caso, del tutto simile a quella garantita dall’iniezione di liquidità voluta dalla proprietà per scongiurare il rischio di erodere il patrimonio netto, tra mancati incassi per le premature eliminazioni nelle coppe e superiori costi nel mercato di gennaio al fine di tamponare l’emergenza infortuni. In aggiunta, appunto, alla decisione – forse inevitabile, di certo dispendiosa – di sostituire Motta con Tudor in panchina. Il club, per ragioni strettamente legate alla compilazione del bilancio finanziario, ha dovuto accantonare per intero i costi dell’esonero nella trimestrale di inizio anno. Ma non è detto che, in concreto, l’avvicendamento in panchina costi così caro alla Juventus. Anzi.

 

 

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