Juve, si va a processo per il caso plusvalenze: nessun vizio di forma

Il 19 maggio inizieranno a parlare le parti, poi il giudice si pronuncerà sul probabile rinvio a giudizio
Juve, si va a processo per il caso plusvalenze: nessun vizio di forma
© Marco Canoniero

TORINO - Si va avanti con il processo nei confronti della Juventus e di alcuni ex dirigenti (tra cui Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici e Maurizio Arrivabene) nell’ambito dell’inchiesta Prisma su plusvalenze e manovre stipendi. Il Gup di Roma Anna Maria Gavoni ha respinto la richiesta della difesa di annullare il rinvio a giudizio per vizio di forma. Gli avvocati Davide Sangiorgio e Maurizio Bellacosa avevano evidenziato due vizi formali, riguardanti il sequestro di materiale informatico durante le due perquisizioni compiute nel 2021 e la mancata selezione del solo materiale pertinente al caso indicato nel decreto di perquisizione, perché erano stati prelevati anche dati sensibili e coperti da privacy, come foto personali o cartelle cliniche. Per il giudice, però, tutto si è svolto regolarmente e così ha rigettato le eccezioni, dichiarando inammissibile la richiesta di incidente probatorio e infondata la questione di legittimità costituzionale. Nella prossima udienza, fissata per lunedì 19 maggio, si andrà avanti con l’udienza preliminare, che non è ancora arrivata alle battute finali: dopo le eccezioni della difesa, tutte le parti devono ancora prendere la parola.

Processo Juve: i tempi

La Procura, che il 17 luglio dell’anno scorso ha chiesto il rinvio a giudizio di una decina di persone, le associazioni e anche gli azionisti che si sono costituiti parte civili (sono circa duecento, dai soci alla Consob, dal Codacons al Fondo Libico e all’Associazione Consumatori), infine gli avvocati difensori. Per ascoltare le parti servirà almeno un’altra udienza, probabilmente a giugno, prima che il Gup possa pronunciarsi. Nel caso in cui, come appare probabile, venisse accolta la richiesta della Procura, che ha chiesto il rinvio a giudizio per le accuse, a seconda delle posizioni dei vari indagati, di aggiotaggio, falso in bilancio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni nell’ambito di plusvalenze fittizie e manovre sugli stipendi dei calciatori durante la pandemia del 2020, allora verrà istruito il processo. 

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Fino a 10 anni di processo

Immaginare quando possa iniziare è un esercizio difficile visti i tempi, biblici, del tribunale di Roma, ma quando c’è di mezzo la Juventus si assistono a improvvise accelerazioni, come ha evidenziato la stessa giustizia sportiva che per le plusvalenze ha inflitto una pesante penalizzazione (15 punti, poi ridotti in appello a 10) in classifica sul finire della stagione 2022-23. Comunque, il processo non partirebbe prima dell’autunno, tre anni dopo la chiusura delle indagini da parte della Procura di Torino, da cui è partita l’inchiesta prima che la Corte di Cassazione trasferisse gli atti a Roma per l’incompetenza territoriale di Torino. Parlare di prescrizione adesso, ancora prima che inizi il processo, appare inutile perché con la nuova legge i tempi si sono dilatati, con tanto di sospensione tra il primo grado di giudizio e l’appello, e si potrebbe arrivare anche a dieci anni. Dipende dal tipo di reato finanziario commesso e dalla data in cui si è consumato il reato, ovvero tra il 2019 e il 2021.  

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TORINO - Si va avanti con il processo nei confronti della Juventus e di alcuni ex dirigenti (tra cui Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici e Maurizio Arrivabene) nell’ambito dell’inchiesta Prisma su plusvalenze e manovre stipendi. Il Gup di Roma Anna Maria Gavoni ha respinto la richiesta della difesa di annullare il rinvio a giudizio per vizio di forma. Gli avvocati Davide Sangiorgio e Maurizio Bellacosa avevano evidenziato due vizi formali, riguardanti il sequestro di materiale informatico durante le due perquisizioni compiute nel 2021 e la mancata selezione del solo materiale pertinente al caso indicato nel decreto di perquisizione, perché erano stati prelevati anche dati sensibili e coperti da privacy, come foto personali o cartelle cliniche. Per il giudice, però, tutto si è svolto regolarmente e così ha rigettato le eccezioni, dichiarando inammissibile la richiesta di incidente probatorio e infondata la questione di legittimità costituzionale. Nella prossima udienza, fissata per lunedì 19 maggio, si andrà avanti con l’udienza preliminare, che non è ancora arrivata alle battute finali: dopo le eccezioni della difesa, tutte le parti devono ancora prendere la parola.

Processo Juve: i tempi

La Procura, che il 17 luglio dell’anno scorso ha chiesto il rinvio a giudizio di una decina di persone, le associazioni e anche gli azionisti che si sono costituiti parte civili (sono circa duecento, dai soci alla Consob, dal Codacons al Fondo Libico e all’Associazione Consumatori), infine gli avvocati difensori. Per ascoltare le parti servirà almeno un’altra udienza, probabilmente a giugno, prima che il Gup possa pronunciarsi. Nel caso in cui, come appare probabile, venisse accolta la richiesta della Procura, che ha chiesto il rinvio a giudizio per le accuse, a seconda delle posizioni dei vari indagati, di aggiotaggio, falso in bilancio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni nell’ambito di plusvalenze fittizie e manovre sugli stipendi dei calciatori durante la pandemia del 2020, allora verrà istruito il processo. 

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