Evra: "Dybala, addio alla Juve? Aveva problemi con Allegri. All'inizio lo hanno ucciso"

L'ex terzino bianconero ricorda le qualità della Joya e i suoi anni con la Vecchia Signora: "Ho visto grandi giocatori piangere dopo due giorni di allenamenti"

"Quando sono andato alla Juventus mi sono reso conto di non essermi mai allenato così duramente, nonostante nove anni allo United. In confronto a quello ero in vacanza. Pazzesco…". Inizia così l'intervento di Patrice Evra al canale YouTube SDS, nel quale ripercorre la sua avventura in bianconero, dall'estate 2014 al gennaio 2017: "Come terzino, poi, volevano che corressi 15km a partita. Ma eravamo la Juventus, quindi avevamo molto possesso palla, quindi in qualche partita ne ho corsi 10-12. Poi, il giorno dopo, non è un giorno di riposo, ma fai la sessione di allenamento e devi correre per altri 15km. Poi la Juventus fa analisi, hanno i computer… non puoi barare. Via, a controllare il battito cardiaco. Una volta a settimana. E poi gli esami del sangue, controllano cosa mangi, qualsiasi cosa. Per quando andiamo a letto a casa avevamo uno strumento, che metti prima di dormire, così sanno esattamente quante ore dormi".

Evra, il ristorante Juve

Il racconto del periodo in bianconero di Patrice continua ricordando il grado di attenzione ad ogni minimo dettaglio all'interno del club: "Ricordo il primo giorno che ho firmato, sono andato al ristorante e ho ordinato della pasta alla carbonara e tutto il resto. E la cameriera, come se mi conoscesse, ha detto: 'Oh, Mr. Evra, stia attento. Domani ha l'allenamento, deve correre…'. Mi ricordo anche di me e Pogba. A volte ho visto persone con porzioni abbondanti, altre normali e altre senza niente, sai. Io e Paul siamo andati in cucina e in realtà c'era la foto di ogni giocatore e un colore. Quindi se hai una porzione verde, hai una buona porzione, arancione, tipo media. E ti assicuro che una verde è come il digiuno, è come il Ramadan".

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"Ho visto grandi giocatori piangere"

Evra, rimanendo sull'intensità degli allenamenti vissuti alla Juve, ha proseguito: "Ho visto grandi giocatori che hanno firmato per la Juventus e dopo due allenamenti hanno iniziato a piangere. Dicevano 'Questo non è calcio', e parlo di giocatori che hanno giocato per grandi club in Spagna. Capisci cosa intendo? No, no, seriamente. Non ho mai visto una cosa del genere. Ed è anche per questo che non si possono paragonare i campionati. Dico sempre che la Premier League è come due lottatori. Tu mi dai un pugno, io te ne do un altro. In Italia invece è più come una partita a scacchi. Si analizzano anche i calci d'angolo. Quindi devi essere molto maturo, molto paziente. E corri come un matto. Io, a dire il vero, sono arrivato alla Juventus a 33 anni e non mi sono mai sentito così. Neanche a 20 anni ho mai fatto questa quantità di cardio. I miei primi tre mesi ho fatto davvero fatica perché ti alleni anche il giorno della partita. Non è come andare a fare una passeggiata, come facciamo noi in uno stadio. Vai ad allenarti, un sacco di esercizi ogni volta. Mi dicevo 'Ma la partita è in ritardo? Non giochiamo stasera? È proprio un altro livello".

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"Solo Messi come Dybala"

Poi, un passaggio sul periodo passato con Dybala a Torino e sulle qualità della Joya: "Mi ricordo quando è arrivato. Lo hanno ammazzato. Buffon, Chiellini, Barzagli. Dicevano 'Dai, Patrice, questa non è la maglia del Palermo, questa è la Juventus. Non è una maglia facile'. Io sono andato da lui e gli ho detto: 'Paulo, perché non giochi libero di testa? Pochi giocatori hanno il tuo tocco di palla'. Ho visto in vita mia Messi e Dybala. Wow… Ti assicuro che quando tirava centrava la porta 9 volte su 10. Quindi gli ho detto solo 'Liberati!'. Ma non ho mai visto un giocatore così dotato. Ero vicino a concludere l'accordo con Dybala all'ultimo minuto per portarlo allo United. Ho parlato con lui, ho insistito davvero tanto… Sono rimasto piuttosto deluso quando ha lasciato la Juve. Non avrebbe mai dovuto andarsene, ma aveva qualche problema con Allegri ai tempi. Che giocatore! Avrei voluto che firmasse per lo United. Sarebbe stato grandioso. Ricordo quell'estate e la sua grande personalità".

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"Coman? Sui 100m con Henry, Mbappé e Dembélé..."

Infine, Patrice ha ricordato anche le qualità di Coman, che in bianconero trovò poco spazio prima di lasciare Torino per andare al Bayern Monaco: "Era triste perché avrebbe voluto giocare ogni singola partita. Ma era solo la mentalità italiana che lo considerava troppo giovane. E poi vedi cosa ha fatto al Bayern, perché è anche un giocatore sottovalutato, persino in nazionale francese. Quando ha lasciato la Juve... wow. Ha lasciato il Psg, poi la sua carriera è impazzita. C'era un periodo in cui vinceva sempre. Vinceva il campionato ogni anno. Finché, oltre al campionato, ha vinto anche il premio di migliore in campo della finale di Champions League, segnando il gol della vittoria. Cavolo. Chi vince sui 100m tra Henry, Mbappé, Dembélé e Coman? Coman, fidati".

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"Quando sono andato alla Juventus mi sono reso conto di non essermi mai allenato così duramente, nonostante nove anni allo United. In confronto a quello ero in vacanza. Pazzesco…". Inizia così l'intervento di Patrice Evra al canale YouTube SDS, nel quale ripercorre la sua avventura in bianconero, dall'estate 2014 al gennaio 2017: "Come terzino, poi, volevano che corressi 15km a partita. Ma eravamo la Juventus, quindi avevamo molto possesso palla, quindi in qualche partita ne ho corsi 10-12. Poi, il giorno dopo, non è un giorno di riposo, ma fai la sessione di allenamento e devi correre per altri 15km. Poi la Juventus fa analisi, hanno i computer… non puoi barare. Via, a controllare il battito cardiaco. Una volta a settimana. E poi gli esami del sangue, controllano cosa mangi, qualsiasi cosa. Per quando andiamo a letto a casa avevamo uno strumento, che metti prima di dormire, così sanno esattamente quante ore dormi".

Evra, il ristorante Juve

Il racconto del periodo in bianconero di Patrice continua ricordando il grado di attenzione ad ogni minimo dettaglio all'interno del club: "Ricordo il primo giorno che ho firmato, sono andato al ristorante e ho ordinato della pasta alla carbonara e tutto il resto. E la cameriera, come se mi conoscesse, ha detto: 'Oh, Mr. Evra, stia attento. Domani ha l'allenamento, deve correre…'. Mi ricordo anche di me e Pogba. A volte ho visto persone con porzioni abbondanti, altre normali e altre senza niente, sai. Io e Paul siamo andati in cucina e in realtà c'era la foto di ogni giocatore e un colore. Quindi se hai una porzione verde, hai una buona porzione, arancione, tipo media. E ti assicuro che una verde è come il digiuno, è come il Ramadan".

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