Vlahovic ora incontra Comolli: la Juve ragiona così dopo la pietra di Giuntoli

Le parole del dirigente francese e il dossier Dusan da riaprire: tutte le ragioni economiche, sportive ed emotive per fare chiarezza

TORINO - Il pensiero di Damien Comolli è scevro di pregiudizi. Nella testa del dirigente francese c’è spazio per gigabyte di dati, non per gli apriorismi. Un modo d’intendere che strizza l’occhio alle porte aperte, al limite socchiuse. Non a quelle sbattute in faccia. E il discorso vale anche per uno dei dossier più delicati in questo momento sulla scrivania alla Continassa: quello relativo a Dusan Vlahovic. I dubbi sulla sua permanenza alla Juventus, beninteso, sono destinati a rimanere. Ma, ora che l’ex presidente del Tolosa si è ufficialmente insediato, a Torino non avranno cittadinanza quelle premesse che, fino a pochi giorni fa, potevano sembrare scontate. “Alla luce dell’imminente addio di Vlahovic, l’attacco della Juventus…”. Ecco, no.

Comolli, confronto con Vlahovic

La pratica intestata al bomber serbo è aperta. E lo resterà ancora per alcuni giorni, quantomeno. Il tempo necessario affinché Comolli e Vlahovic si siedano allo stesso tavolo e si guardino negli occhi. Da lì in poi, naturalmente, si giocherà la partita sul futuro dell’attuale numero nove bianconero, ma il fischio d’inizio deve ancora essere celebrato. C’è un antefatto, semmai, una rapida telefonata introduttiva del primo al secondo. Ma nulla di più. DV9 fino a ieri sera è stato impegnato con la Nazionale della Serbia e il fresco direttore generale della Juventus ha voluto rispettare il momento di Vlahovic, rinviando una chiacchierata più approfondita alle giornate successive al suo rientro in Italia.

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Vlahovic-Juve: su cosa si ragiona

Giornate che sono ormai imminenti, a dirla tutta. Perché la selezione balcanica ha concluso nella serata di ieri i suoi impegni sulla strada verso i Mondiali 2026 e l’attaccante è atteso alla Continassa nella seconda parte della settimana, già domani con buona probabilità. E, poi, che cosa succederà? I due attori protagonisti si incontreranno, appunto, e approfondiranno i rispettivi punti di vista. Intorno a due focus, in particolare, come riconosciuto ieri in conferenza stampa dallo stesso Comolli. Il primo è di natura psicologica: "Devo capire le sue sensazioni, qual è il suo rapporto con il club e che cosa ha in mente", ha spiegato il direttore generale.

"Bisogna fare chiarezza"

Sottolineando, al contempo, come sia cruciale anche l’aspetto legato all’oneroso stipendio di Vlahovic, in procinto di entrare nell’ultimo anno di contratto con i bianconeri: "Bisogna fare chiarezza su quello che desidera, se intende andare a scadenza oppure no", ha proseguito il dirigente transalpino. Lasciando intendere che, a prescindere dal fatto che si imbocchi il viale dell’addio o si costruisca un nuovo sentiero insieme, l’attuale accordo da 12,5 milioni netti tra parte fissa e bonus integrativi non sia sostenibile per la linea strategica del club.

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Vlahovic, se sarà addio...

Il nodo, d’altronde, è sempre stato economico, oltre che tecnico. E pure emotivo, per via del nervosismo che troppo spesso prende il sopravvento nelle prestazioni di Vlahovic. Giuntoli aveva sostanzialmente già messo una pietra sopra il rapporto tra il serbo e il club, a costro di trovare soluzioni al ribasso pur di veder partire la punta. Che finora, però, è stato approcciato in maniera concreta dal solo Fenerbahce, destinazione che non scalda le ambizioni del classe 2000. Milan e Atletico Madrid, all’orizzonte, potrebbero cambiare gli scenari, avanzano una proposta interessante tanto per la società bianconera quanto per l’attaccante di Belgrado. A meno che, appunto, Comolli non inauguri nei prossimi giorni una nuova via...

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TORINO - Il pensiero di Damien Comolli è scevro di pregiudizi. Nella testa del dirigente francese c’è spazio per gigabyte di dati, non per gli apriorismi. Un modo d’intendere che strizza l’occhio alle porte aperte, al limite socchiuse. Non a quelle sbattute in faccia. E il discorso vale anche per uno dei dossier più delicati in questo momento sulla scrivania alla Continassa: quello relativo a Dusan Vlahovic. I dubbi sulla sua permanenza alla Juventus, beninteso, sono destinati a rimanere. Ma, ora che l’ex presidente del Tolosa si è ufficialmente insediato, a Torino non avranno cittadinanza quelle premesse che, fino a pochi giorni fa, potevano sembrare scontate. “Alla luce dell’imminente addio di Vlahovic, l’attacco della Juventus…”. Ecco, no.

Comolli, confronto con Vlahovic

La pratica intestata al bomber serbo è aperta. E lo resterà ancora per alcuni giorni, quantomeno. Il tempo necessario affinché Comolli e Vlahovic si siedano allo stesso tavolo e si guardino negli occhi. Da lì in poi, naturalmente, si giocherà la partita sul futuro dell’attuale numero nove bianconero, ma il fischio d’inizio deve ancora essere celebrato. C’è un antefatto, semmai, una rapida telefonata introduttiva del primo al secondo. Ma nulla di più. DV9 fino a ieri sera è stato impegnato con la Nazionale della Serbia e il fresco direttore generale della Juventus ha voluto rispettare il momento di Vlahovic, rinviando una chiacchierata più approfondita alle giornate successive al suo rientro in Italia.

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