TORINO - Tutto intorno a lui. Cioè a Damien Comolli. La nuova Juventus, quella che è oggi e quella che sarà soprattutto domani, dipenderà dalle scelte, dalla forza, dall’operato del prossimo amministratore delegato, pronto a prendere il posto di Maurizio Scanavino, Ceo in uscita e tra poco meno di un mese. Il tempo di raggiungere la prossima Assemblea degli azionisti del 7 novembre: lì si toglierà il velo sulle novità bianconere. E si capirà meglio la gerarchia, trovandosi di fronte a un organigramma più chiaro e privato dell’alone di mistero ancora molto forte. A prescindere, nessun dubbio: dopo John Elkann, massima espressione della proprietà, sarà Comolli a raccogliere il testimone più pesante, a diventare l’uomo delle decisioni. In fondo, lo è da settimane, praticamente dal suo arrivo, ma il passaggio sarà tanto formale quanto chiarificatore. Eliminerà ogni imbarazzo sulle direzioni di alcune scelte, da dove partiranno e chi sarà a innescarle. Alla stessa, metaforica, altezza resiste però il ruolo del presidente, casella oggi occupata da Gianluca Ferrero. Che sulle questioni di campo, prettamente di campo, preferisce astenersi. Ma su tutto il resto, dalla politica sportiva alla rappresentanza più pura, è stato un asset silenzioso, ma determinante per il club. Per Elkann in primis. Va da sé: si ripartirà anche da qui, e qualcosa sarà poi delegato.
Juve, la squadra di Damien Comolli
Giorgio Chiellini - al momento Director of Football Strategy bianconero - ha già raccolto l’eredità di Francesco Calvo, e sembra destinato ora a raddoppiare. Sarà evidentemente centrale nell’Efc (ex Eca) ed è il favorito a occupare il posto vacante in quota Lega Serie A come consigliere federale, posizione per la quale si attendono le nuove elezioni del 3 novembre, quattro giorni prima dell’ingresso dell’ex capitano all’interno del Consiglio d’Amministrazione juventino. Settimane calde, dunque. Pure per l’arrivo di Darren Burgess a Torino: lo scorso 24 settembre è stato ufficializzato come Director of Performance e farà parte della dirigenza sportiva a tutti gli effetti. L’accostamento è con Igor Tudor, capo allenatore. Il motivo è facilmente intuibile: avrà mandato persino di supervisione sulla gestione fisica dei calciatori, e con l’allenatore collaborerà per garantire il massimo del rendimento da parte della squadra.
