Juve, Miretti ai box da sei mesi
Il rientro di Miretti offre delle soluzioni in più, ma serve una premessa necessaria: ha trovato spazio in alcune amichevoli pre-campionato (contro la Reggiana, a Dortmund e pure all’Allianz Stadium nel test contro la Next Gen), ma non gioca una partita ufficiale dal 13 aprile. Un lasso di tempo molto lungo, dettato da due infortuni diversi. Quello col Genoa rimediato alla spalla: lussazione acromion-claveare che ha costretto Miretti ad operarsi. Un problema antipatico, che gli ha fatto saltare la parte finale del campionato in Liguria. Poi, con Tudor, sorge un altro guaio: a metà agosto una lesione muscolare di basso grado del muscolo semitendinoso della coscia destra complica notevolmente la preparazione fisica del classe 2003, che già da qualche settimana sperava di rientrare. Un ritorno rimandato di settimana in settimana, fino alla svolta degli ultimi giorni.
La corte di Conte e la permanenza alla Continassa
E dire che l’estate di Miretti, anche in chiave mercato, è stata piuttosto anomala: il lungo inseguimento del Napoli, la corte sfrenata di Antonio Conte e la risposta categorica della Juve. Come a dire: il prezzo, per Fabio, lo facciamo noi. Così l’ipotesi del trasferimento è saltata, sebbene il primo sponsor di Miretti fosse Giovanni Manna, che tra Vinovo e la Continassa l’aveva conosciuto da vicino. Assaggiandone qualità, ma soprattutto potenzialità futuribili. Adesso il saluzzese lavora riprendersi la Juve. A prescindere dal ruolo che gli cucirà addosso Tudor, Miretti non vede l’ora di giocare. Di sentirsi nuovamente protagonista. Sicuramente darà una grossa mano: un ragazzo di 22 anni che ha già 113 presenze in prima squadra (di cui 83 in Serie A e 30 in Serie C) merita una considerazione che avrà. Il suo valore è indiscutibile. Ha fatto perdere la testa persino a Conte, timoniere non certo abituato ai colpi di fulmine.
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