"Ho aspirazioni dirigenziali, mi auguro di poter avere un ruolo importante e decisionale perché© penso di avere il profilo giusto. L'esperienza che sto facendo nel Marsiglia spero possa darmi in futuro la possibilità di realizzare il mio sogno". Si vede dietro una scrivania Fabrizio Ravanelli, oggi consulente per l'OM, intervistato da "Dribbling" in onda domani alle 18 su Rai2.
"Alla Juve serve tempo"
Ex attaccante, per Ravanelli "in Italia ci sono tanti talenti che non giocano a causa di situazioni preferenziali a scapito di chi meriterebbe. Serve più professionalità, allenatori all'altezza della situazione soprattutto nelle scuole calcio e nei settori giovanili. Per crescere è fondamentale avere un maestro che sappia insegnare l'attività di base. Pio Esposito? Mi da l'idea di avere la testa sulle spalle e di essere determinato. In campo ha delle caratteristiche che lo fanno assomigliare a me". Inevitabile parlare della "sua" Juve. "Le serve tempo, ad oggi non è in grado di competere con squadre come Napoli, Inter e Milan. Bisogna dare la possibilità a Comolli e a tutti i dirigenti di lavorare serenamente. Per la lotta allo scudetto credo ci vorrà qualche anno. Ho conosciuto Comolli e mi ha dato l'impressione di avere quella competenza necessaria per far crescere il club". Guardandosi indietro, se "la vittoria della Champions è stata la mia più grande emozione come giocatore", tra i rimpianti c'è quello di "aver lasciato la Juve e non aver giocato la Coppa Intercontinentale. E' stato un errore che non mi perdono. Un peccato è stato ammalarmi prima del Mondiale del '98 in Francia".