Se l'obiettivo è ripartire, la necessità è di farlo innanzitutto da Kenan Yildiz. Il numero dieci, il talento in assoluto, l'unico in grado di raccogliere un'eredità - soprattutto tecnica - pesante. E Spalletti lo sa. Non è stato felice di doverne fare a meno al debutto, a Cremona. Però ha compreso di doverlo fare più concretamente per un bene superiore: quello di poterlo schierare in una gara già decisiva, come sarà la partita di martedì con lo Sporting Lisbona. Dovrebbe esserci, il turco, nella prima fase della rincorsa Champions. O meglio: potrebbe esserci. Differenze sottili. Comunque chiare. Il motivo del dubbio? Si lega alle sensazioni del ragazzo, con cui c'è stato inoltre un confronto nelle ore che hanno anticipato la trasferta lombarda. In soldoni: un compromesso. Saltarne una per evitare di farlo ancora. Guarire, e stavolta seriamente. Perché poi le partite si sommano e gli strascichi ci sono, da inevitabile destino.
Spalletti, in attesa di Yildiz
Tra avere Kenan e non averlo passa, del resto, una differenza enorme. Una differenza che anche allo Zini ha avuto una sua porzione di evidenza. E allora, ecco, se dovesse arrivare il suo okay definitivo a quel punto si farà di tutto per poter evitare di ricascarci, come si farà di tutto per raccogliere le indicazioni di Cremona e provare a costruire una nuova continuità anche allo Stadium, dove il popolo bianconero è pronto a conoscere più da vicino Luciano Spalletti. A proposito: la sua mano si è vista sin da subito, la scelta di iniziare a tre in difesa - può confermarla, in Champions - ha indicato in maniera cristallina quale sia il percorso dell'ex commissario tecnico, che nelle settimane precedenti alla chiamata di Comolli e Chiellini aveva (già) immaginato un'eventuale Juve vestita con i tre centrocampisti e i due attaccanti, ma dando continuità ai dettami difensivi. Almeno inizialmente.
