Zhegrova tra infortuni e bocciature: ormai è un caso. Adesso anche i tifosi si interrogano

Dal suo arrivo in bianconero, l’ex Lilla ha giocato solo 36 minuti. Autonomia ridotta e incertezza sui tempi per ritrovarlo al 100% e quelle parole di Tudor in conferenza...

TORINO - È arrivato a Torino con l’aria di chi deve ripartire da zero, dopo un lungo viaggio nel dolore, all’insegna dell’attesa mista all’incertezza. Un’idea rimasta in sospeso, qualcosa che la Juventus ha intravisto ma che ancora non è riuscita a toccare. Edon Zhegrova, dopo la gara con l’Inter, ci è sempre stato, ma mai davvero: nei tabellini, nei piani di Tudor, nelle sedute in cui sembrava tornato quello di un anno fa, prima che la pubalgia lo costringesse - anzitempo - a terminare la sua avventura in Francia. Uno stop lunghissimo, in cui l’esterno kosovaro-albanese aveva persino temuto di poter più giocare ad alti livelli. Poi i progressi, palpabili, che hanno spinto la dirigenza bianconera a portarlo a Torino, bruciando la concorrenza del Marsiglia. Una scommessa del dg Comolli - come certifica il costo del cartellino (15,5 milioni), incompatibile con i numeri registrati in carriera - destinata a fruttare a partire dalla sosta per le nazionali di ottobre, a margine della quale Edon sarebbe dovuto rientrare a pieno regime nelle rotazioni di Igor Tudor.

Zhegrova, dal Dortmund all'oblio

Il tecnico lo ha maneggiato con la pazienza di chi conosce i corpi fragili e le anime che temono di rompersi di nuovo. Da lì la scelta di convocarlo a sorpresa per la gara con il Borussia Dortmund, in cui gli sono bastati giusto 3 minuti per riaccendere la curiosità del popolo bianconero, dal momento che Zhegrova con un paio di spunti, dribbling e progressioni palla al piede, si è rivelato decisivo nella conquista di quel pari pirotecnico firmato da Vlahovic e Kelly. Un impatto positivo che - sulla carta - lo avrebbe portato a disputare sempre più minuti fino ad arrivare, chissà, a meritarsi regolarmente un posto sulla trequarti. E così è stato per le due gare con Verona e Atalanta, prima di sprofondare nuovamente nell’oblio. Alle bocciature contro Milan e Villarreal, è seguito un altro stop, l’ennesimo, per via di quel pube che sembra non dargli più tregua.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

Tudor: "Con Zhegrova bisogna essere cauti"

A tre mesi dal suo arrivo alla Juventus, Zhegrova è diventato ormai un caso. Sì, perché Comolli non lo ha preso per fare numero, ma per rimpolpare un reparto che avrebbe disperato bisogno di un profilo dalle sue caratteristiche. Un giocatore abile nell’uno contro uno, con il fiuto del gol, oltreché abilissimo nello spedire i compagni in porta. Basti pensare che un anno fa il kosovaro, prima dello stop, aveva già messo a referto 8 gol e 2 assist in 18 presenze stagionali con il Lilla tra Ligue 1 e Champions. A confermare l’incertezza sulle sue condizioni ci ha pensato lo stesso Tudor, intervenuto ieri nella conferenza stampa alla vigilia del match contro la Lazio: «Edon arriva da un anno senza giocare, l’abbiamo buttato dentro in un paio di occasioni, poi quando è tornato dagli impegni con la Nazionale si è dovuto fermare a margine di un allenamento un po’ più pesante del solito. Purtroppo, lui ha questo problema: ogni volta che prova a spingere si ripresenta… Dovremo essere cauti con lui, allenandolo nel modo giusto. Non so quando lo riavrò al meglio. Per il momento può aiutarci con la sua brillantezza negli ultimi 20/30 minuti. Ma è impossibile che possa giocare titolare». 

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TORINO - È arrivato a Torino con l’aria di chi deve ripartire da zero, dopo un lungo viaggio nel dolore, all’insegna dell’attesa mista all’incertezza. Un’idea rimasta in sospeso, qualcosa che la Juventus ha intravisto ma che ancora non è riuscita a toccare. Edon Zhegrova, dopo la gara con l’Inter, ci è sempre stato, ma mai davvero: nei tabellini, nei piani di Tudor, nelle sedute in cui sembrava tornato quello di un anno fa, prima che la pubalgia lo costringesse - anzitempo - a terminare la sua avventura in Francia. Uno stop lunghissimo, in cui l’esterno kosovaro-albanese aveva persino temuto di poter più giocare ad alti livelli. Poi i progressi, palpabili, che hanno spinto la dirigenza bianconera a portarlo a Torino, bruciando la concorrenza del Marsiglia. Una scommessa del dg Comolli - come certifica il costo del cartellino (15,5 milioni), incompatibile con i numeri registrati in carriera - destinata a fruttare a partire dalla sosta per le nazionali di ottobre, a margine della quale Edon sarebbe dovuto rientrare a pieno regime nelle rotazioni di Igor Tudor.

Zhegrova, dal Dortmund all'oblio

Il tecnico lo ha maneggiato con la pazienza di chi conosce i corpi fragili e le anime che temono di rompersi di nuovo. Da lì la scelta di convocarlo a sorpresa per la gara con il Borussia Dortmund, in cui gli sono bastati giusto 3 minuti per riaccendere la curiosità del popolo bianconero, dal momento che Zhegrova con un paio di spunti, dribbling e progressioni palla al piede, si è rivelato decisivo nella conquista di quel pari pirotecnico firmato da Vlahovic e Kelly. Un impatto positivo che - sulla carta - lo avrebbe portato a disputare sempre più minuti fino ad arrivare, chissà, a meritarsi regolarmente un posto sulla trequarti. E così è stato per le due gare con Verona e Atalanta, prima di sprofondare nuovamente nell’oblio. Alle bocciature contro Milan e Villarreal, è seguito un altro stop, l’ennesimo, per via di quel pube che sembra non dargli più tregua.

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