Juve, fatture false? Accusa già caduta. Ma intanto la giustizia sportiva…

Gli ex vertici del club bianconero sollevati dall’ipotesi di reato prima ancora del via al processo: nessun rilievo fiscale

TORINO - L’esigenza di celerità orgogliosamente rivendicata dalla giustizia sportiva, non è una novità, cela il rischio di aprire a scenari ambigui se non paradossali. Il processo alla Juventus per il caso plusvalenze, dopo l’iniziale assoluzione del club bianconero, è stato riaperto e rilanciato negli scorsi mesi dagli elementi sopraggiunti dalla Procura della Repubblica di Torino, per esempio, senza che questi fossero ancora stati passati al vaglio di un giudicante. E con la possibilità, in linea ipotetica, che nell’alveo della giustizia ordinaria tutto si risolva poi in una bolla di sapone. Non ci sono segnali così estremi, almeno al momento, ma è quantomeno singolare che il processo penale inizi a risultare ridimensionato prima ancora di cominciare.

I -10 alla Juventus

Dalle accuse mosse agli allora apicali del club, infatti, è già stata stralciata l’ipotesi di reato relativa a “emissioni di fatture per operazioni inesistenti con riguardo alle operazioni foriere di plusvalenze fittizie”. E il processo, in attesa della pronuncia della Cassazione sulla competenza territoriale, non ha appunto ancora superato nemmeno lo striscione del via. Ma, intanto, alla Juventus sono stati sottratti in maniera definitiva 10 punti nell’ultimo campionato e, soprattutto, un centinaio di milioni malcontati nelle casse in conseguenza della penalizzazione, tra mancato accesso alla prossima Champions League e altri effetti collaterali minori.

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Somma zero

Il nuovo scenario ha preso forma di fronte alla constatazione, da parte del procuratore aggiunto Marco Gianoglio e del sostituto Mario Bendoni, che le operazioni di scambio contestate non avessero alcuna finalità fiscale, risultando dunque – come si suol dire – a “somma zero” da un punto di vista strettamente finanziario. Per questo motivo, dunque, la posizione degli ex vertici del club bianconero, ovvero Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici, Marco Re, Stefano Bertola e Stefano Cerrato, è stata alleggerita dell’accusa di false fatturazioni, mentre in piedi rimangono i capi d’imputazione di falso in bilancio, aggiotaggio e ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza. La plusvalenza in sé, d’altronde, se consente di iscrivere a bilancio un ricavo immediato, dall’altra finisce inesorabilmente per “appesantire” i conti a lungo termine delle società a causa degli ammortamenti. E certo non da oggi.

I tre sindaci

Ma questa non è stata l’unica archiviazione chiesta e ottenuta dai pm prima del via al processo, la cui prossima udienza è stata fissata dal gup Marco Picco per il 26 ottobre. I tre ex “sindaci” della Juventus, ovvero Paolo Piccatti, Nicoletta Pracchini e Silvia Lirici, hanno visto stralciate le accuse nei loro confronti dopo che i magistrati hanno riscontrato - attraverso indagini e interrogatori - la loro mancata conoscenza dei profili illeciti e, in particolare, la loro estraneità rispetto all’accusa di false comunicazioni sociali per i presunti bilanci artefatti attraverso plusvalenze e manovre stipendi.

Udienza a ottobre

Il prossimo passo dell’inchiesta Prisma, allora, sarà quello atteso nella giornata del 6 settembre, quando i giudici della Cassazione scioglieranno le riserve sul tema della competenza territoriale, “patata bollente” che il gup Picco ha passato di mano in ottemperanza alla possibilità assicurata dalla recente Riforma Cartabia. A Torino una nuova udienza preliminare è già stata fissata per il 26 ottobre, ma nel frattempo si scoprirà se il processo dovrà essere spostato di sede: in lizza Milano, sede della Borsa, e Roma, dove sono materialmente custoditi i server di Piazza Affari.

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TORINO - L’esigenza di celerità orgogliosamente rivendicata dalla giustizia sportiva, non è una novità, cela il rischio di aprire a scenari ambigui se non paradossali. Il processo alla Juventus per il caso plusvalenze, dopo l’iniziale assoluzione del club bianconero, è stato riaperto e rilanciato negli scorsi mesi dagli elementi sopraggiunti dalla Procura della Repubblica di Torino, per esempio, senza che questi fossero ancora stati passati al vaglio di un giudicante. E con la possibilità, in linea ipotetica, che nell’alveo della giustizia ordinaria tutto si risolva poi in una bolla di sapone. Non ci sono segnali così estremi, almeno al momento, ma è quantomeno singolare che il processo penale inizi a risultare ridimensionato prima ancora di cominciare.

I -10 alla Juventus

Dalle accuse mosse agli allora apicali del club, infatti, è già stata stralciata l’ipotesi di reato relativa a “emissioni di fatture per operazioni inesistenti con riguardo alle operazioni foriere di plusvalenze fittizie”. E il processo, in attesa della pronuncia della Cassazione sulla competenza territoriale, non ha appunto ancora superato nemmeno lo striscione del via. Ma, intanto, alla Juventus sono stati sottratti in maniera definitiva 10 punti nell’ultimo campionato e, soprattutto, un centinaio di milioni malcontati nelle casse in conseguenza della penalizzazione, tra mancato accesso alla prossima Champions League e altri effetti collaterali minori.

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