Nicolò Rovella è stato uno degli acquisti di punta del mercato estivo della Lazio. Dopo la stagione vissuta al Monza in prestito, la Juventus ha deciso di cedere il centrocampista ai biancocelesti, fortemente voluto da Maurizio Sarri. Il classe 2001, ai microfoni di Lalaziosiamonoi, ha spiegato come ha saputo dell'interesse da parte del club capitolino e il primo approccio con Sarri.
Rovella: l'addio alla Juve, la Lazio e Sarri
Dalla Juventus alla Lazio, la prima telefonata col tecnico della Lazio e il ruolo disegnato per lui, a tutto Rovella: "La prima volta che l'ho saputo è stato grazie a Luca Pellegrini. Era con me a Torino, stavamo pranzando e mi fa 'Guarda che hanno detto il tuo nome, ci verresti?', ma io non sapevo nulla. Gli ho detto 'Ci vengo domani se tu vai', e lui mi fa 'Poi ci parlo'. Alla fine è nata questa trattativa, mi ha chiamato il procuratore, mi ha chiamato il mister. Quando ha chiamato il mister avevo già deciso, ma quando mi ha chiamato ero proprio... (ride, ndr). La prima chiamata in assoluto è stata con il mister, poi ho parlato con il presidente, poi con il direttore. La prima telefonata il mister e mi disse 'Ma quand'è che arrivi?', anche se non sapevo ancora perfettamente di venire. Sarri è uno che ha le sue idee, giustamente tra giocatore e allenatore deve rimanere il rapporto giocatore-allenatore. Ma è uno che parla, con cui hai un rapporto, ti chiama, ti dice le cose. Il ruolo da play? Non è facile, perché il mister ha un'idea molto chiara. E' difficile all'inizio perché ti chiede tante cose, ho diverse cose su cui migliorare. Piano piano, ogni allenamento, anche con qualche cazziatone, sto imparando. Mi sento di fare meglio. Il mister chiede tanto in fase difensiva, cosa che prima magari facevo meno, questo toglie un po' la parte di palleggio, le energie che hai quando la squadra ha la palla".