Tudor, debutto con la Juve: “Non credo al destino, sono grato a loro perché...”

Il neo-allenatore della Lazio alla vigilia del big match contro i bianconeri: "Voglio vedere coraggio, fare cose giuste, essere belli tosti e cattivi"
Tudor, debutto con la Juve: “Non credo al destino, sono grato a loro perché...”

ROMA - Igor Tudor è pronto al debutto come allenatore della Lazio che avverrà sabato sera (18:00) in casa contro la Juventus. L'ex allenatore del Marsiglia ha parlato nella conferenza stampa della vigilia della sfida ai bianconeri facendo il punto della situazione della squadra dopo la pausa: "I Nazionali sono in buono stato, senza problemi. Questo è importante. Il problema è che si è lavorato poco con loro. Con gli altri abbiamo lavorato bene, facendo 6/7 allenamenti. I ragazzi hanno voglia di fare, con la giusta applicazione e abbiamo fatto una settimana di buon lavoro".

Debutto all'Olimpico

"Sensazioni sempre positive, da uno che fa parte dello sport. Si guarda a questo come una sfida, di essere bravo, di vincere e gioire come è giusto che sia. È una gara contro un avversario importante. Le motivazioni sono sempre alte, poi la partita va preparata nel modo giusto, in attacco, in difesa. sui piazzati. Un allenatore pensa a come preparare la squadra, dandole quello che lui è. Io penso che la squadra debba essere sempre lo specchio di un allenatore. Ci vuole tempo, io sono qua da poco. Servirà la pazienza di fare questa trasformazione da squadra di un allenatore a squadra di un altro. Ci proverò a farlo in fretta, ma all’inizio non sarà perfetta e non sarà quello che voglio. Col tempo si migliora".

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Tudor e la Juventus

"Al destino non ci credo. Ho fatto 7/8 anni là della mia vita, costruendomi come giocatore e come persona. Sono grato a loro, ho avuto compagni, allenatori e dirigenti che mi hanno fatto diventare quello che sono ora. Soprattutto dal punto di vista della cultura del lavoro che cerco di trasmettere ora come allenatore".

Transizione da Sarri

"Ci sono due cose che penalizzano la trasformazione. Una è che c’è stato un allenatore per tre anni, seconda è che era un allenatore forte che trasmetteva idee forti. Ma dall’altra parte è così, va accettato. Bisogna essere attenti nel fare le cose. Poi a voi piace parlare di moduli. C’è un’importanza ma non così importante come pensate. Parti con un modulo, poi se rompi gli schemi diventa un altro. E’ tutto il modo in cui lo fai che fa la differenza, non i numeri. Poi vedrete, ormai manca poco. Vedremo domani".

Colloquio con Immobile

"A Ciro ho parlato un paio di volte. L’ho visto bene e motivato. Penso che lui ci tenga alla Nazionale, è stato una parte importante. Dipende solamente da lui. Abbiamo parlato di questo argomento. L’ho visto voglioso, orgoglioso di fare. Sono due mesi che possono dargli grande guadagno. I gol li ha sempre fatti e li farà. Ci conto tanto, ha qualità non solo calcistiche ma anche umane. Lo conosco e sono convinto che saranno importanti questi due mesi che mancano alla fine".

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Lo spogliatoio

"Molto vogliosi e molto orgogliosi. Loro non sono da nono posto. C’è orgoglio di fare bene, di fare meglio. Poi sette giorni sono stati tutti perfetti, poi con il tempo capiremo meglio. Vediamo quando uno non gioca come si comporta o quando entra. Nelle difficoltà si vede la gente vera. Ora tutti mettiamo la faccia migliore, poi con le battaglie vere là si esce. Siamo tutti belli e buoni ora, ma a lungo periodo si esce. Sarà il tempo come sempre ad essere galantuomo".

Momento più importante della carriera?

"Se in cinque allenamenti uno trasmette la mentalità vincente è un mago. Non esiste che è il momento più importante o cruciale. C’è una partita da preparare al meglio e provare a vincere. Sono sempre esagerazioni queste, roba che non mi appartiene. Oggi voglio caricare la squadra, facendole fare le cose giuste. Dobbiamo essere giusti in partita"

Effetto sorpresa

"Lo spero. C’è il clima dello spogliatoio, sono belli motivati. Gli ho detto già di andare senza pensieri, me le prendo io queste cose nuove che facciamo se non vanno. Ci saranno dei problemini ma me li prendo io, è giusto così. Voglio vedere coraggio, fare cose giuste, dobbiamo essere belli tosti e cattivi".

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ROMA - Igor Tudor è pronto al debutto come allenatore della Lazio che avverrà sabato sera (18:00) in casa contro la Juventus. L'ex allenatore del Marsiglia ha parlato nella conferenza stampa della vigilia della sfida ai bianconeri facendo il punto della situazione della squadra dopo la pausa: "I Nazionali sono in buono stato, senza problemi. Questo è importante. Il problema è che si è lavorato poco con loro. Con gli altri abbiamo lavorato bene, facendo 6/7 allenamenti. I ragazzi hanno voglia di fare, con la giusta applicazione e abbiamo fatto una settimana di buon lavoro".

Debutto all'Olimpico

"Sensazioni sempre positive, da uno che fa parte dello sport. Si guarda a questo come una sfida, di essere bravo, di vincere e gioire come è giusto che sia. È una gara contro un avversario importante. Le motivazioni sono sempre alte, poi la partita va preparata nel modo giusto, in attacco, in difesa. sui piazzati. Un allenatore pensa a come preparare la squadra, dandole quello che lui è. Io penso che la squadra debba essere sempre lo specchio di un allenatore. Ci vuole tempo, io sono qua da poco. Servirà la pazienza di fare questa trasformazione da squadra di un allenatore a squadra di un altro. Ci proverò a farlo in fretta, ma all’inizio non sarà perfetta e non sarà quello che voglio. Col tempo si migliora".

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