Di Stefano Lanzo
MILANO - Premessa doverosa e necessaria: l’Inter ha un vantaggio di sei punti e una partita da recuperare, viaggia a ritmo sostenuto anche se ha dovuto fare i conti con il Covid e gode dunque con merito della status di grande favorita per la conquista dello scudetto. Detto ciò, il Milan ha almeno tre motivi per credere ancora in una rimonta difficile e per qualcuno impossibile: un po’ come il Diavolo del 1999, la squadra di Stefano Pioli deve rincorrere ma ha ancora tempo e margine per costruire qualcosa di straordinario.
Il fattore Ibrahimovic
Tre motivi per credere ancora nella rimonta scudetto, il primo dei quali è il fattore Z, in cui Z sta per Zlatan Ibrahimovic. In stagione ha dovuto fare i conti con diversi stop tra infortuni e Covid, con la questione Sanremo e con tante pressioni affrontate sempre da campione con le spalle larghe: se non ci saranno sorprese e riuscirà a esserci sempre nelle dieci partite che restano di campionato, l’asso svedese potrà davvero diventare l’arma decisiva per dare l’assalto alle speranze di tricolore.
Il corpo e la mente
Si è visto a Firenze: c’è un Milan con Calhanoglu e Bennacer e c’è un Milan senza. Più in generale, il recupero della condizione psicofisica migliore pone il Diavolo a un livello diverso. Perché è vero ciò che dice Pioli, ovvero che la rosa è lunga e competitiva, ma è altrettanto evidente come qualcuno sia più insostituibile di altri. Prendiamo Bennacer: il suo recupero, dopo praticamente tre mesi o quasi di assenza, è determinante per lanciare la volata. Il Milan con lui cambia dimensione. L’algerino forma con Kessie la miglior coppia di mediani in Serie A perché si completano e si intendono al volo. Stesso discorso per Calhanoglu: detta l’ultimo passaggio, sa come pochi trattare la palla ed è pericoloso anche con il tiro da lontano. Insomma, nel Milan è un valore aggiunto assoluto. Se poi Pioli riuscirà a recuperare in tempo utile al meglio anche i vari Romagnoli, Calabria, Rebic, Leao, Mandzukic e via discorrendo, allora il gap con l’Inter diminuirà ancora. In più il Milan ha un vantaggio psicologico non indifferente rispetto all’Inter: i nerazzurri possono solo “perdere” questo scudetto, classifica alla mano, mentre il Diavolo non ha pressioni e può giocare con la testa sgombra. Ecco il terzo motivo per crederci: non da poco.