Milan, Pioli punta Ancelotti

A Verona fa 150 panchine col club: tra i grandi rossoneri, solo Carletto ha una percentuale di vittorie migliore
Milan, Pioli punta Ancelotti© Roberto Garavaglia/ag. Aldo Liverani sas

MILANO - Ci sono numeri che passano alla storia più del “150”, ma stasera Stefano Pioli al Bentegodi taglierà comunque un traguardo prestigio- so. Domenica scorsa, all’indomani della netta affermazione contro la Juventus, il tecnico emiliano ha festeggiato i tre anni sulla panchina rossonera. Un viaggio iniziato il 9 ottobre del 2019 da seconda scelta - il club aveva provato, invano, a convincere Luciano Spalletti, allora senza squadra ma ancora legato contrattualmente all’Inter -, in mezzo a molti dubbi e diverse contestazioni (come non ricordare i preventivi #PioliOut su Twitter). Tre anni dopo Pioli è diventato l’allenatore campione d’Italia e un idolo della tifoseria che per lui ha coniato un coro, “Pioli is on fire”, costruito sulla canzone “Freed from desire” del 1996, diventato un tormentone addirittura mondiale la scorsa estate. Stasera Pioli toccherà quota 150 panchine nel Milan. Dalla fine della scorsa stagione è nella top ten degli allenatori più presenti nella storia del club rossonero ed entro la fine di quest’annata ’22-23 si troverà all’ottavo posto, scavalcando l’ungherese Jozsef Banas (173 partite fra 1931-33 e 1937- 40) e Massimiliano Allegri (178 fra il 2010 e il 2014), colui che aveva vinto l’ultimo scudetto del Diavolo prima che Pioli interrompesse il lungo digiuno durato undici anni. Ma la scalata di Stefano, sorprese permettendo, è destinata a prose- guire ancora. Il tecnico ha il contratto in scadenza nel giugno 2023, ma il club ha un’opzione per prolungare l’accordo fino al 2024. Nei prossimi giorni è possibile che Pioli si ritrovi a Casa Milan con la dirigenza rossonera per mettere nero su bianco questo passaggio, inserendo probabilmente una nuova opzione fino al 2025. In fondo Maldini, prima della sfortunata gara col Chelsea di martedì, su questo aspetto è stato chiarissimo: «Pioli è un protagonista assoluto di questi anni, l’idea è di continuare a lungo con lui: ci troveremo presto per programmare un futuro che non è assolutamente in discussione».

Ko e poi vincente

Il futuro per Pioli però è soprattutto il Verona. In casa rossonera c’è voglia di voltare pagina e dimenticare l’arbitro Siebert che ha condizionato la partita di Champions. Pioli può essere sereno guardando all'indietro. Quando il Milan ha perso, in questa stagione, ovvero col Napoli in campionato e sempre con il Chelsea a Londra la settimana precedente, ha sempre vinto la partita successiva (Empoli e Juventus). Inoltre, se per alcuni allenatori della storia milanista la trasferta al Bentegodi ha spesso fatto rima con "la fatal Verona", per lui no. Anzi. Ha vinto 2-0 il 7 marzo 2021, ma soprattutto si è imposto 3-1 in rimonta l'8 maggio scorso, un successo fondamentale nella corsa scudetto, arrivato dopo la vittoria dell'Inter nel pomeriggio contro l'Empoli e lo svantaggio firmato Faraoni. Pioli vuole proseguire nella buona tradizione e con un successo migliorerebbe ulteriormente la sua percentuale di vittoria sulla panchina del Milan: su 149 partite l'allenatore ne ha vinte 84 per una percentuale del 56,38%. Fra i totem della storia del Milan, escludendo Antonio Busini a cavallo della Seconda Guerra Mondiale (56,99% in 193 gare), solo Ancelotti (in 420 incontri, però) ha un percorso - di poco - migliore: 56,67%.

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