Milan e Inter, addio San Siro? Rossoneri a La Maura, nerazzurri a Rozzano

Sala ha incontrato Cardinale e la nuova sovrintendente: "Sul Meazza possibile verifica di interesse culturale, ma solo dal 2025". La situazione e le strategie dei club

MILANO - Gerry Cardinale entra personalmente nella partita del nuovo stadio del Milan. Il fondatore di RedBird, della scorsa estate azionista di maggioranza del club rossonero, ha incontrato il sindaco Beppe Sala, a poco più di 24 ore di distanza dalla riunione di Palazzo Marino tra il primo cittadino milanese, i vertici rossoneri Paolo Scaroni e Giorgio Furlani, e l’amministratore delegato della parte economica dell’Inter, Alessandro Antonello. In mattinata Sala aveva spiegato così il senso del confronto: «Vedrò Cardinale per capire se veramente il Milan vuole andare nell’area de La Maura. Voglio verificarlo con la proprietà. Si possono tenere aperte molte ipotesi ma alla fine bisogna stringere». È quello che è successo. Cardinale, accompagnato da Furlani, ha ribadito che il Milan vuole fortemente costruire uno stadio moderno. L’incontro è durato appena mezzora anche perché Sala era influenzato (ha disdetto gli impegni successivi in agenda). Poi Cardinale è andato a Palazzo Lombardia per conoscere il governatore Attilio Fontana: anche la Regione avrà un ruolo nell’iter burocratico.

Il blitz è servito

Il blitz di Cardinale a Milano (in questi giorni è a Londra per intervenire al forum del Financial Times) è servito per mostrare alla politica cittadina l’effettiva volontà della proprietà rossonera sul tema stadio. Una presenza gradita visto che in questi anni non sempre hanno ricevuto risposte approfondite le domande dei consiglieri desiderosi di indagare la catena proprietaria del Milan, sparsa nei reticoli dei fondi finanziari internazionali, quindi distante dallo schema classico dell’imprenditore riconoscibile. Anche questa dialettica alla ricerca della chiarezza può avere determinato qualche rallentamento. Il Milan ora avrà tre settimane di tempo per definire l’acquisto dell’area dell’ippodromo. Snaitech, proprietaria de La Maura, conferma di aver sottoscritto un preliminare di cessione all’immobiliare Fcma (quindi il Milan eventualmente comprerà da questa società) e precisa che «l’accordo prevede esplicitamente l’obbligo a tutelare le attività di allenamento e di svolgimento delle corse ippiche». Sembra un ostacolo, che potrebbe limitare l’utilizzo dell’area dove il Milan vuole realizzare lo stadio e portare le squadre giovanili ora al centro sportivo Vismara. Ma non dovrebbe essere un ostacolo insormontabile. Nel pomeriggio Sala ha ricevuto a Palazzo Marino anche la nuova soprintendente Emanuela Carpani per parlare anche della dell’ipotesi di vincolo su San Siro: «Al momento non c’è, ma potrebbe scattare una ‘verifica di interesse culturale semplice’, una volta che l’impianto maturerà 70 anni di vita, quindi nel 2025 – dice la soprintendente prendendo come data di inizio del conteggio il completamento del secondo anello – si valuterà nel momento in cui maturerà il requisito di legge. Prima sarebbe abuso d’ufficio». Non è esattamente una risposta che spazza via l’incertezza. Ma al momento la questione appare secondaria. Il rischio è che San Siro resti un gigante abbandonato senza Inter e Milan. Il club nerazzurro continua a tenere in cima alle sue preferenze la realizzazione del nuovo stadio in condivisone con il Milan a fianco dell’attuale impianto. Ma non resterà al ‘Giuseppe Meazza’ nemmeno in caso di separazione dai rossoneri sul progetto nato nel 2019, preferendo imboccare a sua volta la strada di un nuovo stadio su un terreno privato. È emerso qualche dettaglio in più sulla zona oggetto di trattativa da parte dell’Inter: sarebbe un’area a Rozzano alle porte di Milano in direzione sud.

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