Pioli-Milan, la fiducia è a tempo

In rossonero non c'è aria di ribaltone, ma sarà decisiva la qualificazione Champions. Il tecnico ha il sostegno della società, il dirigente si gioca tutto sulle scelte del prossimo mercato

MILANO - Quattro finali, queste sì alla portata, per centrare l’obiettivo minimo stagionale ovvero la qualificazione alla prossima edizione della Champions League. È questo quello che deve fare il Milan negli ultimi 360 minuti di campionato perché dare continuità alla presenza del club nella massima competizione europea è vitale per la crescita della società. Il fatto che il bilancio che si chiuderà il 30 giugno possa addirittura arrivare in positivo non deve essere un punto di arrivo, ma un punto di partenza per alimentare ulteriormente la fase evolutiva del Milan e poi avere quella capacità economica tale per permettersi quegli investimenti a cui ha fatto riferimento Paolo Maldini nel prederby di Champions alle varie tv in cui ha parlato.

Mercato sotto esame

Certo, poi i soldi vanno anche fatti rendere, perché una campagna acquisti come quella della scorsa estate non sarà più tollerata, visto il rapporto tra costi sostenuti e risultati sul campo, dove - a parte Malick Thiaw -, nessuno dei nuovi arrivi ha portato qualcosa in più. Anche Gerry Cardinale, in una dichiarazione resa a Sportico, ha detto chiaramente che «dal punto di vista aziendale non perderò di vista il fatto che dobbiamo anche qualificarci per la Champions League dell’anno prossimo». Un segnale chiaro che deve essere recepito dall’area sport, che finora ha mancato gli obiettivi prefissati a luglio quando il Milan, per bocca dello stesso Maldini e di Pioli a più riprese, avrebbe dovuto puntare al secondo scudetto di fila per raggiungere la seconda stella, provare a vincere la Supercoppa Italiana, andare fino in fondo in Coppa Italia e disputare una buona Champions League. Oggi solo l’ultima voce si può dire raggiunta, con il ritorno della semifinale di martedì prossimo che può essere una nuova pagina di storia. Anche se, alla luce di quanto visto due giorni fa, appare complicato un ribaltone con l’Inter.

L'inserimento del centravanti

In sostanza, se alla fine della stagione in corso il Milan non dovesse essersi qualificato alla Champions League, ci sarebbe da fare un profondo e articolato esame di coscienza da parte di tutti, dai giocatori all’allenatore passando per la direzione sportiva che ha costruito la squadra. Non tira aria di ribaltoni, né dietro le scrivanie né in panchina, ma la stagione 2023-24 potrebbe essere un esame molto importante da superare per il trio Maldini-Massara-Pioli, perché sarà necessario correre ai ripari per quello che, finora, non è stato raggiunto. Ecco perché la finestra estiva di mercato sarà molto importante per il Milan che verrà, visto che non solo si dovrà aggiustare quello che è stato fatto (e non fatto) un anno fa, ma bisognerà inserire un tasso qualitativo superiore in ruoli cruciali, come il centrocampista d’inserimento e la prima punta, dal momento che Olivier Giroud va per i 37 anni, Ibrahimovic non dà più alcuna certezza sul suo impiego, Rebic ha offerto una stagione terribile così come Origi, che non ha mai inciso per come si sarebbero aspettati Maldini e Massara quando lo hanno preso a parametro zero un anno fa (Marko Arnautovic del Bologna è uno dei nomi, ma serve un bomber giovane e che segni con costanza).

Contratti in scadenza

Tutti passaggi fondamentali per i due dirigenti, il cui contratto - va ricordato - andrà in scadenza il 30 giugno 2024 mentre quello di Pioli - che è ben visto non solo dall’area sport, ma anche dalla proprietà - decadrà il 30 giugno 2025. Certo, se il Milan alla fie non dovesse andare in Champions, molti si dovrebbero assumere pubblicamente le loro responsabilità, con le dirette conseguenze del caso.

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