Leao, da leader a punto interrogativo del Milan

Con l’Udinese non ha di nuovo inciso e il gol manca ormai dal 23 settembre: doveva guidare il gruppo per ingaggio e responsabilità, ma finora ha fallito
Leao, da leader a punto interrogativo del Milan© AC Milan via Getty Images

MILANO - Un capitolo a parte della crisi rossonera lo merita Rafael Leao, l’uomo a cui il Milan ha deciso di affidare la propria immagine la scorsa estate; colui che - per qualità e status generale - a 24 anni e alla quinta stagione a Milano dovrebbe prendere per mano i compagni nel momento di difficoltà e aiutarli a trovare la retta via. Pioli e Ibrahimovic con Leao hanno fatto un grande lavoro negli anni scorsi: il portoghese è passato dall’essere un ragazzo di talento, ma discontinuo, a punto fermo ed elemento in grado, con le sue giocate, di indirizzare lo scudetto 2021-22.

Il Milan ha fatto tantissimo per Leao

Adesso però il Milan ha bisogno di più, chiede di più e deve avere di più, anche perché con Leao la società ha fatto un lavoro importantissimo. Rafa era in scadenza di contratto nel 2025 e, senza il rinnovo, questa stagione sarebbe stata un probabile bagno di sangue a livello mediatico, in attesa di arrivare a giugno. Invece a fine stagione scorsa il club ha prolungato fino al 2028, gli ha triplicato l’ingaggio, arrivato con i bonus a 7 milioni e, soprattutto, ha chiuso per conto suo la controversia legale con lo Sporting che da anni lo tormentava, versando al Lille 20 milioni che i francesi gireranno poi al club portoghese. In più gli ha consegnato la simbolica maglia numero 10, quella che fu - per dirne alcuni - di Rivera, Gullit, Savicevic e Seedorf.

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Leao, mancano gol e assist

Il Milan alla quinta stagione non può più permettersi un Leao discontinuo e ciondolante per il campo. Tolti alcuni lampi, anche con l’Udinese il portoghese ha mostrato il peggior lato di sé. È vero che con alcuni strappi ha portato due giocatori friulani a spendere un’ammonizione per fermarlo e ha creato un paio di occasioni, ma tutto ciò non può bastare, anche perché Pioli - al di là degli errori d’impostazione della gara - ha puntato molto della fase offensiva sulle accelerazioni e sulle iniziative del portoghese, che dovrà imparare pure a convivere con i raddoppi degli avversari e a trovare delle contromisure al semplice dribbling in velocità. Invece Leao, oltre a non segnare dal 23 settembre (Milan-Verona 1-0), sta mancando pure negli assist: gli ultimi due risalgano alla gara con la Lazio, 30 settembre. Il mese di ottobre è passato senza acuti e i dati collezionati con l'Udinese sono stati negativi: 11 cross ma, tolto quello nel recupero a Giroud, tutti lenti e leggibili dai difensori; 0 tiri nello specchio e ben 25 palloni persi.

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MILANO - Un capitolo a parte della crisi rossonera lo merita Rafael Leao, l’uomo a cui il Milan ha deciso di affidare la propria immagine la scorsa estate; colui che - per qualità e status generale - a 24 anni e alla quinta stagione a Milano dovrebbe prendere per mano i compagni nel momento di difficoltà e aiutarli a trovare la retta via. Pioli e Ibrahimovic con Leao hanno fatto un grande lavoro negli anni scorsi: il portoghese è passato dall’essere un ragazzo di talento, ma discontinuo, a punto fermo ed elemento in grado, con le sue giocate, di indirizzare lo scudetto 2021-22.

Il Milan ha fatto tantissimo per Leao

Adesso però il Milan ha bisogno di più, chiede di più e deve avere di più, anche perché con Leao la società ha fatto un lavoro importantissimo. Rafa era in scadenza di contratto nel 2025 e, senza il rinnovo, questa stagione sarebbe stata un probabile bagno di sangue a livello mediatico, in attesa di arrivare a giugno. Invece a fine stagione scorsa il club ha prolungato fino al 2028, gli ha triplicato l’ingaggio, arrivato con i bonus a 7 milioni e, soprattutto, ha chiuso per conto suo la controversia legale con lo Sporting che da anni lo tormentava, versando al Lille 20 milioni che i francesi gireranno poi al club portoghese. In più gli ha consegnato la simbolica maglia numero 10, quella che fu - per dirne alcuni - di Rivera, Gullit, Savicevic e Seedorf.

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