Milan, Pioli cerca il gran finale: su di lui resta l’ombra del preferito

Obiettivi minimi: posto Champions, derby e almeno la semifinale di Europa League. Il mondo rossonero è sempre più diviso sul futuro del tecnico

Una stagione sulle montagne russe. Stefano Pioli, da ormai un annetto, è senza dubbio l’allenatore della Serie A che divide di più i propri tifosi. C’è chi lo stima e chi non lo vorrebbe più sulla panchina del Milan. Pioli vive come un funambolo, cammina su una corda e ogni partita è uno snodo cruciale: una vittoria o una bella prestazione, come quella di domenica sera contro l’Atalanta, rilancia le sue quotazioni; un ko o una gara mal interpretata, scatena i suoi detrattori, soprattutto quelli che nell’incostante mondo dei social hanno lanciato da mesi l’hashtag #PioliOut. Il tutto, nonostante il tecnico emiliano due anni fa, non quindici, abbia vinto uno scudetto (quasi) da outsider. Ma si sa, nel mondo del calcio la riconoscenza, soprattutto fra i tifosi, è una chimera e il primo a saperlo è proprio Pioli. Ogni volta che si parla delle critiche a lui rivolte, l’allenatore rossonero ammette che fanno parte del suo lavoro, soprattutto in un club ambizioso come il Milan.

Milan, la società sta con Pioli

Per fortuna - di Pioli - il Milan inteso come società non ragiona di pancia. Non lo ha fatto nella primavera del 2020, quando l’esperienza del tecnico chiamato al posto di Giampaolo nell’ottobre 2019 sembrava destinata a concludersi al termine dell’annata sportiva; non lo ha fatto neanche l’estate scorsa, quando gli è stata rinnovata la fiducia, “bocciando” il lavoro di Maldini e Massara. A Casa Milan l’argomento Pioli non è di quotidiana attualità, il suo lavoro verrà valutato e giudicato, come è giusto che faccia un club, al termine della stagione. È evidente che il termometro a fine 2023 non fosse ottimale, con l’eliminazione dalla Champions e la zona scudetto lontana - tant’è che Gerry Cardinale nella lettera di auguri al mondo rossonero si era definito "non soddisfatto" dei risultati -, ma proprio da metà dicembre in poi, salvo rare eccezioni, come l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano dell’Atalanta, il pari di Salerno e il ko di Monza, il cammino del Milan è stato positivo (16 partite totali, 10 vittorie, 3 pareggi e altrettante sconfitte). In Europa League, seppur perdendo 3-2 giovedì a Rennes, la squadra si è qualificata agli ottavi, con buone chance di approdare ai quarti, mentre in campionato rimangono vive le possibilità di arrivare secondi.

Milan, finale in crescendo oppure...

Ovvio, il Milan dovrà finire in crescendo questa stagione e oltre al piazzamento finale in campionato e un'ottima Europa League - che non significa per forza di cose vincere il trofeo, ma arrivare almeno in semifinale -, sarà sicuramente determinante per gli umori della piazza, ma forse anche del club, l'esito del derby in programma ad aprile. Perché è chiaro che sul giudizio soprattutto dei tifosi su Pioli pesino le cinque sconfitte contro l'Inter nel 2023 e il presumibile scudetto dei nerazzurri che giungeranno così prima del Diavolo alla seconda stella. Pioli, come raccontato più volte e per la stima che ripone in lui il management, ha ancora diverse chance di essere confermato, come da contratto in essere, fino al 2025, però i prossimi tre mesi dovranno essere pienamente convincenti. Altrimenti il ricercatissimo Thiago Motta resta in cima al gradimento del club rossonero, con Lopetegui outsider e i profili di Conte e De Zerbi oggi complicati da abbinare al Milan per motivazioni differenti. 

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