Il Milan corre con i bomber della doppia cifra

Dal 2008-09 i rossoneri non avevano quattro giocatori oltre quota 10 reti: ora quel precedente è a un passo
Il Milan corre con i bomber della doppia cifra© Marco Canoniero

La vocazione offensiva del Milan ha portato tre giocatori ad aver realizzato almeno 10 gol stagionali, contando tutte le competizioni. Il bomber attuale è Olivier Giroud che, tra campionato, Champions League, Europa League e Coppa Italia, ha segnato 14 reti, seguito a due sole distanze da Christian Pulisic mentre al terzo posto del podio troviamo Rafael Leao, che ha distribuito i suoi 10 gol su tutte e quattro le competizioni ufficiali alle quali ha partecipato il Milan. Dietro loro tre, che di mestiere fanno gli attaccanti, troviamo Ruben Loftus-Cheek a quota 9 gol e Luka Jovic, che attualmente si è assestato sugli 8. Balza all’occhio una grande possibilità statistica, che non si avvera da tantissimo tempo ovvero la possibilità che ci siano tra i quattro e cinque giocatori milanisti ad essere andati in doppia cifra di gol. È dalla stagione 2008-09 che non si vedono quattro calciatori raggiungere e superare la decina di gol. In quell’occasione, nello specifico, Pato ne fece 18, Inzaghi e Ricardo Kakà alle 16 e Ronaldinho 10. Da lì in avanti soltanto in alcune stagioni si è arrivato a tre giocatori in doppia cifra mentre, negli anni del tramonto dell’epoca Berlusconi, a malapena vi era un calciatore (Bacca, Balotelli e Cutrone per citarne alcuni) che si erigevano a leader della classifica marcatori stagionale del Milan.

I numeri del passato

Ma con Loftus-Cheek e Jovic così vicini al loro gol numero 10, ecco che il dato potrebbe portare ben cinque giocatori milanisti oltre la decina. Per ritrovare questo dato bisogna scavare nei meandri degli almanacchi milanisti, fino ad arrivare a pagine impolverate e messe in un angolo della storia del club. Occorre infatti risalire fino al 1982-83, anno in cui il Milan vinse il campionato di Serie B, tornando nella massima categoria. Al termine di quell’annata, furono ben cinque i giocatori a potersi togliere la soddisfazione di aver centrato almeno 10 gol. I migliori realizzatori risultarono “lo squalo” Joe Jordan e Aldo Serena, con 14 gol a testa, seguiti alle spalle dal trittico formato da Sergio Battistini, Vinicio Verza e Oscar Damiani che ne segnarono 12 ciascuno. Dunque, un dato vecchio di 41 anni che potrebbe essere emulato nel corso di questa stagione se Loftus-Cheek e Jovic dovessero trovare, rispettivamente, uno e due reti da qui al termine delle partite ufficiali.

Ibra, ultimo capocannoniere

Difficile pensare che Theo Hernandez, attualmente a quota 5 gol, possa farne altrettanti tra realizzazioni su azione ed eventuali calci di rigore. Ma con la vena offensiva della squadra di Pioli, estremamente votata all’attacco come dimostrano i 75 gol stagionali, non è una cosa così improbabile. La corsa al secondo posto e alle semifinali di Europa League passerà sia dagli stoccatori principali sia da quelli della seconda linea statistica. Il tutto senza avere in rosa un bomber da più di 20 gol a campionato, cosa che non accade dai tempi del primo Zlatan Ibrahimovic, ultimo giocatore del Milan a vincere la classifica cannonieri con 28 gol nel campionato 2011-12. Lo stesso Ibra, in riferimento alle doti di Loftus-Cheek, stimola molto il centrocampista inglese nel buttarsi con costanza dentro l’area di rigore per raccogliere i suggerimenti dei compagni. E non è un caso che siano nove i gol dell’ex Chelsea e che diversi di questi siano arrivati grazie al suo gioco a rimorchio. Il suo arrivo ha ridato al Milan un centrocampista diverso rispetto a quelli che ha avuto a disposizione Stefano Pioli, al quale mancava un tassello simile da dopo l’addio di Hakan Calhanoglu che, con doti diverse, ricopriva però un ruolo fondamentale anche vicino alla porta.

Pronti per il rush finale

I gol dei suoi uomini principali saranno la base sulla quale Pioli fonderà l’assalto al rush finale della stagione, che ha preso una piega decisamente interessante tra la lotta per il secondo posto e il cammino europeo. Situazioni che si vanno a intrecciare con la decisione che la dirigenza milanista dovrà prendere sul futuro dell’allenatore, che ha un contratto fino al 2025. A oggi le sue chance di rimanere legato alla panchina del Milan per l’ultimo anno del suo contratto ci sono e ciò potrebbe avvenire anche senza il rinnovo, una situazione che nella visione americana dei rapporti di lavoro non è così inusuale ma che in Italia, invece, ha spesso aperto tavoli di dibattito.

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