“Gomez, novità sul caso doping: il Papu dà la 'colpa' alla moglie”

Il quotidiano spagnolo Relevo svela la strategia difensiva dell'ex fantasista di Catania e Atalanta, pochi mesi fa ingaggiato dal Monza a parametro zero: i dettagli

Ha fatto il giro del mondo la notizia della positività al doping del Papu Gomez, soprattutto perché divenuta di dominio pubblico oltre un anno dopo dagli effettivi test svolti. L'ex Catania e Atalanta, infatti, recentemente ingaggiato a parametro zero dal Monza, ha proseguito tutta la scorsa stagione come nulla fosse, partecipando al Campionato del Mondo vinto con la 'sua' Argentina e conquistando l'Europa League con il Siviglia, scendendo in campo nella semifinale contro la Juventus, ma non nell'ultimo atto a Budapest contro la Roma. Com'è stato possibile? Una risposta prova a darla il quotidiano spagnolo Relevo.

Dalla Spagna: "Ecco la strategia del Papu"

Secondo il giornale iberico, infatti, il Papu Gomez avrebbe provato a evitare la squalifica per doping affermando che l'assunzione dello sciroppo per la tosse contenente terbutalina, una sostanza vietata dalla Wada, fatta eccezione per "giustificazioni eccezionali", sarebbe avvenuto in piena notte, per volontà della moglie Linda Raff, preoccupata dai sintomi del calciatore. Il fantasista del Monza avrebbe, inoltre, aggiunto che la medicina sarebbe stata acquistata nove mesi prima per un analogo problema di salute del figlio e che sarebbe quindi rimasta in casa, allegando anche una foto della boccetta. Con questa strategia difensiva, i legali dell'argentino si sarebbero appellati all'articolo 10 comma 5 del Codice mondiale antidoping, che evita sanzioni agli atleti che dimostrano l'assenza di colpa e negligenza. 

Perché il Papu è stato squalificato

E allora perché è arrivata la squalifica di due anni? Sempre secondo Relevo, ciò sarebbe avvenuto in quanto il Papu Gomez non avrebbe assunto una sostanza proibita mediante un alimento o una bevanda, bensì attraverso un medicinale, che nessun atleta può ingerire senza prima il responso di un esperto del settore. Ammessa, quindi, l'inconsapevolezza, l'ex Atalanta avrebbe, di fatto, dimostrato comunque un'evidente mancanza delle precauzioni normalmente richieste a un atleta professionista. Pertanto, non potrà tornare in campo prima del 18 ottobre 2025.

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