Allegri ha detto: "Occhio al Monza, l’anno scorso zero punti, zero gol per noi". Che ricordi ha di quelle due imprese?
"Erano momenti diversi della stagione. All’andata è stata la prima vittoria in A, indimenticabile anche perché arrivata contro la Juve: venivamo da un cambio di rotta, volevamo una vittoria prima possibile, ma non pensavamo sinceramente che arrivasse proprio contro di loro. Quando li abbiamo battuti a Torino eravamo consci di quello che eravamo diventati: una squadra difficile da affrontare, corta, compatta, che si difendeva e attaccava bene".
Posto che il famoso pullman promesso da Berlusconi non è mai arrivato, quanto vi manca il presidente?
"Tanto. Un po’ parlava per massime, ma - dette da lui - ti arrivavano e ti rimanevano dentro. Il mio grande rimpianto è non aver fatto una colazione con lui dopo il gol contro Malta, da primo giocatore del Monza in azzurro. Eravamo in parola, poi non siamo mai riusciti a organizzarla".
Allegri ha detto che il dna Juve è stare zitti, tenere il profilo basso e lavorare: quanto lo ritrova in Palladino?
"Queste caratteristiche sono anche le mie e forse anche per questo apprezzo tantissimo Allegri. È un grande allenatore, uno dei migliori in circolazione, proprio per le sue idee: è uno che bada al sodo, vuole vincere e non gliene frega tanto che si parli male di lui, tanto il suo lavoro lo fa bene portando risultati. Rivedo in Palladino le stesse caratteristiche: in questo viene fuori il passato del mister a Torino".
Come si (ri)batte la Juve?
"Bisogna mettere in campo tutto quello che mettiamo in ogni partita, senza avere l’angoscia o la paura di affrontare una grande squadra. In pratica, dobbiamo giocare da Monza".