La gioia infinita che meritano il Napoli e Napoli

Trentatré anni e un giorno sono stati lunghi da passare senza scudetto: può arrivare oggi, sappiamo bene con quali combinazioni
La gioia infinita che meritano il Napoli e Napoli© FOTO MOSCA ag aldo liverani sa

Trentatré anni e un giorno sono stati lunghi da passare senza scudetto: il Napoli e Napoli meritano di vivere la gioia infinita che da tempo li pervade e, per esplodere, attende solo il timbro dell'aritmetica. Può arrivare oggi, sappiamo bene con quali combinazioni. Tuttavia, quand'anche non arrivasse oggi, la vidimazione ufficiale sarebbe appena provvisoriamente rinviata, essendo già tutto scritto. Oggi al Maradona duecento televisioni del pianeta raccontano il Giorno dei giorni, trasmettendo a centinaia di milioni di spettatori la felicità di un popolo intero. La stessa di coloro che amano il calcio e s'inchinano davanti alla grandezza di un'impresa già consegnata alla storia dello sport. Non è solo e non è soltanto una questione di numeri: essi schiacciano le parole di chi rovista nella raccolta indifferenziata del web, accomunante imbecilli, ignoranti e razzisti. I primati che, l'uno dopo l'altro, la squadra di Spalletti ha demolito sul campo, sono la patente di irraggiungibilità dei dominatori assoluti del torneo. I quali, se vincono il titolo trentatré anni e un giorno dopo, divengono anche la prima squadra campione d'Italia con sei giornate d'anticipo: Torino, Fiorentina, Inter e Juve ci sono riuscite alla trentatreesima giornata, non alla trentaduesima. C'è molto altro nel tricolore che plana sulle maglie azzurre da consegnare ai figli, ai nipoti e anche ai pronipoti, per rafforzare il plastico concetto spallettiano e, citando l'immortale Totò, far vedere "che abbondiamo. Abbondandis in abbondandum". Il sorriso di Napoli è il sorriso della passione, dell'entusiasmo, della nuova consapevolezza della propria forza. Ha acutamente osservato Alessandro Barbano, condirettore del Corriere dello Sport-Stadio dopo avere diretto per quasi sei anni il Mattino di Napoli, storico osservatorio partenopeo: "Questo scudetto non è appeso al gancio di un campione leggendario e insieme periclitante come Maradona. È più solido e più fragile, però ha in potenza l'energia di un ciclo". Questo scudetto non è un punto d'arrivo, ma di partenza. È un nuovo inizio per Napoli e per l'intero movimento nazionale, testimone di come un altro calcio sia possibile. Questo è uno scudetto senza debiti con le banche, al contrario delle pesanti esposizioni accusate da altre storiche rivali. Questo è lo scudetto di de Laurentiis, giovane visionario settantatreenne che ora ha il diritto di gigioneggiare, avendo risposto sul campo a chi, nove mesi fa lo costrinse a restare in albergo a Dimaro, dopo gli addii di Insigne, Mertens, Koulibaly, Fabian Ruiz, Ospina. Questo è lo scudetto di Giuntoli che ha preso Kvaratskhelia per dieci milioni e ora ne vale cento, sublimazione di come si fa il mercato se, a farlo, è un numero uno che parla poco e prende il meglio. Questo è lo scudetto di Spalletti e della sua testuggine napoletana, un gruppo di giocatori mai così solido sotto il Vesuvio. Questo è lo scudetto di Napoli per Napoli. Una meraviglia.

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