Spalletti, conferenza Napoli-Samp: De Laurentiis, lo scudetto e il gruppo

Il tecnico di Certaldo ha parlato ai microfoni alla vigilia della sfida del Maradona contro i blucerchiati
Spalletti, conferenza Napoli-Samp: De Laurentiis, lo scudetto e il gruppo© Getty Images

La partita di domani al Maradona contro la Sampdoria, oltre a chiudere con annessa premiazione il campionato di Serie A dominato dal Napoli, sancirà anche la fine dell'avventura di Luciano Spalletti sulla panchina dei partenopei. Il tecnico di Certaldo ha infatti annunciato che l'anno prossimo si riposerà senza allenare nessuna squadra, e De Laurentiis è già in cerca del sostituto. In quella che sarà la sua ultima conferenza stampa da allenatore del Napoli, Spalletti ha dichiarato: "Ringrazio tutti quelli che ho incontrato in questi due anni indimenticabili. Napoli non va immaginata perchè è molto di più dell'immaginazione, Napoli va vissuta". 

Spalletti: "De Laurentiis? Non so dargli consigli su chi prendere"

Il tecnico ha continuato: "Probabilmente sono sempre stato un po' napoletano. I ragazzi fino all’ultimo hanno messo entusiasmo e qualità negli allenamenti. Da queste cose si capisce perché questa squadra avrà un grande futuro. Mi piace pensare che anche tra 10 anni potrò tornare qui ed essere amico di tante persone" per poi ripercorrere le tappe più importanti di queste due stagioni: "Il triplice fischio di Udine è stato il momento più bello, la sconfitta di Empoli quello più difficile". Sul rapporto con De Laurentiis: "Mi sembra che ci sia nell’aria o lui o te, non vorrei che ci fosse questa divisione, è stato un trionfo ed è giusto abbracciarsi. Non ho possibilità di dare consigli agli altri, se c’è bisogno si chiedono. Non so consigliare chi verrà e neppure chi prendere".

Spalletti: "Scudetto? Parlavo di qualcosa che non immaginavo"

Parlando del suo addio, Spalletti ha dichiarato: "Lasciare ora è un autentico atto d’amore. Ho speso tutto quello che avevo. Non ho più le energie per essere all’altezza di ciò che si ama. Quando ho capito che avremmo potuto portare a casa qualcosa d’incredibile, ho detto alla squadra che avremmo visto una città esplodere di gioia e mi rendo conto che ho parlato di qualcosa che neanche immaginavo. Tre cose da portar via: un patino, un cavallo perchè mi ricorda i miei calciatori e un crocifisso per la fede". Successivamente, sulla cittadinanza onoraria di Napoli: "Mi emoziona tantissimo. Mi piace essere diventato napoletano e pensare che anche tra dieci anni potrò tornare qui e essere amico di tanti, ritrovare affetto".

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Spalletti: "La cosa più difficile è lasciare il gruppo"

Il tecnico dei partenopei prosegue: "La cosa più difficile da superare è lasciare il gruppo. Il loro amore fa venire dubbi sulla decisione che ho preso. In questi giorni, immaginandomi lontano da qui, ho realizzato quanto sia difficile scegliere di andar via. Ma è proprio l’amore che sento che mi fa accettare la scelta. In quella cena con De Laurentiis abbiamo sistemato tutto in quarto d’ora. Siamo stati lucidi nel concludere quello che era il motivo del nostro incontro. Eravamo d’accordo che avrebbe comunicato lui la scelta. Non sono uno che cambia idea facilmente quando prende una decisione. So che probabilmente mi faccio male da solo, ma non lascio perché ho smesso di amare, lascio perché ho amato e ho dato tutto".

Spalletti: "La felicità non ha confini"

Spalletti ha continuato parlando della festa Scudetto: "La città è stata in grado ad ospitare tutti coloro che volevano far festa. La felicità non ha confini e Napoli l’ha dimostrato. Quando sono arrivato, De Laurentiis ha detto che non gli interessava niente della Coppa Italia e lo abbiamo preso in parola (ride, ndr). Dovevamo tornare tra le prime quattro e rimettere a posto i conti. È stato bravo a prendersi delle responsabilità che altri presidenti non prendono. Abbiamo risistemato tante cose, facendo il lavoro di quattro anni in un biennio" per poi dare alcune indicazioni sulla formazione di domani: "Demme e Olivera non si sono allenati, Mario Rui è rientrato da poco. Mi piacerebbe dare spazio a chi ci ha accompagnato tutto l’anno, la formazione sarà simile a quella che ha giocato più spesso".

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La partita di domani al Maradona contro la Sampdoria, oltre a chiudere con annessa premiazione il campionato di Serie A dominato dal Napoli, sancirà anche la fine dell'avventura di Luciano Spalletti sulla panchina dei partenopei. Il tecnico di Certaldo ha infatti annunciato che l'anno prossimo si riposerà senza allenare nessuna squadra, e De Laurentiis è già in cerca del sostituto. In quella che sarà la sua ultima conferenza stampa da allenatore del Napoli, Spalletti ha dichiarato: "Ringrazio tutti quelli che ho incontrato in questi due anni indimenticabili. Napoli non va immaginata perchè è molto di più dell'immaginazione, Napoli va vissuta". 

Spalletti: "De Laurentiis? Non so dargli consigli su chi prendere"

Il tecnico ha continuato: "Probabilmente sono sempre stato un po' napoletano. I ragazzi fino all’ultimo hanno messo entusiasmo e qualità negli allenamenti. Da queste cose si capisce perché questa squadra avrà un grande futuro. Mi piace pensare che anche tra 10 anni potrò tornare qui ed essere amico di tante persone" per poi ripercorrere le tappe più importanti di queste due stagioni: "Il triplice fischio di Udine è stato il momento più bello, la sconfitta di Empoli quello più difficile". Sul rapporto con De Laurentiis: "Mi sembra che ci sia nell’aria o lui o te, non vorrei che ci fosse questa divisione, è stato un trionfo ed è giusto abbracciarsi. Non ho possibilità di dare consigli agli altri, se c’è bisogno si chiedono. Non so consigliare chi verrà e neppure chi prendere".

Spalletti: "Scudetto? Parlavo di qualcosa che non immaginavo"

Parlando del suo addio, Spalletti ha dichiarato: "Lasciare ora è un autentico atto d’amore. Ho speso tutto quello che avevo. Non ho più le energie per essere all’altezza di ciò che si ama. Quando ho capito che avremmo potuto portare a casa qualcosa d’incredibile, ho detto alla squadra che avremmo visto una città esplodere di gioia e mi rendo conto che ho parlato di qualcosa che neanche immaginavo. Tre cose da portar via: un patino, un cavallo perchè mi ricorda i miei calciatori e un crocifisso per la fede". Successivamente, sulla cittadinanza onoraria di Napoli: "Mi emoziona tantissimo. Mi piace essere diventato napoletano e pensare che anche tra dieci anni potrò tornare qui e essere amico di tanti, ritrovare affetto".

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