"Meglio vincere meno ma essere un esempio per i bambini": Juan Jesus a testa alta

Il difensore brasiliano torna sui fatti del marzo scorso, quando all'accusa di insulti razzisti da parte di Acerbi seguì l'assoluzione del giocatore nerazzurro da parte del giudice sportivo

In casa Napoli fa ancora discutere il caso Acerbi-Juan Jesus. Il difensore brasiliano aveva accusato il giocatore nerazzurro di avere proferito insulti razzisti ai suoi danni durante il match di campionato disputato il 17 marzo a San Siro. Un'accusa a cui è seguita l'indagine della Figc e la presa in carico del caso da parte del Giudice Sportivo Gerardo Mastrandrea, il quale ha poi sentenziato per l'assoluzione del difensore in forza all'Inter.

Una sentenza che ha provocato la ferma e immediata contestazione da parte del club partenopeo, che si è in seguito dissociato dalla campagna antirazzismo promossa da Lega Serie A. In occasione della gara interna contro l'Atalanta, la formazione azzurra si è inoltre inginocchiata durante l'esecuzione dell'inno ufficiale della competizione. Due mesi dopo, con l'Inter campione d'Italia e il Napoli fuori dalla corsa all'Europa, Juan Jesus è tornato sull'accaduto durante l'evento solidale "Alleniamoci per la Pace", organizzata da Arci Mediterraneo presso il centro sportivo Kodokan di Napoli.

Juan Jesus: "Meglio essere un esempio per i bambini"

Queste le parole del difensore del Napoli, che ha partecipato all'iniziativa in compagnia del figlio: "Prima di tutto voglio essere esempio per i miei figli. Nella mia carriera ho sempre provato a essere una persona pulita. Quello che è successo a me è stata una brutta cosa, ho fatto quello che dovevo fare, purtroppo è andata come è andata. Sapevo come sarebbe andata a finire. Nel calcio si può vincere, si può perdere, ma preferisco vincere qualche trofeo in meno ma essere un esempio per i bambini", ha concluso Juan Jesus.

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