Nello scontro tra la Roma e Zaniolo non ci sono né vincitori né vinti, perché nella follia di una guerra tutti ne escono sconfitti. È il riassunto delle ultime 24 ore assurde vissute da Nicolò nella Capitale dove è stato insultato, minacciato e inseguito da alcuni tifosi, al punto di lasciare la città per far ritorno a La Spezia dove ha appreso la decisione, arrivata per mano dei Friedkin, che lo vede fuori dal progetto tecnico giallorosso. Linea dura, anzi durissima, quella della proprietà americana dopo l’ennesimo rifiuto del calciatore al Bournemouth. Nella mattina di ieri, infatti, degli spiragli per provare a chiudere la trattativa c’erano ancora, salvo poi incassare il “no” definitivo di Zaniolo. Per questo la proprietà, con l’avallo di dirigenza e allenatore, ha ritenuto necessario escludere il giocatore dal proprio progetto che, come spiegano da Trigoria, non significa essere fuori rosa. I provvedimenti disciplinari che saranno presi nei suoi confronti nei prossimi giorni delineeranno la sanzione e se il calciatore potrà o no allenarsi con il resto del gruppo. Certo appare difficile che possa cavarsela con solo una multa perché i presidenti giallorossi ritengono che vestire la maglia della Roma debba essere un privilegio e sono diverse le manchevolezze manifestate da Zaniolo, a cominciare dal rifiutare la convocazione di Mourinho dopo aver chiesto al club di essere ceduto.
I tifosi contro Zaniolo
Una mossa che non ha indispettito solo la società, ma anche gran parte del tifo romanista schieratosi con allenatore e dirigenza, arrivando fino alla degenerazione dei fatti nella notte tra domenica e lunedì. Perché mentre i suoi compagni rientravano dalla trasferta di Napoli, Nicolò diventava vittima di uno spiacevole incidente: alcuni tifosi lo hanno inseguito in auto fin sotto casa, dove poi sono proseguite le minacce, costringendolo a barricarsi tra le proprie mura e a richiedere l’intervento della polizia. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbero state una quindicina le persone arrivate fin sotto l'abitazione del 22 giallorosso che ha vissuto una notte di paura. Gesti, nonostante le tensioni con la società, che il club ha condannato fermamente, tanto da fornire massimosupporto al suo tesserato, mentrela chiamata al 112 sarebbe partita proprio dal team manager giallorosso. Secondo familiari ed entourage del ragazzo, però, questa era una situazione evitabile, scaturita dalla comunicazione giallorossa sul caso. La Roma, dal canto suo, non vede invece un nesso tra gli atti intimidatori dei tifosi e le parole degli ultimi giorni di Mourinho e Tiago Pinto, sottolineando anche come lo Special One, dopo la gara con il Napoli, in un'intervista a Radio Rai abbia dichiarato di voler bene a Zaniolo. Un amore che non è servito a salvare il rapporto visto che Nicolò, per ritrovare serenità, è fuggito a La Spezia con la famiglia, e, in accordo con la Roma, non si è presentato ieri alla ripresa degli allenamenti a Trigoria, dove invece è stata certificata la lesione di primo grado al flessore della scoscia destra di Spinazzola.
Il futuro di Zaniolo
Insomma, piove sul bagnato e a poche ore dalla chiusura del calciomercato Zaniolo sembra destinato a restare. Anche perché i Friedkin sono disposti al muro contro muro, assumendosi il rischio di arrivare fino alla scadenza del contratto del calciatore nel 2024, a meno che non arrivi un’offerta, ora o in estate, pari a quella che aveva presentato il Bournemouth di 30 milioni più 5 di bonus. Una linea che taglia fuori il Milan che in queste ultime ore avrebbe potuto presentarsi come il salvatore della patria e che complica maledettamente i piani del mercato di giugno di Maldini e Massara (oggi impegnati nel tentativo di chiudere l’acquisto di Dario Osorio, esterno destro 2004 dell’Universidad de Chile). Gli ostacoli rossoneri per arrivare a Zaniolo, infatti, restano gli stessi di qualche giorno fa, perché da Milanello non sono pronti a un esborso così importante e senza l’apertura a un prestito con obbligo condizionato a determinati obiettivi sportivi. Condizioni che la Roma non potrà soddisfare per stessa volontà dei Friedkin. Lipsia e Siviglia avvisate, visto che avevano chiesto informazioni nelle ultime ore.