Totti e il Real Madrid: "Da ragazzino mi emozionavo a vederlo giocare"

Dalla Spagna l'ex capitano della Roma ha parlato anche del club giallorosso, di Mourinho, Modric, Ancelotti, dell'Arabia Saudita e dell'Italia

"Il Real Madrid mi è sempre piaciuto, fin da quando ero piccolo. Quando ero ragazzino a Roma guardavo tutte le loro partite. Il Real Madrid in quel periodo era il club che mi ispirava, con tutti i suoi grandi giocatori.Il fatto di essere il club più vincente del mondo, i tifosi, il Santiago Bernabéu, la somma di tutto mi affascinava. Ho incontrato un paio di volte Florentino Perez e mi ha detto che l'unico neo della sua carriera è non avermi potuto avere al Real Madrid, che è stato il suo unico punto debole". Così Francesco Totti, che ha concesso un'intervista a MARCA poco prima del gala del Pachuca Football Hall of Fame.

Totti e il Real Madrid

Totti ha aggiunto: "È evidente che adesso è un calcio diverso dal mio. Ai nostri tempi c’era più spirito di gruppo, si lottava insieme. Adesso si pensa di più al proprio fisico e il gioco è cambiato. Un esempio potrebbe essere il Real Madrid, con tanti giocatori fisici come Bellingham, Tchouaméni, Camavinga? Sì, ma parliamo sempre di grandi giocatori. È normale che se pensiamo al Real Madrid dei miei tempi, che aveva Beckham, Roberto Carlos, Zidane parliamo di altri grandi giocatori ma molto diversi. Forse prima era più importante il numero 10 di una squadra. Non direi che si sia estinto, ma il 10 ormai è quasi un numero come gli altri, senza più tanta rilevanza nella squadra".

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Totti su Modric, la Roma e Ancelotti

Modric: "Per è ancora uno dei cinque migliori giocatori al mondo, anche adesso che ha 38 anni, almeno a centrocampo. Ha una visione di gioco che pochi al mondo hanno e decide sempre un secondo o due prima degli altri".

La Roma: "Alti e bassi, ma sempre sotto la guida di un grande allenatore, come José Mourinho. Spero di porti la squadra al miglior livello possibile".

Ancelotti: "Penso sia speciale per i tifosi italiani e del Real Madrid. Stiamo parlando di uno dei migliori al mondo, che ha vinto in Italia, Germania, Francia e Spagna. E come persona è un gentiluomo. È perfetto. Io e Carlo abbiamo un ottimo rapporto. È una persona vera, che trasmette buone vibrazioni. L'altro giorno ho avuto la gioia di andare a vedere la Città dello Sport del Real Madrid".

Totti, l'Arabia Saudita e l'Italia

L'Arabia Saudita: "La differenza tra questo calcio e il mio è che prima c'era più passione, più amore per la squadra, più disponibilità a stare nello stesso club e a portarle rispetto. Adesso i ragazzi vanno dove possono pagare di più. Gabri Veiga? Non avrei mai immaginato di poter fare un passo del genere nella mia carriera, soprattutto alla sua età, ma, come dicevo prima, adesso la gente pensa più a cose diverse dal calcio puro. Non lo critico".

La Nazionale: "Ci sono già due Mondiali a cui non abbiamo partecipato e l'Italia non può permetterlo perché è uno dei Paesi più forti al mondo. Mi auguro che, con il nuovo allenatore, Luciano Spaletti, si possa trovare al più presto la soluzione migliore. La Spagna è meno forte del precedente del 2010, ma ha sempre buoni giocatori e allenatori e si riprenderà presto".

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"Il Real Madrid mi è sempre piaciuto, fin da quando ero piccolo. Quando ero ragazzino a Roma guardavo tutte le loro partite. Il Real Madrid in quel periodo era il club che mi ispirava, con tutti i suoi grandi giocatori.Il fatto di essere il club più vincente del mondo, i tifosi, il Santiago Bernabéu, la somma di tutto mi affascinava. Ho incontrato un paio di volte Florentino Perez e mi ha detto che l'unico neo della sua carriera è non avermi potuto avere al Real Madrid, che è stato il suo unico punto debole". Così Francesco Totti, che ha concesso un'intervista a MARCA poco prima del gala del Pachuca Football Hall of Fame.

Totti e il Real Madrid

Totti ha aggiunto: "È evidente che adesso è un calcio diverso dal mio. Ai nostri tempi c’era più spirito di gruppo, si lottava insieme. Adesso si pensa di più al proprio fisico e il gioco è cambiato. Un esempio potrebbe essere il Real Madrid, con tanti giocatori fisici come Bellingham, Tchouaméni, Camavinga? Sì, ma parliamo sempre di grandi giocatori. È normale che se pensiamo al Real Madrid dei miei tempi, che aveva Beckham, Roberto Carlos, Zidane parliamo di altri grandi giocatori ma molto diversi. Forse prima era più importante il numero 10 di una squadra. Non direi che si sia estinto, ma il 10 ormai è quasi un numero come gli altri, senza più tanta rilevanza nella squadra".

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