Tonali e Zaniolo, il caso scommesse e la chiave che può cambiare tutto

Dopo il patteggiamento di Fagioli, l'ex Milan pronto a seguire lo stesso percorso e si aspettano le evoluzioni relative all'ex Roma. Ma per questi ultimi due c'è un elemento ulteriore da considerare

Il caso scommesse continua ad aleggiare sul calcio italiano come una nube minacciosa, pronta a scatenare una tempesta da un momento all'altro. Dopo Fagioli, che sta per iniziare il periodo di squalifica patteggiato con l'autorità sportiva, anche Sandro Tonali è avviato sulla strada dell'ex compagno di nazionale per chiudere i conti con la giustizia sportiva il prima possibile. Le posizioni dei due calciatori sono tuttavia differenti: il centrocampista del Newcastle ha ammesso di aver scommesso sul Milan (seppur vincente o in gare in cui era assente), mentre Fagioli ha riferito alla Procura Federale di non aver puntato sulla Juventus.

Differente - inverso - è anche l'ordine delle audizioni dei due: prima a Torino (a giugno) e poi a Roma da Chiné (settembre) l'ex Cremonese, prima dalla Procura Federale e poi dalla pm Pedrotta l'ex rossonero. Un dettaglio da non trascurare, che dà conto della crescente importanza del binario sportivo dell'inchiesta: le informazioni sulle scommesse effettuate dai calciatori in mano agli inquirenti hanno infatti scarsa rilevanza penale. Il reato ipotizzato è di esercizio abusivo di attività di giuoco e scommessa ed è punito con un'ammenda fino a 516 euro. Le stesse informazioni però assumono invece tutt'altra importanza per la Procura Figc, chiamata a valutare le possibili violazioni del Codice di Giustizia Sportiva da parte di alcuni tesserati. Una differenza che sembra essere, forse volutamente, poco inquadrata da chi sguazza nel calderone mediatico sventolando presunte rivelazioni.

Zaniolo, prossimamente l'audizione a Torino

Per quanto riguarda l'inchiesta della Procura di Torino, manca ancora l'audizione di Nicolò Zaniolo, il terzo calciatore sotto indagine. Nella giornata di mercoledì il giocatore dell'Aston Villa si è confrontato in una conference call con i suoi legali (Antonio Conte e Gianluca Tognozzi), con l'agente Claudio Vigorelli per fissare un data per essere ascoltato in Procura a Torino. Il giocatore sostiene di aver scommesso sì su piattaforme illegali, ma di non aver puntato su eventi legati al calcio e di essersi limitato al blackjack.

Una circostanza perseguibile penalmente ("Chiunque partecipa a concorsi, giuochi, scommesse gestiti con le modalità di cui al comma 1, fuori dei casi di concorso in uno dei reati previsti dal medesimo, è punito con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda da euro 51 a euro 516"), ma non dalla giustizia sportiva (il cui codice, all'articolo 24 precisa che "ai soggetti dell'ordinamento federale, ai dirigenti, ai soci e ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico è fatto divieto di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso i soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della FIGC, della FIFA e della UEFA (...) la sanzione della inibizione o della squalifica non inferiore a tre anni e dell’ammenda non inferiore ad euro 25.000,00". Ma c'è qualcosa che potrebbe cambiare lo scenario.

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Le analisi dei tablet e degli smartphone

Gli investigatori infatti stanno procedendo con l'analisi dei contenuti degli smartphone e nei tablet di Tonali e Zaniolo. Gli elementi che possono emergere dall'esame dei device degli indagati, se difficilmente potrebbero portare la giustizia ordinaria a determinare nuovi scenari o a ipotizzare nuovi reati - la posizione dei tre calciatori è infatti marginale, scommettitori su piattaforme illegali come altri indagati - potrebbero tuttavia fornire informazioni estremamente rilevanti alla giustizia sportiva. Che ha maglie ben più strette di quelle dell'ordinaria su questo tipo di reato. E se per Fagioli questo sembrerebbe scongiurato, visto che il suo cellulare è in mano agli inquirenti da mesi, diverso potrebbe essere il discorso per gli altri due.

Jarre: "Ludopatia in Serie A? Potrebbero essere decine di atleti"

Il quadro poi potrebbe estendersi se emergessero altri nomi da questi device. Come ha spiegato in un'intervista alla Stampa il dottor Paolo Jarre, direttore del Dipartimento di patologia delle dipendenze dell’Asl Torino 3 e terapeuta di Nicolò Fagioli, il tasso di persone con disturbi da gioco d'azzardo tra i calciatori di Serie A è "verosimilmente superiore di tre volte" rispetto all'1-3% della popolazione generale. Considerando una platea di 500 calciatori nella massima serie, questo vuol dire che potrebbero esserci una cinquantina di tesserati con gravi problemi di ludopatia. È bene chiarire un'altra volta, tutto sta nel comprendere quale tipologia di evento sportivo sia oggetto di scommessa perché si violi il Codice di Giustizia Sportiva, ma sono numeri che spaventano.

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Il caso scommesse continua ad aleggiare sul calcio italiano come una nube minacciosa, pronta a scatenare una tempesta da un momento all'altro. Dopo Fagioli, che sta per iniziare il periodo di squalifica patteggiato con l'autorità sportiva, anche Sandro Tonali è avviato sulla strada dell'ex compagno di nazionale per chiudere i conti con la giustizia sportiva il prima possibile. Le posizioni dei due calciatori sono tuttavia differenti: il centrocampista del Newcastle ha ammesso di aver scommesso sul Milan (seppur vincente o in gare in cui era assente), mentre Fagioli ha riferito alla Procura Federale di non aver puntato sulla Juventus.

Differente - inverso - è anche l'ordine delle audizioni dei due: prima a Torino (a giugno) e poi a Roma da Chiné (settembre) l'ex Cremonese, prima dalla Procura Federale e poi dalla pm Pedrotta l'ex rossonero. Un dettaglio da non trascurare, che dà conto della crescente importanza del binario sportivo dell'inchiesta: le informazioni sulle scommesse effettuate dai calciatori in mano agli inquirenti hanno infatti scarsa rilevanza penale. Il reato ipotizzato è di esercizio abusivo di attività di giuoco e scommessa ed è punito con un'ammenda fino a 516 euro. Le stesse informazioni però assumono invece tutt'altra importanza per la Procura Figc, chiamata a valutare le possibili violazioni del Codice di Giustizia Sportiva da parte di alcuni tesserati. Una differenza che sembra essere, forse volutamente, poco inquadrata da chi sguazza nel calderone mediatico sventolando presunte rivelazioni.

Zaniolo, prossimamente l'audizione a Torino

Per quanto riguarda l'inchiesta della Procura di Torino, manca ancora l'audizione di Nicolò Zaniolo, il terzo calciatore sotto indagine. Nella giornata di mercoledì il giocatore dell'Aston Villa si è confrontato in una conference call con i suoi legali (Antonio Conte e Gianluca Tognozzi), con l'agente Claudio Vigorelli per fissare un data per essere ascoltato in Procura a Torino. Il giocatore sostiene di aver scommesso sì su piattaforme illegali, ma di non aver puntato su eventi legati al calcio e di essersi limitato al blackjack.

Una circostanza perseguibile penalmente ("Chiunque partecipa a concorsi, giuochi, scommesse gestiti con le modalità di cui al comma 1, fuori dei casi di concorso in uno dei reati previsti dal medesimo, è punito con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda da euro 51 a euro 516"), ma non dalla giustizia sportiva (il cui codice, all'articolo 24 precisa che "ai soggetti dell'ordinamento federale, ai dirigenti, ai soci e ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico è fatto divieto di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso i soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della FIGC, della FIFA e della UEFA (...) la sanzione della inibizione o della squalifica non inferiore a tre anni e dell’ammenda non inferiore ad euro 25.000,00". Ma c'è qualcosa che potrebbe cambiare lo scenario.

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