Fagioli, il racconto shock: "Ti spezziamo le gambe, tre milioni di debiti"

La deposizione al procuratore Chiné del bianconero: "Mai scommesso sulla Juventus, il club non sapeva nulla. Tonali mi ha detto come fare. Ecco a chi ho chiesto soldi"

"La notte avevo smesso di dormire. Più il tempo passava più il debito mi ossessionava. I soldi che dovevo continuavano ad aumentare e pensavo di giocare solo per tentare di recuperare". Frasi disperate, quelle rilasciate da Fagioli alla Procura Federale e che Tuttosport ha potuto visionare, parole che sembrano uscite da un film ma che sono terribilmente vere, di un ragazzo che non vede più via d'uscita e che si sente soffocare, togliere il respiro come dentro sabbie mobili che più provi a muoverti più ti inghiottono, ti stritolano nelle sue spire come un serpente mortale, lo stesso che si è tatuato su una gamba il centrocampista qualche tempo fa.

Le minacce al bianconero: "Ti spezzo le gambe"

"Ti spezzo le gambe, mi dicevano", continua Fagioli parlando della terribile situazione nella quale si trovava. Minacce orribili, che ti gelano il sangue, che fanno tremare. E, ironia della sorte, è "Treema" il nome dell'app che il giocatore usava per conservare in maniera anonima la traccia delle ricevute delle giocate sulle varie piattaforme, sia illegali che legali. "Ma tanto ormai era così alto il debito che anche se vincevo la scommessa non incassavo nulla - aggiungeva a fine settembre davanti al procuratore federale Giuseppe Chiné, al procuratore aggiunto Giorgio Ricciardi e al sostituto procuratore Luca Scarpa - tutto quanto andava solo ad abbassare la quantità di soldi che dovevo ancora a queste piattaforme". Ed è solo l'inizio di una confessione fiume.

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Fagioli e il ruolo di Tonali

"Un amico stretto". Sandro Tonali è definito così da Fagioli, quando racconta l'inizio del suo precipitare nella ludopatia, "ché all'inizio lo si fa perché si ha tanto tempo libero, ci si allena la mattina e poi si gioca per vincere la noia, per provare l'ebbrezza". Tonali è la persona che "nel ritiro della nazionale Under 21, mi suggerisce di giocare su un sito illegale. Lo vidi giocare e gli chiesi cosa stesse facendo, mi disse che potevo farlo anch'io perché non c'era traccia delle scommesse. E mi fece registrare tramite un account al sito in questione". Sul discorso delle credenziali, Fagioli non ricorda chi gliele fornì, né sa dire su che tipo di eventi stesse scommettendo il suo compagno di nazionale. Ma ovviamente le sue le ricorda: "Le prime scommesse le piazzai su eventi di tennis e poi di calcio. Ho effettuato delle scommesse su siti irregolari, ricordo di uno denominato BETART e di un altro, ICEBET, ce n'erano altri ma non ricordo come si chiamavano perché cambiavano nome ogni mese".

"Ecco come si scommette sui siti illegali"

"Scommettevo sia sulle partite di calcio, su casinò e tennis. Ho iniziato nell'estate del 2021 quanto mi trovavo nel ritiro U21 a Tirrenia - dichiarava Fagioli già a giugno alla Procura di Torino, parole che sono a corredo della confessione fatta a Chinè - lo facevano gli altri, non mi sono posto il problema se questi siti fossero regolari o meno, per me la differenza fra il sito legale e quello illegale sta nel fatto che in quello illegale si può giocare senza anticipare somme, a credito. Era un divertimento, un passatempo. Prima soprattutto sul tennis per un anno, poi da gennaio 2022 quando sono arrivato a Torino ero in una condizione di stress per i debiti accumulati e da settembre dello stesso anno ho iniziato anche col calcio e con somme ingenti per cercare di recuperare". Il dramma che il numero 21 bianconero snocciola per filo e per segno.

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"Mai giocate Cremonese e Juve"

Una cosa ci tiene a chiarire davanti agli inquirenti: "La Juventus fino dal periodo delle giovanili ci informava che era vietato per noi tesserati effettuare scommesse sia legali che illegali su partite di calcio: io ho giocato su partite sia di campionati nazionali sia internazionali ma non ho mai scommesso sulla Cremonese o sulla Juventus", i club nei quali ha militato nella parte iniziale di carriera. Carriera che ora si fermerà per sette mesi di squalifica e che potrà riprendere nel giugno del 2024, visto il patteggiamento ottenuto per chiudere il suo caso e pagare il suo debito con la giustizia sportiva.

"Ho scommesso su Toro-Milan e su Real-Inter"

Fagioli, di fronte a delle prove di giocate piazzate, rivela anche alcune partite sulle quali ha scommesso: "Era mia abitudine scommettere spesso su partite di calcio mentre erano in corso di svolgimento. In quell’occasione puntai sul pareggio o sulla vittoria del Milan. Persi perché la partita finì due a uno per il Torino". Non solo Serie A, anche la Champions e anche l'altra squadra di Milano: "In relazione alla ricevuta che mi viene mostrata in visione relativa alle partite di Champions League Porto-Atletico Madrid e Real Madrid-lnter ho scommesso che avrebbero segnato meno di 3 o 4 goal. Anche in questa occasione si trattava di una piattaforma illegale BETART".

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I debiti aumentano: l'escamotage degli orologi

Mentre sul campo Fagioli inizia a ritagliarsi spazio e a far sognare milioni di tifosi bianconeri, il dramma umano continua a peggiorare silenzioso: "Avevo già accumulato un ingente debito di 250mila euro a settembre 2022 e iniziarono le pressioni da parte dei titolari di siti illegali per indurmi a restituire gli importi". In che modo, lo rivela chiaramente: "ogni tanto, per restituire almeno in parte queste somme provvedevo ad acquistare a Milano degli orologi di valore presso una gioielleria. Pagavo con bonifico bancario. Gli orologi alcune volte li ho consegnati io, altre volte passavano i titolari delle piattaforme e li ritiravano presso la gioielleria". Ma non basta. Sono boccate d'ossigeno ma dentro il ragazzo continua ad affondare.

"Nessuno alla Juve sapeva"

"Nel periodo successivo al settembre 2022 giocavo in modo compulsivo di fronte alla TV su qualsiasi evento sportivo che stavo vedendo, calcio compreso. Serie B e Lega Pro comprese", prosegue la confessione, "Scommettevo con una tale frequenza e anche su più eventi contemporaneamente che non sono in grado di ricordare". Fuori da ogni controllo, tranne quello della madre che aveva provato a indirizzarlo a una struttura per curarlo e che teneva sotto controllo i conti correnti del figlio. "Non ho mai parlato delle mie scommesse con dirigenti e/o calciatori e/o tesserati della FC Juventus perché non mi fidavo di nessuno". Ed è qui che entrano in scena i prestiti.

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I prestiti chiesti a Gatti e Dragusin

"Sì, ho chiesto dei prestiti per pagare i debiti di gioco - ammette Fagioli - perciò decisi di chiedere dei soldi ad alcuni amici e ad un compagno, al quale chiesi 40mila euro dicendogli che mi servivano per comprare un orologio e che mia madre mi aveva bloccato i conti. Gatti mi prestò i soldi che non ho ancora restituito e che tuttora mi chiede indietro". Tutto questo avveniva a ottobre 2022, ma Gatti non è l'unico a cui Fagioli chiede soldi: "Altro prestito mi fu fatto da Dragusin, attualmente tesserato per il Genoa (che con Fagioli ha un passato importante nelle giovanili della Juventus, ndR) e da alcuni amici di Piacenza. Sempre di 40mila euro, anche questo accreditato tramite bonifico alla gioielleria dove compravo gli orologi di lusso da consegnare ai gestori delle piattaforme". Gatti e Dragusin sono estranei all'indagine.

Il debito monstre: tre milioni di euro

"Intendo precisare che è mia intenzione saldare tutti i prestiti ricevuti dai miei amici e compagni i quali erano all'oscuro delle ragioni reali per le quali ho chiesto il denaro", aggiunge Fagioli, che poi tira fuori le cifre reali, mostruose, del debito accumulato, una cifra che sommata sfiora i tre milioni di euro, in gran parte con "piattaforme illegali: betar.bet, specialbet.bet, bullbet23.com, con le quali non è mia intenzione saldare alcunché sia perché ho già consegnato tanti soldi, sia perché si tratta di scommesse nulle in violazione della legge italiana". Tutti fatti dei quali la Procura di Torino è informata.

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Le lacrime in panchina col Sassuolo

"Il periodo più brutto lo passai tra marzo e aprile 2023, quando ero talmente stressato e impaurito che durante la partita Sassuolo-Juventus feci un errore tecnico e fui sostituito (l'errore diede il via al gol di Defrel che decise la partita, in un momento chiave della stagione bianconera sull'altalena della penalizzazione poi confermata). Appena uscito dal terreno di gioco mi misi a piangere di fronte alle telecamere, pensando ai miei problemi legati ai debiti delle scommesse" come si legge nelle pagine finali del verbale delle dichiarazioni ai pm.

Nelle parole di Fagioli c'è spazio anche per il coraggio di un ragazzo che diventa uomo ammettendo le proprie colpe e anche la volontà di uscirne a testa alta: "Preciso di aver smesso di scommettere e di avere intenzione di proseguire il percorso di cura". Il calcio ti aspetta, Nicolò.

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"La notte avevo smesso di dormire. Più il tempo passava più il debito mi ossessionava. I soldi che dovevo continuavano ad aumentare e pensavo di giocare solo per tentare di recuperare". Frasi disperate, quelle rilasciate da Fagioli alla Procura Federale e che Tuttosport ha potuto visionare, parole che sembrano uscite da un film ma che sono terribilmente vere, di un ragazzo che non vede più via d'uscita e che si sente soffocare, togliere il respiro come dentro sabbie mobili che più provi a muoverti più ti inghiottono, ti stritolano nelle sue spire come un serpente mortale, lo stesso che si è tatuato su una gamba il centrocampista qualche tempo fa.

Le minacce al bianconero: "Ti spezzo le gambe"

"Ti spezzo le gambe, mi dicevano", continua Fagioli parlando della terribile situazione nella quale si trovava. Minacce orribili, che ti gelano il sangue, che fanno tremare. E, ironia della sorte, è "Treema" il nome dell'app che il giocatore usava per conservare in maniera anonima la traccia delle ricevute delle giocate sulle varie piattaforme, sia illegali che legali. "Ma tanto ormai era così alto il debito che anche se vincevo la scommessa non incassavo nulla - aggiungeva a fine settembre davanti al procuratore federale Giuseppe Chiné, al procuratore aggiunto Giorgio Ricciardi e al sostituto procuratore Luca Scarpa - tutto quanto andava solo ad abbassare la quantità di soldi che dovevo ancora a queste piattaforme". Ed è solo l'inizio di una confessione fiume.

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