"La notte avevo smesso di dormire. Più il tempo passava più il debito mi ossessionava. I soldi che dovevo continuavano ad aumentare e pensavo di giocare solo per tentare di recuperare". Frasi disperate, quelle rilasciate da Fagioli alla Procura Federale e che Tuttosport ha potuto visionare, parole che sembrano uscite da un film ma che sono terribilmente vere, di un ragazzo che non vede più via d'uscita e che si sente soffocare, togliere il respiro come dentro sabbie mobili che più provi a muoverti più ti inghiottono, ti stritolano nelle sue spire come un serpente mortale, lo stesso che si è tatuato su una gamba il centrocampista qualche tempo fa.
Le minacce al bianconero: "Ti spezzo le gambe"
"Ti spezzo le gambe, mi dicevano", continua Fagioli parlando della terribile situazione nella quale si trovava. Minacce orribili, che ti gelano il sangue, che fanno tremare. E, ironia della sorte, è "Treema" il nome dell'app che il giocatore usava per conservare in maniera anonima la traccia delle ricevute delle giocate sulle varie piattaforme, sia illegali che legali. "Ma tanto ormai era così alto il debito che anche se vincevo la scommessa non incassavo nulla - aggiungeva a fine settembre davanti al procuratore federale Giuseppe Chiné, al procuratore aggiunto Giorgio Ricciardi e al sostituto procuratore Luca Scarpa - tutto quanto andava solo ad abbassare la quantità di soldi che dovevo ancora a queste piattaforme". Ed è solo l'inizio di una confessione fiume.