Inter-Roma, Lukaku torna a San Siro: la speranza di Mourinho

I giallorossi puntano tutto su Romelu: già 8 gol in 10 partite e attacco trasformato. Con lui crescono tutti, da Dybala a El Shaarawy e Belotti
Inter-Roma, Lukaku torna a San Siro: la speranza di Mourinho© AS Roma via Getty Images

ROMA - In una Roma incerottata la speranza di espugnare domani San Siro si chiama Romelu Lukaku. Per questo neanche dieci minuti dopo il triplice fischio contro lo Slavia Praga, il calciatore era già sul lettino dei fisioterapisti giallorossi per recuperare subito dalle fatiche di Coppa e prepararsi al meglio per il suo ritorno a Milano. Un ritorno che non passerà certo inosservato e che sta facendo discutere anche in queste ore per la contestazione studiata dai tifosi nerazzurri che avrebbero voluto accoglierlo con 30mila fischietti, nonostante il Gos sembri volerli vietare, ma non su richiesta della Roma, che non ha fatto alcun appello istituzionale a riguardo, pur partecipando alla riunione del Gos. Ma al di là di questo, l’accoglienza al Meazza per Lukaku sarà bollente dopo l’addio di quest’estate, i flirt con Juventus e Arabia Saudita e la firma con la Roma. Un calciomercato sul quale tutti si sono espressi, tranne Romelu.

Lukaku dietro solo a Lautaro e Osimhen

«Lui deve solo pensare a riposarsi e giocare», è stata infatti la risposta di Mourinho dopo la gara d’Europa League a chi gli chiedeva come si dovesse gestire psicologicamente l’avvicinamento di un calciatore che domani sera sarà contestato dal primo all’ultimo minuto. Compagni, squadra e società, però, si sono stretti intorno al proprio nove che in due mesi nella Capitale ha conquistato tutti e fatto ricredere gli scettici. D’altronde i numeri non mentono: con la maglia della Roma ha segnato 8 reti in 10 gare, per una media di un gol ogni 97 minuti. E pensare che lo scorso anno, in tutto, realizzò quattordici gol, complice un infortunio muscolare che lo tenne fuori gran parte della prima parte della stagione. La miglior condizione si vide solo nel secondo semestre, al punto che oggi, tra i marcatori della Serie A nell’anno solare, è al terzo posto dietro solamente a Lautaro e Osimhen.

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Roma, Lukaku è una sentenza

Con la maglia giallorossa, poi, è praticamente una sentenza, perché solo in due circostanze non ha segnato partendo titolare: a Marassi contro il Genoa e all’Olimpico con il Monza. Nelle altre ha sempre timbrato, compresa l’ultima in Europa League che ha visto così anche allungare la sua striscia di partite in gol nella competizione a 14 gare di fila (la più lunga della storia del torneo). Ma come ha ricordato recentemente Mourinho, Romelu «cambia i numeri della squadra». Non è un caso, infatti, che rispetto allo scorso anno, già solamente in Serie A, la Roma abbia segnato 8 reti in più. Le venti di quest’anno, che per ora valgono il secondo miglior attacco del campionato, superano di gran lunga le 12 in nove partite della passata stagione. A dimostrazione che dell’arrivo di Big Rom ne beneficiano tutti i suoi compagni.

Romelu migliora tutti

Con lui si sono trovati a suo agio Dybala, Belotti ed El Shaarawy, con il belga diventato il vero leader, non solo tecnico, della squadra. Lo dimostra anche l’abbraccio, proprio al Faraone in lacrime dopo il gol vittoria con il Monza, ma anche i consigli e i faccia a faccia costanti in campo e a Trigoria per cercare di crescere ancora con il resto dei compagni. Insomma, Lukaku si è preso la Roma e ora vorrebbe prendersi anche una rivincita non tanto contro l’Inter, al quale resterà comunque legato, ma contro chi da giugno in poi, a suo modo di vedere, ha distorto la realtà facendolo passare come l’unico cattivo di una storia sulla quale la parola fine ancora non è arrivata.

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ROMA - In una Roma incerottata la speranza di espugnare domani San Siro si chiama Romelu Lukaku. Per questo neanche dieci minuti dopo il triplice fischio contro lo Slavia Praga, il calciatore era già sul lettino dei fisioterapisti giallorossi per recuperare subito dalle fatiche di Coppa e prepararsi al meglio per il suo ritorno a Milano. Un ritorno che non passerà certo inosservato e che sta facendo discutere anche in queste ore per la contestazione studiata dai tifosi nerazzurri che avrebbero voluto accoglierlo con 30mila fischietti, nonostante il Gos sembri volerli vietare, ma non su richiesta della Roma, che non ha fatto alcun appello istituzionale a riguardo, pur partecipando alla riunione del Gos. Ma al di là di questo, l’accoglienza al Meazza per Lukaku sarà bollente dopo l’addio di quest’estate, i flirt con Juventus e Arabia Saudita e la firma con la Roma. Un calciomercato sul quale tutti si sono espressi, tranne Romelu.

Lukaku dietro solo a Lautaro e Osimhen

«Lui deve solo pensare a riposarsi e giocare», è stata infatti la risposta di Mourinho dopo la gara d’Europa League a chi gli chiedeva come si dovesse gestire psicologicamente l’avvicinamento di un calciatore che domani sera sarà contestato dal primo all’ultimo minuto. Compagni, squadra e società, però, si sono stretti intorno al proprio nove che in due mesi nella Capitale ha conquistato tutti e fatto ricredere gli scettici. D’altronde i numeri non mentono: con la maglia della Roma ha segnato 8 reti in 10 gare, per una media di un gol ogni 97 minuti. E pensare che lo scorso anno, in tutto, realizzò quattordici gol, complice un infortunio muscolare che lo tenne fuori gran parte della prima parte della stagione. La miglior condizione si vide solo nel secondo semestre, al punto che oggi, tra i marcatori della Serie A nell’anno solare, è al terzo posto dietro solamente a Lautaro e Osimhen.

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