Boloca, te lo ricordi Juve? Giovanili bianconere, ora vince col Sassuolo

La rivincita del centrocampista: dalla Serie D a play titolare dei neroverdi. I primi palleggi alla Vecchia Signora, il Fossano e l'intuizione di Angelozzi
Boloca, te lo ricordi Juve? Giovanili bianconere, ora vince col Sassuolo

"ll futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni". Il cassetto di Boloca per molto tempo è stato aperto a metà, tra gioie e momenti della vita che potevano cambiarne il destino. È caduto spesso, si è rialzato. La sua forza di volontà ha vinto contro i "no". Ora il Sassuolo di Dionisi è la sua realtà. Una maglia che indossa dopo tanto sacrificio e che fino al 2020 poteva vedere solo in Tv. Tre anni fa giocava in Serie D con il Fossano, tra i campi di periferia. Un piccolo comune di 20mila abitanti che gli ha cambiato la vita. Perché? Ha ridato un'immagine a quel desiderio che piano piano stava scomparendo. Eppure il giovane centrocampista aveva mostrato la sua classe fin dalle giovanili, quando a formarlo ci ha pensato la Juventus.

La Juventus, i sogni in bianconero e le prime difficoltà

Boloca ha solo un'idea in testa, sin da quando sapeva solo palleggiare: giocare a calcio. La Juventus ci crede, lo coccola, lo cresce. Nel suo periodo in bianconero di riferimenti ne passano molti: Pirlo, Vidal, Marchisio e un giovane Pogba. Stesso ruolo, tanta ammirazione e qualche segreto rubato tra un allenamento spiato e un altro. Di giocatori però ne passano molti ed è difficile scegliere il miglior talento quando ancora non si sa di esserlo. Con la Primavera non riesce a sfondare, ma non dimentica il suo passato. Una testimonianza? I social ancora pieni di foto dei suoi anni nella Vecchia Signora. Otto stagioni sono difficili da dimenticare. Nel 2017 passa a Chieri, ma non viene ascoltato. Con gli agenti decide allora di volare in Slovacchia, al Tatran Presov. Una scelta, con il senno di poi sbagliata. Ma allo stesso tempo utile, perché gli fa capire che per percorrere questa strada deve prendere un biglietto di ritorno per l'Italia.

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La Serie D, i rimborsi per la benzina e l'occhio di Angelozzi

Al suo rientro la salita è molto ripida, ma vuole scalarla. L'opportunità arriva grazie ad un torneo estivo. Un giocatore lo segnala al Fossano, Viassi ci crede e lo porta con sé. Le prime due parentesi alla Romanese e alla Pro Sesto non vanno bene, ma la sua forza è più grande di qualsiasi schiaffo morale subito. Questa volta la scelta è giusta. Da qui inizia la scalata, dai soli rimborsi per la benzina a un sogno che piano piano riprende i suoi contorni e diventa forma grazie all'intuizione di Angelozzi. L'attuale dirigente del Frosinone era allo Spezia e lo chiama. Il campionato tra i dilettanti finisce a marzo a causa del Covid e il centrocampista inizia subito ad allenarsi in bianconero. Un colore che si ripete nella sua vita. Quando tutto stava per andare per il verso giusto, ecco un'altra crepa. Il club ligure va in Serie A, lui festeggia, ma poi la doccia fredda: Angelozzi va via e non viene più tesserato. Questa volta però il destino è dalla sua parte e il direttore decide di portarlo con sé a Frosinone, il resto è storia. Nel 2022-2023 vince il campionato di Serie B e il suo nome inizia a circolare. Mancini lo chiama per uno stage e poi a fine anno arriva il Sassuolo.

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Boloca e il Sassuolo, si chiude il primo cerchio

Dionisi è un allenatore che ama costruire e migliorare i giocatori. Nel suo schieramento emerge la qualità, come quella di Boloca, titolare in questo inizio di stagione. Dalla partita contro la Juventus non è mai uscito dal campo. Regia, geometria, equilibrio, dinamismo, tutto quello che serve ai neroverdi. Sostituisce il partente Maxime Lopez con personalità. Lo aveva promesso a se stesso. Ora può urlarlo: il sogno è diventato realtà ed aspetta un altro colore, quello azzurro. Lui di certo sa attendere, intanto continua ad illuminare il Mapei Stadium e non solo.

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"ll futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni". Il cassetto di Boloca per molto tempo è stato aperto a metà, tra gioie e momenti della vita che potevano cambiarne il destino. È caduto spesso, si è rialzato. La sua forza di volontà ha vinto contro i "no". Ora il Sassuolo di Dionisi è la sua realtà. Una maglia che indossa dopo tanto sacrificio e che fino al 2020 poteva vedere solo in Tv. Tre anni fa giocava in Serie D con il Fossano, tra i campi di periferia. Un piccolo comune di 20mila abitanti che gli ha cambiato la vita. Perché? Ha ridato un'immagine a quel desiderio che piano piano stava scomparendo. Eppure il giovane centrocampista aveva mostrato la sua classe fin dalle giovanili, quando a formarlo ci ha pensato la Juventus.

La Juventus, i sogni in bianconero e le prime difficoltà

Boloca ha solo un'idea in testa, sin da quando sapeva solo palleggiare: giocare a calcio. La Juventus ci crede, lo coccola, lo cresce. Nel suo periodo in bianconero di riferimenti ne passano molti: Pirlo, Vidal, Marchisio e un giovane Pogba. Stesso ruolo, tanta ammirazione e qualche segreto rubato tra un allenamento spiato e un altro. Di giocatori però ne passano molti ed è difficile scegliere il miglior talento quando ancora non si sa di esserlo. Con la Primavera non riesce a sfondare, ma non dimentica il suo passato. Una testimonianza? I social ancora pieni di foto dei suoi anni nella Vecchia Signora. Otto stagioni sono difficili da dimenticare. Nel 2017 passa a Chieri, ma non viene ascoltato. Con gli agenti decide allora di volare in Slovacchia, al Tatran Presov. Una scelta, con il senno di poi sbagliata. Ma allo stesso tempo utile, perché gli fa capire che per percorrere questa strada deve prendere un biglietto di ritorno per l'Italia.

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