TORINO - Sinisa Mihajlovic è uno diretto. «Ci sono dei giocatori che dovranno andare via. Parlerò con ognuno di loro e dirò chi mi ha soddisfatto e chi, purtroppo, dovrà cercare di andare altrove. E’ giusto e rispettoso nei confronti dei giocatori che io sia onesto, anche se sentirlo sul momento può fare male. Sono abituato a dire sempre le cose come stanno, quindi, a ognuno dirò che cosa mi aspetto e chi mi ha accontentato e chi no». E’ quindi arrivata la settimana del giudizio, dopo il ritiro in Austria. Il Toro che ha cambiato panchina e sistema di gioco ha certe priorità e la rosa va ritoccata. Era prevedibile. Magari non così prevedibile la quantità di giocatori “rimandati” e la quantità di giocatori “richiesti” dall’allenatore.
IL VERTICE - Così, in bilico c’è un’intera formazione. Si parte dai portieri, in primis. E poi si va a Bruno Peres, croce e delizia. Nulla è cambiato, insomma. Il brasiliano non soddisfa il serbo perché non cura la fase difensiva ed è anarchico nelle sue giocate, finendo spesso fuori ruolo, magari in alto a sinistra. L’ex Santos allora può davvero partire, ma c’è l’inghippo della Coppa Italia. Nel weekend c’è il primo turno al Grande Torino e il laterale paulista serve come il pane visti gli infortuni di Zappacosta e Ajeti. La sue cessione, comunque, può favorire gli ultimi ritocchi. Sì, foraggiare gli acquisti. Si può riaprire la pista italiana, con Roma e Inter. Ma difficilmente alle cifre chieste da Cairo (vuole 20 milioni). Dall’estero, Arsenal e Bayer Leverkusen non si sono spinti a tanto. Possibile un vertice con il ds Gianluca Petrachi che nel frattempo avrà avuto modo di parlare con Mihajlovic per delineare le linee di mercato dovute alle nuove esigenze.