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TORINO - Integrare quanto è rimasto incompleto, se non lasciato in fase embrionale, nel corso dell’estate: tra meno di un mese (l’avvio del mercato è fissato per il 4 gennaio), toccherà al ds Vagnati scendere in campo. Non che tra la chiusura della sessione estiva e l’inizio di quella invernale il dirigente sia rimasto con le mani in mano, ma è chiaro che le fasi nelle quali un direttore sportivo è più impegnato sono quelle in cui è possibile procedere con le operazioni. Il lavoro che attende Vagnati non è semplice, anche considerato il breve periodo all’interno del quale potrà chiudere le trattative (il gong suonerà il 1° febbraio): tante le situazioni rimaste sospese, sia in relazione agli ingressi che alle uscite. Importanti le une come le altre. Al Toro mancano almeno un regista e un ulteriore attaccante, al netto delle caselle che fossero da riempire in virtù delle cessioni.
Compravendita
L’esigenza di agire in entrata si lega indissolubilmente alla necessità di definire il lavoro alla voce vendite. L’attività principale tocca a Vagnati, il quale però potrà muoversi entro i paletti fissati da Cairo: per non trovarsi in imbarazzo in un atelier non ci si può presentare, al momento di pagare, con quanto serve per cavarsela in un outlet. Inutile agganciare Joao Pedro, per indicare un nome tutt’altro che casuale, nella consapevolezza che il proprio presidente a certe cifre non arriverà mai. Nell’altra direzione il discorso è analogo: legittimo continuare a valutare Verdi più di 20 milioni dopo la stagione deludente offerta dall’attaccante la scorsa stagione, scontato però ricevere la porta in faccia nel tentativo di piazzare l’ex del Napoli a suddette cifre. E il discorso che vale per Verdi calza a maggior ragione per Izzo. [...]
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