Toro, le rimonte: sostituzioni discutibili o ritardate

Scorie psicologiche e lacune caratteriali: ma non solo
Toro, le rimonte: sostituzioni discutibili o ritardate

TORINO - Minuto 88, Napoli-Torino 0-1: gli azzurri erano sempre più demoralizzati e stanchi. Gattuso aveva anche già tentato invano di mutare il trend con 5 cambi in sequenza tra fasce, centrocampo e attacco. Ma l’arma era rimasta caricata a salve: una sequela di cross abbastanza prevedibili. Poco prima del tramonto del match, il Torino era persino riuscito ad alzare il baricentro, inseguendo un possesso palla utile sia a far trascorrere il tempo, sia ad alleggerire la pressione sulla difesa, sia a seminare un possibile colpo di grazia: vedi la paratona di Meret su un diagonale di Belotti, intorno all’85.’ Tuttavia il Napoli, anche in previsione del recupero, si stava predisponendo all’assalto finale, cercando di aumentare il forcing. Ed era lì, proprio in quel momento, che Giampaolo partoriva il grande azzardo: l’unico di una serata che fino a quel momento il tecnico aveva gestito alla perfezione, risultato (e doppia fase) alla mano. Minuto 88: ben 3 cambi in blocco (i primi della scacchiera granata), modificando in un momento topico quasi un terzo dei 10 giocatori di movimento. Zaza per Belotti (che da tempo era diventato anche un determinante mediano/difensore aggiunto, in fase di non possesso), Vojvoda per Rodriguez sulla fascia sinistra del Torino (là dove cercava di infilarsi Lozano) e Meité per Lukic, sul centrodestra della mediana (dalle parti di Zielinski, non lontano al raggio di azione del più esterno e offensivo Insigne).

In pratica, Giampaolo smontava all’improvviso 2 muri portanti del suo castello tattico, sin lì assolutamente efficace. L’uscita del Gallo proponeva anche una valenza psicologica: quasi un “invito” al Napoli a crederci e attaccare ancor di più. Impalpabile Zaza, sia nei rinculi sia nel contropiede. E Meité, ancora una volta, brillava per mollezza inopportuna e svagata negligenza. E stiamo parlando, per l’appunto, di Zaza e Meité: non certo di 2 giocatori dalla gran tempra e comprovata continuità, prestazioni alla mano. Minuto 92’: proprio Zielinski, tutto solo al limite, serviva di prima in area Insigne, a sua volta perso incredibilmente da Singo sulla fascia destra granata. Quindi la magia del napoletano: magico il tiro, ma non l’azione nel burro granata. Un’azione assolutamente arrestabile, con la grintosa attenzione collettiva (e le marcature) dei primi 88 minuti. Per tutto questo spiegone non esiste la controprova dei fatti, è evidente: ma che Giampaolo abbia commesso un azzardo da matita blu ai corsi teorici di Coverciano, beh, ça va sans dire (ha creato delle crepe in un giocattolo sin lì funzionante). E l’ingresso gagliardo di Segre per Linetty al 94,’ ma ormai sull’1 a 1, amplifica persino a posteriori i rimpianti. [...]

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