Torino, Djidji rigenerato: trattative per il rinnovo fino al 2024

Il difensore ha risposto bene alla cura Juric, al punto da meritare il prolungamento del contratto
Torino, Djidji rigenerato: trattative per il rinnovo fino al 2024© LAPRESSE

TORINO - La parabola ascendente da una stagione abbondante a questa parte riguarda un po’ tutti i difensori granata. Ormai tralasciando Bremer che è passato alla Juve - e detto che pure Izzo, andato al Monza, nel passato campionato ha disputato più di una buona gara - il discorso investe soprattutto chi nel Toro è rimasto. Da Zima che è un punto fermo nella Nazionale ceca pur continuando il processo di maturazione a disposizione di Juric, a Buongiorno che ha compiuto il primo passo falso della stagione contro il Sassuolo dopo ottime prestazioni, per arrivare a Rodriguez che dell’ascesa è il simbolo - fin sorprendente - nonché a Schuurs che in prospettiva è il più forte del lotto per planare infine con Djidji. Un altro che ha una storia simile a quella dello svizzero, ma passata da un saliscendi ancora più netto.

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Rodriguez aveva avuto un calo di rendmento nel ruolo di esterno mancino, ma comunque ballando tra il Milan, il Psv e il Toro, là dove Juric gli avrebbe poi restituito slancio da braccetto di sinistra. Djidji, che pure non ha lo spessore internazionale dello svizzero - con 98 presenze a un passo dalle 100 con la selezione elvetica - prima di tornare in granata e dalla porta principale ha dovuto vivere la tribolata stagione di Crotone, quella culminata con la retrocessione dei calabresi nel 2020-’21. E due estati fa, quindi subito dopo aver chiuso il prestito in Calabria, per Djidji sembrava a un passo il definitivo passaggio in rossoblù. Mai concretizzatosi perché, nel ritiro di Santa Cristina, il franco-ivoriano era riuscito gradualmente a convincere Juric. Prima incuriosito, quindi convinto da quel centrale tanto generoso quanto, al tempo, da aiutare sotto il profilo della concentrazione. La stagione di Crotone non era stata particolarmente positiva, la precedente nel Toro era andata peggio ancora. Sarà poi stata l’aria dell’Alto Adige, sta di fatto che in quei giorni del luglio 2021 si concretizza la svolta, nella carriera di Djidji. Con Juric di allenamento in allenamento sempre più incline a dargli fiducia: l’allenatore croato nella prima stagione sulla panchina del Toro lo impiega in ben 26 occasioni (25 in A e una in Coppa). In questa è invece sceso in campo in tutte e 7 le partite disputate dai granata. Risultando spesso uno tra i migliori, che si sia trattato di giocare al posto di Bremer al centro della difesa che ai lati di Buongiorno o Schuurs.

Un rendimento che ora gli consente di ribaltare definitivamente il mondo, rispetto a 14 mesi fa. Djidji ha il contratto in scadenza nel 2023, e la società vuole evitare di perdere una risorsa. Sono infatti iniziati i confronti per il rinnovo: l’idea al vaglio è di allungare al 2024, con opzione per una ulteriore stagione. Una strategia da chiudere entro Natale, così da evitare i rischi connessi a un calciatore che entri nel 2023 con il contratto in scadenza. Risaputo come il medesimo, in tal caso, abbia facoltà dal primo febbraio di firmare con un altro club. Sarebbe un peccato, visto che il Toro andrebbe a perdere un difensore calcisticamente ancora abbastanza giovane (compirà 30 anni a novembre). E poi la solidità esibita in campo è anche valsa a Djidji uno scatto all’interno dello spogliatoio, del quale adesso è uno dei leader. Il centrale è in Italia da cinque anni, quattro dei quali trascorsi in granata. Più di 70 le gare con il Torino, un numero che porta il totale in carriera a 202.

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È c’è pure la... fedeltà, ad avvicinare i rinnovo tra Djidji e il club di Cairo: il giocatore è infatti poco propenso ai cambi di maglia, avendo giocato con soli tre club in dodici stagioni. Nel Nantes dove è cresciuto è rimasto sette anni, dopodiché sono arrivati i quattro nel Toro cui aggiungere il campionato di Crotone. Quant’è lontano, a vederlo adesso in campo, il difensore dal black out facile che si esibiva fino alle prime battute del passato campionato. Ora quella versione “brutto anatroccolo” ha lasciato spazio alla versione migliore di sé. Juric lo aveva intuito che così sarebbe stato, fin da Santa Cristina.

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