Toro, come si fa a non dare un rigore così? Se succedesse a qualcun altro...

Fallo di Rovella su Ricci all’88’: l’abisso arbitrale. Granata danneggiati in modo clamoroso sia prima sia dopo il pari del Monza. C’era un penalty anche su Karamoh

TORINO - L'’alfabeto al contrario, dalla zeta alla a. Da Zufferli, l’arbitro, al varista Abbattista, con al fianco Abisso: nomen omen per tutti (e non osiamo pensare a quale gogna per codesto trio, se il baratro avesse inghiottito una big). Hanno devastato il buon senso e il senso della giustizia: dal fischietto friulano, alla terza partita in A, ai due controllori che non controllano come due provveditori che non provvedono. Sino all’abisso collettivo, per l’appunto, dell’88’. «Sono scioccato», avrebbe detto Juric a fine partita. Scioccati tutti: in campo, sugli spalti, davanti alla tv. «Nessun rigore», aveva urlato ripetutamente Zufferli in presa diretta, quando Ricci, lanciato a rete da Karamoh, veniva strattonato già sul limite da Rovella, sino alla vera concretizzazione del fallo (la trattenuta decisiva) all’interno dell’area: ed è questo il focus su cui ci si deve concentrare. «Non è rigore», ha continuato a ripetere Zufferli ai granata che protestavano, mentre tutta la panchina del Toro inveiva in piedi. Ammonizione a Karamoh per proteste. Prosieguo: check dei varisti, una buona volta. O almeno così si pensava. Lunga attesa, solito capannello sul prato, quindi Abbatista e Abisso (con comunicazioni continue a Zufferli) gli dicevano che sì, poteva anche non assegnare il penalty al Toro. Tutto lo stadio vomitava fiele, tranne ovviamente lo spicchio di tifosi del Monza. Nessun rigore e neanche una visione diretta da parte dell’arbitro delle immagini. L’alfabeto al contrario di questa partita, giust’appunto.

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Toro-Monza, il Var funzionava solo a corrente alternata

Però ci dobbiamo correggere. Non un solo abisso, ma due: e di nuovo collettivi. Minuto 35 del secondo tempo, ancora sull’1 a 0 per il Toro: pestone in area di Marlon su Karamoh e caduta inevitabile del granata. Ma già in quell’occasione avevano lasciato correre, avanti col liscio: peccato che si trattasse di un altro rigore solare, tanto più se rivisto alla tv. Ma ieri i varisti funzionavano soltanto a corrente alternata: al 36’ della prima frazione, allorché il Torino passava in vantaggio con Miranchuk (in fuorigioco), dopo che l’azione aveva preso avvio da un controllo di Sanabria anche col braccio. A seguire, una deviazione di mano di Birindelli in area, secondi dopo. Giusto azzerare tutto per via del tocco a monte di Sanabria. Poi, per carità, il Torino avrebbe dovuto anche tirarlo e segnarlo, quel rigore dell’88’: oltretutto anche ieri Di Gregorio era in vena di voli e nel primo tempo ci è parso un grillo sulle conclusioni ripetute dei granata (Vlasic, Miranchuk, Vojvoda, Sanabria). Ma andava comunque vista, rivista e punita quella trattenuta di Rovella, a quel punto con rosso allegato per il monzese: e poi chissà, certo.

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Torino, solo 2 punti nelle ultime 5 gare in casa

Per i granata, dopo la vittoria sul Bologna del 6 marzo, un’emorragia senza fine, 2 punti nelle ultime 5 gare in casa. E dire che il Toro avrebbe meritato di vincere anche ai punti. Ha giocato molto bene nel primo tempo, è passato in vantaggio a inizio ripresa (11° gol di Sanabria), ha rischiato solo su un paio di sventole da fuori di Ciurria e su un diagonale di Carlos Augusto (bravo Vanja), infine ha vissuto con parziale turbamento il cambio di modulo iperoffensivo di Palladino a ripresa inoltrata (4- 2-3-1, con Petagna pivot). Juric, con i suoi titolari cottarelli per le 3 gare in una settimana, ha risposto con 4 cambi praticamente in blocco (un vulnus, e non solo col senno di poi) e una consequenziale revisione tattica (a cavallo tra il 3-5-2 e il 4-4-2). E i nuovi hanno scavato un solco all’86’: Karamoh e Adopo hanno sonnecchiato su Pessina, Petagna ha liberato Caprari (perso soprattutto da Bayeye, ma anche da Seck) e il biancorosso l’ha infilata in rete con un tiro a giro millimetrico. Prima e dopo, quei 2 rigori negati. L’alfabeto al contrario, l’abisso uno e trino.

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TORINO - L'’alfabeto al contrario, dalla zeta alla a. Da Zufferli, l’arbitro, al varista Abbattista, con al fianco Abisso: nomen omen per tutti (e non osiamo pensare a quale gogna per codesto trio, se il baratro avesse inghiottito una big). Hanno devastato il buon senso e il senso della giustizia: dal fischietto friulano, alla terza partita in A, ai due controllori che non controllano come due provveditori che non provvedono. Sino all’abisso collettivo, per l’appunto, dell’88’. «Sono scioccato», avrebbe detto Juric a fine partita. Scioccati tutti: in campo, sugli spalti, davanti alla tv. «Nessun rigore», aveva urlato ripetutamente Zufferli in presa diretta, quando Ricci, lanciato a rete da Karamoh, veniva strattonato già sul limite da Rovella, sino alla vera concretizzazione del fallo (la trattenuta decisiva) all’interno dell’area: ed è questo il focus su cui ci si deve concentrare. «Non è rigore», ha continuato a ripetere Zufferli ai granata che protestavano, mentre tutta la panchina del Toro inveiva in piedi. Ammonizione a Karamoh per proteste. Prosieguo: check dei varisti, una buona volta. O almeno così si pensava. Lunga attesa, solito capannello sul prato, quindi Abbatista e Abisso (con comunicazioni continue a Zufferli) gli dicevano che sì, poteva anche non assegnare il penalty al Toro. Tutto lo stadio vomitava fiele, tranne ovviamente lo spicchio di tifosi del Monza. Nessun rigore e neanche una visione diretta da parte dell’arbitro delle immagini. L’alfabeto al contrario di questa partita, giust’appunto.

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