Torino, quando i sentimenti non hanno prezzo

La sessione estiva del mercato sembra preludere a un cambio di passo: nel nome di chi è rimasto, come il capitano Buongiorno, e di Zapata
Torino, quando i sentimenti non hanno prezzo© LAPRESSE

2 settembre 2005 - 2 settembre 2023: si sono compiuti i primi 18 anni di Urbano Cairo al timone del Toro, caratterizzati da un medio-piccolo cabotaggio non all'altezza delle speranze e delle ambizioni di una tifoseria straordinariamente appassionata. Siccome non bisogna mai disperare, la sessione estiva 2023 sembra preludere al cambio di passo, nel nome di Buongiorno e di Zapata, di Schuurs e Ricci che sono rimasti, tutti capaci di risvegliare l'orgoglio dei sostenitori dopo anni di cessioni (do you remember Bremer? Per citare solo l'ultima).

In particolare, Buongiorno non è soltanto Capitan Futuro, ma Toro Presente. La qualifica doverosamente gli appartiene, dopo avere rifiutato l'allettante offerta dell'Atalanta pur di continuare a indossare la divisa granata, infilata per la prima volta quando aveva 8 anni. Oggi ne ha 24 il ragazzo del Filadelfia e, vistosamente, la sua decisione ha moltiplicato l'affetto di una tifoseria che, dalle origini stesse del club, pratica il culto della maglia, venerando chi la maglia onora e non lascia. Nemmeno nell'estate saudita dei giocatori che vanno dove li porta l'Iban. Buongiorno lo dimostra davvero: il calcio è di chi lo ama, senza se, senza ma. E pazienza se Cairo non ha visto arrivare almeno 25 milioni nelle casse societarie: ci sono azioni e sentimenti che non hanno prezzo e non sono sul mercato.

Toro, la strada da seguire

Buongiorno è il Panda granata e indica a Cairo la strada da seguire, adesso che la sua presidenza è diventata maggiorenne. È la via lastricata non soltanto di buone intenzioni, ma, alla buon'ora, di concrete ambizioni per una squadra che l'ultimo scudetto l'ha vinto nel '76 e l'ultima Coppa Italia l'ha alzata nel '93. È la strada della considerazione assoluta del primo patrimonio societario: i tifosi. I quali non chiedono la luna, epperò desidererebbero  che il Toro non considerasse un risultato lusinghiero arrivare decimo come negli ultimi due campionati, dopo essersi piazzato quart'ultimo nel 2021 e quint'ultimo nel 2020, per limitarci agli Anni Venti. Soprattutto perché Juric ha invertito la rotta e, al terzo anno di fila a Torino, finalmente sul mercato ha avuto quasi tutto di ciò che desiderava. Juric merita di essere assecondato, sostenuto, incitato. Il no di Buongiorno "è costato caro a Cairo, ma rappresenta quanto di più caro una piazza frustrata e disillusa da anni e anni abbia ricevuto in dono": ha scritto bene Andrea Pavan, ieri su Tuttosport, che subito si era schierato contro la cessione di Buongiorno, con quel titolo inequivocabile sulla prima pagina del 30  agosto ("Toro, ma siamo matti?"). Sono inestimabili il senso, il significato, il valore del gesto del ragazzo che incarna lo spirito con il quale il 4 maggio, a Superga, aveva letto i nomi degli Invincibili. Non so se ci saranno altri diciotto anni di Cairo alla guida dei granata, presumo però che Cairo sappia da dove ripartire. Da quel Buongiorno che vale oro. 

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