Il Toro è malato, Juric sembra impantanato nelle sabbie mobili, Cairo è sempre più preoccupato, Vagnati telefona e una scia di procuratori, legati ad alcuni allenatori a piedi, annusa l’aria per individuare il possibile punto di caduta: caduta di Ivan, intendono loro, perché il detto “mors tua, vita mea” resta uno dei più recitati nel mondo del calcio, quando una squadra sprofonda. Un po’ tutti hanno sentito tirare il vento: folate di un nervosismo dominante, ai vertici del Torino. Ma tra tutti, escludendo ovviamente Juric, Cairo è il protagonista che ci pare più restio anche solo a ipotizzare un possibile siluramento del tecnico croato, strada facendo. Continua a testimoniare fiducia nell’allenatore: in pubblico e pure in privato, quando la discrezione lo invita a mantenere dosi di riservatezza. La prima regola è ostentare la convinzione che Juric e i giocatori abbiano tutti gli strumenti per rialzarsi, e anche in fretta. Traduzione: sdrammatizzare, esorcizzare, esprimere positività, compattarsi. Vietato minare il terreno sotto i piedi del tecnico: sarebbe pernicioso per tutti. Al contrario, Cairo tiene ad esternare la calma e la prudenza del Buon Presidente: forte richiamo alle responsabilità della squadra e avanti con Juric.
Cairo ha fiducia in Juric
Però. Però a tutto c’è sempre un però, prima o poi. E quella «fiducia totale in Ivan» dettata ai media dopo il flop nel derby risulta sempre meno totale (ma già all’epoca sin su Marte avevano notato l’esagerazione), perché è sempre più intaccata dai fatti (al Filadelfia) e dall’involuzione della squadra (in partita). Lazio, Verona, Juventus e Inter: un solo punto minimalista e nessun gol segnato, in compenso 7 pere ingurgitate. E anche in precedenza il trend era stato troppo altalenante. Cairo non ha alcuna intenzione di licenziare Juric, pur se un vantaggio lo avrebbe rispetto alla stragrande maggioranza degli esoneri (numerosi, numerosissimi) statuiti in 18 anni di gestione: il contratto del tecnico croato scadrà già a giugno, quindi sotto l’aspetto temporale il danno sarebbe limitato, in teoria.