Toro, nuovo Djidji formato 100%: il rientro si avvicina

I problemi fisici sono alle spalle: se non già a Bologna, ci sarà contro l’Atalanta per la centesima gara in maglia granata

Senza utilizzare il condizionale, Koffi Djidji è sicuramente l'uomo simbolo della gestione Juric. Il frutto di un allenatore che quando ha messo piede al Filadelfia per la prima volta ha rivoluzionato tutto. Il modo di pensare il Toro, l'umore dei giocatori e lo spirito dell'intero ambiente. Così ha dato un'occasione a tantissimi elementi che avevano bisogno di un concreto rilancio. Come Djidji, appunto, che era reduce dalla retrocessione di Crotone e aveva un piede e mezzo fuori da Torino. In due anni, invece, ha fatto talmente bene da spingere il club granata a rinnovargli il contratto più in bilico di sempre. E sempre in questo caso la mano di Juric, in un'accezione non più così positiva, ha avuto un peso. Djidji a fine giugno ha ottenuto i soldi che voleva (circa un milione di ingaggio) grazie all'importanza strategica che si è conquistato nel tempo.

Troppi problemi fisici

Nessuno, però, aveva fatto i conti con i problemi fisici che si trascinava dalla fine della scorsa stagione (soprattutto il tecnico croato). Un errore di valutazione, sicuramente aggravato dalla sfortuna: l'ernia inguinale operata a giugno non ha avuto il decorso che tutti si aspettavano, così il francese a settembre è di nuovo finito sotto i ferri, costringendo il Toro a prendere in fretta e furia Saba Sazonov: ragazzo indubbiamente di prospettiva, ma agli occhi di Juric molto lontano dagli standard tecnico-tattici richiesti da una squadra di Serie A. A tal punto da costringere Tameze a fare il braccetto di destra in emergenza. Ma adesso Djidji è pronto a tornare, dopo un periodo da incubo. Dopo che la malasorte si è accanita sul quasi trentunenne (compirà gli anni il 30 novembre), che sognava di vivere un'annata d'oro, quella che avrebbe potuto allungargli la carriera. Perché no a Torino, a prescindere da quello che sarà il destino di Juric, il suo sponsor più importante. L'uomo che più di tutti crede nelle potenzialità dell'ex Nantes.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Insomma, la strada del recupero di Koffi è decisamente a buon punto, dopo una lunghissima attesa. In questi giorni ha abbracciato sia i compagni, sia il tecnico, lavorando a parte al Filadelfia. Al momento è difficile immaginarlo come opzione in distinta per la sfida di lunedì prossimo contro il Bologna, ma tutto fa pensare che il mese di dicembre possa rappresentare un nuovo inizio per Djidji. Sicuramente carico e determinato, ma soprattutto conscio di una fiducia che sa di dover ripagare sul campo. Giorno dopo giorno. Soprattutto dopo il grave infortunio capitato a Perr Schuurs, al Toro tutti si augurano di poter nuovamente contare sul difensore. Un senatore dello spogliatoio, ma anche un leader sul terreno di gioco. Ha fatto le fortune dell'era Mazzarri e si è ripetuto anche con Juric, due allenatori maestri nella cura dei movimenti della fase difensiva.

Djidji è pronto a tornare

A Koffi non manca nulla per ritrovare un ruolo centrale nel progetto: la stima del mondo granata è rimasta intatta, anche perché quando sta bene le sue prestazioni sono state sempre all'altezza. Al Toro oggi servirebbe tantissimo. Perché consentirebbe a Tameze di tornare ad occupare un ruolo per il quale è stato preso in estate per rinforzare la rosa e perché il contributo che può dare Djidji è notevole. Saltarlo non è facile per nessuno. Per la sua capacità di tenere la posizione, per la sua spiccata attitudine nella lettura di ogni situazioni e anche per il fiuto nell’individuare il pericolo prima degli altri. Il recupero dall’infortunio, svolto quasi interamente a Bordeaux, è stato lungo ma è andato bene, senza alcun intoppo. I primi lavori del giocatore in palestra a Torino hanno evidenziato la buona condizione fisica di una pedina che avrà bisogno di allenarsi coi compagni e poi di mettere minuti nelle gambe. Per il Toro sarà un nuovo acquisto: se il lavoro sul campo darà riscontri positivi, la società non valuterà altri profili per la difesa a gennaio. Djidji non è solo un innesto in più, ma un vero e proprio colpo. Se sta bene uno così fa la differenza.

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Senza utilizzare il condizionale, Koffi Djidji è sicuramente l'uomo simbolo della gestione Juric. Il frutto di un allenatore che quando ha messo piede al Filadelfia per la prima volta ha rivoluzionato tutto. Il modo di pensare il Toro, l'umore dei giocatori e lo spirito dell'intero ambiente. Così ha dato un'occasione a tantissimi elementi che avevano bisogno di un concreto rilancio. Come Djidji, appunto, che era reduce dalla retrocessione di Crotone e aveva un piede e mezzo fuori da Torino. In due anni, invece, ha fatto talmente bene da spingere il club granata a rinnovargli il contratto più in bilico di sempre. E sempre in questo caso la mano di Juric, in un'accezione non più così positiva, ha avuto un peso. Djidji a fine giugno ha ottenuto i soldi che voleva (circa un milione di ingaggio) grazie all'importanza strategica che si è conquistato nel tempo.

Troppi problemi fisici

Nessuno, però, aveva fatto i conti con i problemi fisici che si trascinava dalla fine della scorsa stagione (soprattutto il tecnico croato). Un errore di valutazione, sicuramente aggravato dalla sfortuna: l'ernia inguinale operata a giugno non ha avuto il decorso che tutti si aspettavano, così il francese a settembre è di nuovo finito sotto i ferri, costringendo il Toro a prendere in fretta e furia Saba Sazonov: ragazzo indubbiamente di prospettiva, ma agli occhi di Juric molto lontano dagli standard tecnico-tattici richiesti da una squadra di Serie A. A tal punto da costringere Tameze a fare il braccetto di destra in emergenza. Ma adesso Djidji è pronto a tornare, dopo un periodo da incubo. Dopo che la malasorte si è accanita sul quasi trentunenne (compirà gli anni il 30 novembre), che sognava di vivere un'annata d'oro, quella che avrebbe potuto allungargli la carriera. Perché no a Torino, a prescindere da quello che sarà il destino di Juric, il suo sponsor più importante. L'uomo che più di tutti crede nelle potenzialità dell'ex Nantes.

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Djidji è pronto a tornare