TORINO - Stefano Sorrentino non ha dubbi: «L’errore di Gemello è stato causato esclusivamente dall’inesperienza. Luca ha qualità, si vede che ha una buona tecnica, che ha fiuto. Dopo Bologna l’ho chiamato per rincuorarlo. Gli ho detto: Luca, tu sei bravo, ma hai 23 anni e non puoi continuare a non giocare mai o quasi mai. Quando si è giovani, bisogna giocare. Anche a costo di scendere di categoria, ma per poi tornare su più forti. Perché è solo giocando che si fa esperienza e si migliora, si cresce. Sono più formative 20 partite in Serie B che 2 in A». Però in estate il Torino non ha voluto prestarlo al Lecco in B, dove sarebbe partito titolare. La bocciatura di Popa da parte di Juric ha cambiato i piani di Vagnati, che pensava di aver pescato gratis in Romania un portiere di livello.
Sorrentino e i portieri del Toro
Siamo nel ventre dello stadio Grande Torino e l’ex numero uno granata presenta insieme ai giornalisti Bramardo e Strippoli il loro nuovo libro sull’epopea dei portieri granata, una carrellata di affreschi e curiosità, di storie anche inedite e aneddoti, di interviste e approfondimenti non solo sui 20 migliori estremi difensori del Torino. Raccontano gli autori: «C’è chi ha giocato solo una partita pur di vincere il derby, chi ha parato il primo rigore a Ronaldo e chi a Maradona, chi ha fondato il Toro e difeso la porta una volta sola, chi è andato in guerra e chi la guerra l’ha subita in campo, aggredito da avversari e guardalinee in Coppa. Insomma, raccontiamo la storia di 106 guantoni granata dalla A alla Z». Stelle come Olivieri, per esempio: «Nel ‘34, ai tempi della Lucchese, il nostro futuro dt Erno Egri Erbstein lo mandò a lezione di danza perché migliorasse nell’equilibrio e nei movimenti. Sarebbe diventato il Gatto Magico, fino a vincere i Mondiali nel ‘38 e a ringraziare Egri per quel consiglio utilissimo. Si sarebbero poi ritrovati nel Toro».