Il riscatto di Milinkovic-Savic: i fischi dei tifosi del Toro diventano applausi

Il portiere serbo per una volta ha convinto tutti: contro l’Atalanta è tornato titolare dopo la panchina di Bologna e non ha sbagliato nulla
Il riscatto di Milinkovic-Savic: i fischi dei tifosi del Toro diventano applausi© LAPRESSE

TORINO - L’immagine da copertina della gara contro l’Atalanta se l’è presa Zapata, con quella doppietta e quelle lacrime dense e pulite. Tra i tanti granata che però come in un pantheon sono attorno all’immagine principale c’è anche Vanja Milinkovic-Savic. Forse l’elemento più divisivo, per quella capacità di alternare errori a riscatti, lanci mal calibrati ad altri preziosi per innestare l’azione offensiva del Torino. Ecco, contro l’Atalanta il serbo ha vissuto una di quelle serate in cui il peso del giudizio si è spostato verso il segno positivo. A certificarlo sono stati gli spettatori del Grande Torino, che dal mormorio scontento per i primi lanci fuori misura del numero 32 granata sono passati all’applauso convinto di fine partita. Un tributo che ha toccato e fatto vibrare le corde emotive di Vanja, recatosi sotto la Maratona per ringraziare a sua volta i tifosi. I quali ne hanno apprezzato le tre parate effettuate contro i nerazzurri: se nella prima occasione ampio è il demerito di De Ketelaere, che solo davanti al portierone gli ha calciato addosso, sul tiro di Pasalic è invece stato bravo Milinkovic-Savic a leggere la traiettoria tuffandosi per deviare la conclusione.

Intermedio, per indice di difficoltà, l’intervento al novantesimo sull’ex di turno Miranchuk. E così all’interno di una gara che ha cancellato lo scivolone di Bologna, e ripreso un discorso iniziato con il successo di Lecce e proseguito con la vittoria interna contro il Sassuolo e il pari di Monza, anche il portiere della nazionale allenata da Stojkovic ha vissuto la sua rinascita. Pochi giorni prima, al Dall’Ara, la scelta di Juric era infatti caduta su Gemello. «Dopo le gare con la Serbia l’ho visto scarico e contro il Bologna va in panchina», spiegava il tecnico per giustificare la scelta di escluderlo, in verità figlia di un atteggiamento non ideale del portiere in una seduta di allenamento. Se la decisione non ha pagato guardando a un Gemello intorpidito dalle tante panchine e inciampato in un errore tecnico (uscita con contrasto perso su Fabbian) lo stop imposto a Milinkovic-Savic ha invece sortito gli effetti sperati.

Toro, Milinkovic si riprende la titolarità

Contro l’Atalanta si è visto un portiere attento dall’inizio alla fine. Il modo migliore per riprendersi la titolarità della porta, dopo la panchina di Bologna. Gara al termine della quale Juric aveva chiarito che fin dalla prova con i nerazzurri dal primo minuto si sarebbe rivisto il serbo. Protetto da un’ottima fase difensiva - importante il sacrificio dei centravanti e goleador Zapata e Sanabria - e da una retroguardia che, stretta attorno al suo totem Buongiorno, ha bloccato i vari De Ketelaere, Lookman e Miranchuk, nonché i subentrati Muriel e Pasalic. Quest’ultimo anche grazie a Vanja. Legato al Toro da un contratto fino al 2026 figlio della fiducia che Juric, come Vagnati e Cairo, nutrono nei suoi confronti. Una fiducia che ogni tanto vacilla, ma che nell’ultimo anno e mezzo Milinkovic-Savic ha anche saputo nutrire (in questo campionato chiudendo in sei occasioni una partita senza subire gol). Il prossimo appuntamento sarà interessante, per avere conferma del rilancio del serbo: domenica i granata saranno di scena allo Stirpe per affrontare un Frosinone che, in casa, ha conquistato 16 punti su 18. E che in trasferta si è tolto lo sfizio di eliminare il Torino dalla Coppa Italia.

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