Torino-Juric, futuro precario: Vanoli il prescelto e la clausola col Venezia

Perché l'allenatore in lotta per la promozione in Serie A piace a Vagnati e a che cifre potrebbe arrivare sulla panchina granata

TORINO - Paolo Vanoli ha sì una clausola rescissoria, ma basata su un’architettura contrattuale diversa a seconda del campionato disputato dal Venezia. Se i lagunari sono in B, liberarsi costa 600 mila euro. Se invece militano in A, un milione. Pro memoria: Vanoli è secondo in classifica dietro al Parma, lanciatissimo verso la promozione. Altro dettaglio da tenere bene a mente: la clausola (inserita la scorsa estate in occasione del prolungamento sino al 2026, con al tavolo in prima fila anche lo storico agente di Vanoli, Andrea D’Amico), la clausola rescissoria, si diceva, non ha paletti temporali. Ovvero l’interesse di Davide Vagnati per il tecnico dei lagunari, che già nella scorsa stagione aveva compiuto un’impresa subentrando a campionato in corso, ereditando la squadra al penultimo posto e portandola sino ai playoff, con una strepitosa cavalcata.

Non deve stupire che il dt del Torino possa proseguire nel suo percorso di ricerca, passando da un sondaggio all’altro e mettendo nel mirino profili differenti (il miraggio Tudor, le variabili Palladino e Gattuso, ora l’allenatore del Venezia). Il futuro di Ivan Juric in granata è a dir poco precario: la scadenza contrattuale del 30 giugno appare ormai come un epilogo (quasi) inevitabile. Il tecnico croato non ha mai voluto aprire concretamente alle offerte di prolungamento dispensate in modi e tempi diversi da Urbano Cairo e dal suo dt, fin dal novembre del ‘22. Logorio, consunzione naturale, usura in andata e ritorno tra l’allenatore e i vertici societari: a Juric tutto un certo cairismo è fin uscito dalle orecchie dopo due anni e mezzo, tanto quanto è complicato (eufemismo) avere a che fare con un tecnico di siffatta personalità.

Juric, il conto alla rovescia per l'addio

Da tempo ci paiono tutti incanalati sulla strada dei saluti, al bivio di fine stagione. A meno di clamorosi recuperi nel girone di ritorno fino a stabilizzarsi nella zona di classifica che porta almeno in Conference, in un crescendo di vittorie con approdo in Europa a fine maggio, quasi nessuno scommette più su un rinnovo a scoppio ritardato. Juric già da tempo si sta guardando attorno, con il suo agente Giuseppe Riso. Idem Cairo, con Vagnati: più che legittimo a questo punto, per avere pronta una soluzione se effettivamente il conto alla rovescia porterà all’addio di Juric tra pochi mesi (e non si strapperanno certo le vesti il presidente e il suo dt, anzi). Di qui i sondaggi, i contatti, le discussioni e gli incontri che Vagnati ha sfornato in questi ultimi due mesi, in particolare. Sino ad approfondire ripetutamente la situazione contrattuale di Vanoli e la sua eventuale disponibilità. Già immaginando anche uno stipendio a salire da un milione in su: quasi la metà dell’attuale ingaggio di Juric.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Vanoli, i moduli e gli occhi del Bologna

Lo accennavamo già ieri. Vanoli piace per varie ragioni, innanzi tutto per la sua esperienza vincente: dal 2010 al ‘16 da ct di più selezioni giovanili azzurre, con due secondi posti agli Europei con l’Under 17 e la 19. Quindi il lavoro di assistente al fianco di Conte al Chelsea (un trionfo nella Fa Cup, 2018) e all’Inter (lo scudetto del ‘21). Infine nel ‘22, prima del Venezia, la Coppa di Russia vinta con lo Spartak di Mosca, da allenatore primo. Piace anche per il suo modo di gestire i rapporti interni con società, con equilibrio, pur se nello spogliatoio sa essere un duro proprio alla... Conte. Lo scorso giugno, all’interno di una lunga e interessante intervista rilasciata a Dazn in videocollegamento da casa, Vanoli parlò anche del suo eclettismo tattico, un’altra dote che lo distingue chiaramente da Juric, decisamente più monotematico e integralista: "Nel periodo vissuto al fianco di Conte si utilizzava ovviamente il suo classico 3-5-2", un mantra tattico per il tecnico salentino, "ma io non mi sento vincolato a un solo sistema di gioco. Durante tutti i miei anni in Figc, per esempio, avevo un monumento come Arrigo Sacchi come dt delle nazionali giovanili e noi allenatori non ci potevamo spostare dal suo amato 4-4-2. E sono arrivato sino alla finale dell’Europeo Under 19, così. Ripeto, io non sono vincolato a una sola tattica: il sistema di gioco ideale lo fanno le caratteristiche dei giocatori".

Come a dire: è l’allenatore che si deve adeguare in base alla rosa che ha, saltellando tra moduli, tattiche e schemi differenti. Prova ne sia anche la sua esperienza a Venezia, in corso d’opera dal novembre del ‘22. Nella prima stagione è volato dal penultimo posto in B sino ai playoff utilizzando il 3-5-2. In questa stagione, post mercato estivo, ha invece rivoluzionato la tattica, per ottenere (e ci sta riuscendo) il massimo dai suoi: passaggio alla difesa a 4, avanti inizialmente con l‘albero di Natale (4-3-2-1), poi varo del 4-3-3 e infine il consolidamento migliore con il 4-2-3-1. Un tecnico così eclettico non avrebbe grandi problemi ad adeguarsi anche a Torino. Attorno a Vanoli, peraltro, sta già gironzolando pure il Bologna, visto che molto probabilmente dovrà salutare Thiago Motta a fine stagione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - Paolo Vanoli ha sì una clausola rescissoria, ma basata su un’architettura contrattuale diversa a seconda del campionato disputato dal Venezia. Se i lagunari sono in B, liberarsi costa 600 mila euro. Se invece militano in A, un milione. Pro memoria: Vanoli è secondo in classifica dietro al Parma, lanciatissimo verso la promozione. Altro dettaglio da tenere bene a mente: la clausola (inserita la scorsa estate in occasione del prolungamento sino al 2026, con al tavolo in prima fila anche lo storico agente di Vanoli, Andrea D’Amico), la clausola rescissoria, si diceva, non ha paletti temporali. Ovvero l’interesse di Davide Vagnati per il tecnico dei lagunari, che già nella scorsa stagione aveva compiuto un’impresa subentrando a campionato in corso, ereditando la squadra al penultimo posto e portandola sino ai playoff, con una strepitosa cavalcata.

Non deve stupire che il dt del Torino possa proseguire nel suo percorso di ricerca, passando da un sondaggio all’altro e mettendo nel mirino profili differenti (il miraggio Tudor, le variabili Palladino e Gattuso, ora l’allenatore del Venezia). Il futuro di Ivan Juric in granata è a dir poco precario: la scadenza contrattuale del 30 giugno appare ormai come un epilogo (quasi) inevitabile. Il tecnico croato non ha mai voluto aprire concretamente alle offerte di prolungamento dispensate in modi e tempi diversi da Urbano Cairo e dal suo dt, fin dal novembre del ‘22. Logorio, consunzione naturale, usura in andata e ritorno tra l’allenatore e i vertici societari: a Juric tutto un certo cairismo è fin uscito dalle orecchie dopo due anni e mezzo, tanto quanto è complicato (eufemismo) avere a che fare con un tecnico di siffatta personalità.

Juric, il conto alla rovescia per l'addio

Da tempo ci paiono tutti incanalati sulla strada dei saluti, al bivio di fine stagione. A meno di clamorosi recuperi nel girone di ritorno fino a stabilizzarsi nella zona di classifica che porta almeno in Conference, in un crescendo di vittorie con approdo in Europa a fine maggio, quasi nessuno scommette più su un rinnovo a scoppio ritardato. Juric già da tempo si sta guardando attorno, con il suo agente Giuseppe Riso. Idem Cairo, con Vagnati: più che legittimo a questo punto, per avere pronta una soluzione se effettivamente il conto alla rovescia porterà all’addio di Juric tra pochi mesi (e non si strapperanno certo le vesti il presidente e il suo dt, anzi). Di qui i sondaggi, i contatti, le discussioni e gli incontri che Vagnati ha sfornato in questi ultimi due mesi, in particolare. Sino ad approfondire ripetutamente la situazione contrattuale di Vanoli e la sua eventuale disponibilità. Già immaginando anche uno stipendio a salire da un milione in su: quasi la metà dell’attuale ingaggio di Juric.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Torino-Juric, futuro precario: Vanoli il prescelto e la clausola col Venezia
2
Vanoli, i moduli e gli occhi del Bologna