Toro, alla scoperta di Kabic, quello del gol alla Messi: "Voglio sfondare"

Tutto sul gioiellino della Stella Rossa appena preso da Vagnati e autore di una rete prodigio a 17 anni in Conference. Il ct della Serbia Stojkovic: "Ha molto talento, lo convocherò"
Toro, alla scoperta di Kabic, quello del gol alla Messi: "Voglio sfondare"© Getty Images

Lob u stilu Lea Mesija, un gol in pallonetto alla Messi. Addirittura, sì. Così dissero e scrissero subito in Serbia, dopo avergli visto segnare una rete meravigliosa. Era il 29 luglio del 2021 e Uros Kabic aveva solo 17 anni. Si giocava a Novi Sad. Vojvodina contro Panevezys, squadra lituana, ritorno dei preliminari di Conference League. L’andata era stata vinta dai serbi per 1 a 0, in trasferta. E Kabic aveva esordito in Europa, entrando nel finale. Nel ritorno, una valanga di occasioni su entrambi i fronti, ma 0 a 0 inchiodato da errori o salvataggi miracolosi. A 5’ dalla fine viene di nuovo mandato in campo. E al 96’, dopo un’incredibile mischia nell’area del Vojvodina (palo e batti e ribatti), i serbi riescono a spazzare. Contropiede e palla lanciata al giovane Uros, con la porta avversaria lontana 70 metri. Kabic parte.

Velocissimo, controllando perfettamente il pallone e tenendo sempre alle spalle il lituano più vicino: una rincorsa disperata. Poi, una volta sul limite dell’area col portiere Victor Golas in uscita, l’istinto, la freddezza e la classe lo guidarono in un nanosecondo: un pallonetto u stilu Lea Mesija. Così urlarono i tifosi, vedendo il loro giovanissimo concittadino sugli altari, e così scrissero i giornalisti (vedere per credere: su youtube si trovano facilmente gli highlights). E lì, proprio lì, in quel nanosecondo geniale, la sua vita cominciò a svoltare.

Kabic, stellina serba di Vagnati

Uros Kabic, 20 anni compiuti a capodanno, è la stellina serba che Vagnati inseguiva sin dal gennaio del ‘22 e che l’altro ieri è infine riuscito ad artigliare poco prima della chiusura del mercato, in prestito con diritto di riscatto a 2 milioni. Due anni fa, il dt dovette arrendersi in extremis: troppo alte le richieste degli agenti per le commissioni, 750 mila euro. Jolly offensivo, ala destra sfruttando il piede invertito per accentrarsi, trequartista. Un metro e 83, corsa bruciante, visione e controllo di palla, un piede mancino delicatissimo, il fiuto per il dribbling, l’assist, il tiro da fuori. Aveva debuttato nella massima serie serba già a 16 anni: di lì in poi, altre 51 presenze e 4 reti tra campionato, Coppa nazionale e preliminari di Conference. Alla fine della stagione 2022-’23 la sua esplosione in patria era conclamata. In estate il passaggio alla Stella Rossa per 800 mila euro, dopo che sulle sue tracce si erano mossi anche i dirigenti di Atalanta e Bologna, oltre a Vagnati. Un altro splendido gol l’aveva segnato proprio alla Stella Rossa nel febbraio di un anno fa, durante una partita di campionato resa indimenticabile dalle celebrazioni in memoria di Mihajlovic, gloria di entrambi i club.

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"Ha qualità che ricordano Savicevic"

Mesi prima che la squadra più potente della Serbia lo arpionasse a Novi Sad per portarlo senza tante discussioni a Belgrado, Zbiljic, il presidente del Vojvodina, aveva sentenziato, per mettere il suo gioiellino in vetrina: «Ha qualità che ricordano Savicevic, è un mancino completo con grandissimi margini di miglioramento, lo seguono vari club italiani e ha talmente tanto talento che potrebbe già giocare anche in Serie A». Ma poi la Stella Rossa si intromise, anche gli agenti giocarono le loro carte e l’influenza dei soldi e del potere fece piazza pulita dei sogni dei tifosi di Novi Sad: arrabbiatissimi, quando Uros fu venduto ai “nemici” di Belgrado. Lo stesso presidente Zbiljic, quello di Savicevic, cambiò in fretta mood e parole. E inveì contro il giocatore, lo criticò aspramente. Kabic si presentò alla Stella Rossa dopo aver rimosso dal suo profilo Instagram tutte le foto con la maglia del Vojvodina.

Kabic, le difficoltà a Belgrado

Una volta a Belgrado, però, l’ha vista meno: difficoltà di ambientamento, livello tecnico e pressioni maggiori, più concorrenza e meno santi protettori rispetto a casa sua. In questi mesi ha potuto giocare solo per 169 minuti suddivisi in 6 spezzoni tra campionato, Coppa nazionale e Champions (contro il City). Nonostante tutto, il ct della Serbia, Stojkovic, lo scorso settembre annunciava: «Un giorno lo convocherò, lo aspetto. Kabic è un giocatore molto interessante, di talento, con un grande potenziale. Per ora non posso chiamarlo perché sta giocando troppo poco nel suo club: se no l’avrei già portato con me. Continuerò a osservarlo con molta attenzione, lo merita». Dall’Under 15 alla 21, finora Kabic è stato convocato in tutte le nazionali giovanili (14 partite, 4 gol).

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Kabic: "So quanto valgo"

Tempo fa, si raccontava così: «Gioco a calcio da quando avevo 5 anni. Ho sempre amato giocare a calcio. Per me è divertimento allo stato puro. Da bambino sognavo di giocare una partita di una Coppa europea: ce l’ho fatta. So quanto valgo, quanto posso dare e quanto posso crescere: molto. Fin da bambino giocavo all’attacco, fa parte del mio modo naturale di stare in campo. Sono un ragazzo con abitudini normali, oltre ad allenarmi ho sempre frequentato la scuola, il Liceo sportivo. Voglio sfondare, il calcio mi renderà indipendente, ne sono convinto». Deve ancora arrivare. Era con la Stella Rossa a Cipro, è appena tornato a Belgrado. Pratiche burocratiche da svolgere in patria. Con in mano i documenti necessari per venire a vivere da noi da extracomunitario, si presenterà nei primi giorni della prossima settimana. Ma il suo domani nel Toro è già nato l’altro ieri sera, poco prima del gong delle 20.

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Lob u stilu Lea Mesija, un gol in pallonetto alla Messi. Addirittura, sì. Così dissero e scrissero subito in Serbia, dopo avergli visto segnare una rete meravigliosa. Era il 29 luglio del 2021 e Uros Kabic aveva solo 17 anni. Si giocava a Novi Sad. Vojvodina contro Panevezys, squadra lituana, ritorno dei preliminari di Conference League. L’andata era stata vinta dai serbi per 1 a 0, in trasferta. E Kabic aveva esordito in Europa, entrando nel finale. Nel ritorno, una valanga di occasioni su entrambi i fronti, ma 0 a 0 inchiodato da errori o salvataggi miracolosi. A 5’ dalla fine viene di nuovo mandato in campo. E al 96’, dopo un’incredibile mischia nell’area del Vojvodina (palo e batti e ribatti), i serbi riescono a spazzare. Contropiede e palla lanciata al giovane Uros, con la porta avversaria lontana 70 metri. Kabic parte.

Velocissimo, controllando perfettamente il pallone e tenendo sempre alle spalle il lituano più vicino: una rincorsa disperata. Poi, una volta sul limite dell’area col portiere Victor Golas in uscita, l’istinto, la freddezza e la classe lo guidarono in un nanosecondo: un pallonetto u stilu Lea Mesija. Così urlarono i tifosi, vedendo il loro giovanissimo concittadino sugli altari, e così scrissero i giornalisti (vedere per credere: su youtube si trovano facilmente gli highlights). E lì, proprio lì, in quel nanosecondo geniale, la sua vita cominciò a svoltare.

Kabic, stellina serba di Vagnati

Uros Kabic, 20 anni compiuti a capodanno, è la stellina serba che Vagnati inseguiva sin dal gennaio del ‘22 e che l’altro ieri è infine riuscito ad artigliare poco prima della chiusura del mercato, in prestito con diritto di riscatto a 2 milioni. Due anni fa, il dt dovette arrendersi in extremis: troppo alte le richieste degli agenti per le commissioni, 750 mila euro. Jolly offensivo, ala destra sfruttando il piede invertito per accentrarsi, trequartista. Un metro e 83, corsa bruciante, visione e controllo di palla, un piede mancino delicatissimo, il fiuto per il dribbling, l’assist, il tiro da fuori. Aveva debuttato nella massima serie serba già a 16 anni: di lì in poi, altre 51 presenze e 4 reti tra campionato, Coppa nazionale e preliminari di Conference. Alla fine della stagione 2022-’23 la sua esplosione in patria era conclamata. In estate il passaggio alla Stella Rossa per 800 mila euro, dopo che sulle sue tracce si erano mossi anche i dirigenti di Atalanta e Bologna, oltre a Vagnati. Un altro splendido gol l’aveva segnato proprio alla Stella Rossa nel febbraio di un anno fa, durante una partita di campionato resa indimenticabile dalle celebrazioni in memoria di Mihajlovic, gloria di entrambi i club.

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